giovedì, Aprile 25, 2024

Estremismo nemico della civiltà

Il 15 marzo 2019 l’estremismo ha colpito la città neozelandese di Christchurch, Almeno cinquanta fedeli riuniti per la preghiera del venerdì nella moschea di al-Nour, sono morti per mano del vent’ottenne Brenton Terrant, estremista di destra.

La strage che Terrant ha compiuto non è un episodio isolato purtroppo, a Charleston in sud Carolina, nel 2015, un uomo identificato successivamente come Dylann Roof aprì il fuoco in una chiesa in cui si trovavano fedeli afroamericani.

Come dimenticare poi la strage di Anders Breivik del 2011 che provocò la morte di 77 persone nell’isola norvegese di Utoya.

Questi menzionati sono solo alcuni dei casi più eclatanti degli ultimi anni e che hanno riempito le pagine dei giornali di tutto il mondo.

Che cosa succede dunque? Come mai solo adesso le autorità hanno acceso i riflettori sull’estremismo di destra?.

In effetti, i fatti sopra riportati sono solo l’apice di un estremismo che è in continua ascesa almeno da inizio millenio. La strage di Utoya, di Charleston, l’assassinio della deputata inglese Jo Cox, e adesso quella di Christchurch sono solo la punta estrema di quel termometro che le autorità hanno trascurato, vuoi per la lotta a Deash, o più in generale per la lotta all’estremismo di matrice religiosa.

Le affinità tra il terrorismo di destra e quello jihadista

Oggi sembra di assistere a una guerra tra questi i due estremismi, combattutta a suon di stragi, in cui a farne le spese sono sempre gli stessi: gli innocenti, coloro che in quel momento, non sapevano neppure di essere diventati bersagli di una guerra che non avevano scelto di combattere. L’obiettivo di entrambi i radicalismi è quello d’imporre il loro punto di vista: l’uno lotta contro la cosiddetta “invasione” islamica, mentre l’altro vorrebbe imporre la sua visione fondamentalista della religione. Il modus operandi per arrivare a questo risultato è il il medesimo per entrambe le parti: la violenza su persone o cose.

Negli attentati comessi dai protagonisti di tali estremismi vi sono delle costanti: prima di tutto, una lunga preparazione e poi viene la fase dell’attacco che intende fare il maggior numero di vittime possibili, al fine ottenere la massima visibilità.

La preparazione e l’azione non sono solo gli unici aspetti che condividono i due estremismi, anche il luogo di radicalizzazione è lo stesso: il web. Il mondo virtuale spesso è finito nell’occhio del ciclone proprio a causa degli episodi di terrorismo. L’attentatore di Christchurch, infatti, ha caricato sulla sua pagina facebook la diretta streaming della strage.

Un altro elemento che condividono i due estremismi è la convizione che il governo legittimamente eletto debba essere eliminato perchè oppressore della comunità, di conseguenza il compito di proteggerla spetta a pochi eletti.

La visione distorta della storia è un altro punto in comune tra i due estremismi. Secondo i jihadisti l’occidente opprime i musulmani da secoli, allo stesso modo, l’estrema destra ritiene che sia in atto una vera propria invasione di emigranti, per questa ragione qualcuno ha parlato di “sindrome dell’accerchiamento”. Tanto per fare un esempio, negli Stati Uniti spesso ci sono state manifestazioni antisemite, in cui hanno fatto la loro comparsa delle svastiche e slogan che recitavano: “Gli ebrei non ci sostituiranno”.

Le epoche d’oro delle rispettive civiltà sono un altro elemento che condividono i due radicalismi, probabilmente nella loro visione distorta della storia e della realtà ritengono che ricordare i fasti di entrambe le civiltà potrebbe fungere da aggregatore sociale.

Gli estremisti islamici, ad esempio, ricordano con orgoglio i primi secoli dell’Islam, ossia l’epoca d’oro della civiltà islamica che in quel periodo era superiore per innovazioni tecnologiche, mentre nello stesso periodo l’occidente era sprofondato nel Medioevo e nell’arretratezza.

L’estremismo di destra ha a sua volta un passato da ricordare; per esempio Terrant ha menzionato la battaglia di Poiters del 732 e l’assedio di Vienna del 1683 che egli sostiene di aver voluto vendicare. Probabilmente come per il jihadismo, anche gli estremisti di destra intendono attualizzare il passato nella nostra epoca.

Un massacro prevedibile?

L’attentatore di Christchurch ha messo in luce un’altro aspetto che dovrebbe destare qualche preoccupazione almeno negli organi di sicurezza, ossia l’attività di Terrant in rete era ben nota, allora perchè l’intelligence non l’ha inserito subito nella lista dei sorvegliati speciali? Il motivo è molto semplice, ovvero le sue idee erano state classificate alla stregua di reati di matrice di odio razziale e non di terrorismo.

Questa dunque strage poteva essere evitata se non fosse stato per un cavillo giuridico.

Forse un altro motivo che ha portato i servizi di sicurezza a sottovalutare le intenzioni dell’attentatore di Christchurch è la lotta al terrorismo jihadista che ha fatto sì che i governi destinassero maggiori risorse alla lotta all’estremismo di matrice islamica.

Probabilmente anche conoscere gli eventi che hanno preceduto questa strage sarebbe servito a prevenirla, o servirà a prevenirne altre dello stesso genere.

E’ noto che soprattutto negli ultimi anni, le stragi di matrice jihadista sono avvenute con maggiore frequenza nel Vecchio continente e hanno fatto molte vittime, tuttavia anche gli attentati di estrema destra sono avvenuti con una certa frequenza.

Due anni fa, in Inghilterra l’estrema destra è stata responsabile di almeno cinque attentati. L’anno successivo in America, il terrorismo di destra ha provocato la morte di almeno cinquanta persone.

L’ anti-defamation league ha stabilito che, in un periodo di dieci anni, il 73,3% dei morti è riconducibile al terrorismo di estrema destra, mentre solo il 23,4 % al terrorismo di matrice jihadista.

Sebbene questi numeri indichino che i governi dovrebbero concetrarsi soprattutto sui pericoli derivanti dal terrorismo nero, anche l’estremismo religioso deve essere tenuto sotto controllo al pari del primo, perchè entrambi rappresentano una minaccia per tutte le società.

Si spera che da questa ennesima strage i governi abbiano imparato a non sottovalutare anche i pericoli che vengono dall’interno del Paese, quest’ultimi aspettano anni prima di colpire, ma se tenuti sotto controllo e combattuti allo stesso tempo, un giorno potremo sperare di sconfiggerli.








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