Il Libano è in difficoltà. Non basta il covid-19, non basta la crisi economica, le due esplosioni hanno certificato il logorio che Beirut sta vivendo in questo turbolento 2020. Metà città è distrutta, migliaia di persone senzatetto e prevale solo un clima al limite del post-apocalittico. Il premier Hassan Diab ha incolpato la catastrofe odierna sull’esplosione di 2.700 tonnellate di nitrato di ammonio, che dovevano essere utilizzate per produrre fertilizzanti ed esplosivi. Gli stessi composti andati a fuoco nell’incidente avvenuto a Tianjin nello scorso 2015.
Le affinità con le esplosioni di Tianjin
Il Guardian riporta un interessante parallelismo con quanto succedette in Cina, a Tianjin, nel 2015. Stesse dinamiche (doppia esplosione), stesse testimonianze, stesse disperate conclusioni. In quel frangente la città portuale cinese, una metropoli di 15 milioni di persone, subì un’esplosione molto simile a quella che ha colpito la capitale del Libano nemmeno 24 ore fa, causata probabilmente dagli stessi elementi chimici. Ma non è solo una questioni di dinamiche. Anche a Beirut si è registrata una esplosione talmente forte che l’Osservatorio Sismologico della Giordania ha misurato 4.5 gradi della scala Richter. La stessa cosa accadde in Cina, in molti testimoni assicurarono di avere avuto la sensazione di percepire un grande terremoto.
La Croce Rossa. “Bilancio vittime aumentato”
Un funzionario della Croce Rossa, citato dal Daily Star, ha affermato che il bilancio delle vittime è aumentato a 100 e che oltre 4.000 sono le persone sono ferite
Il governatore di Beirut Marwan Abboud in seguito ha riferito ad una stazione radio locale che più di 100 persone rimangono disperse, tra cui diversi pompieri. La città sta vivendo momenti drammatici come negli anni delle guerre civili.
“Beirut non ha mai superato quello che è successo ieri”, ha detto Abboud.
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