Sono passati 4 mesi dal quel fatidico 4 agosto. L’esplosione a Beirut non aveva segnato soltanto i cittadini della città, ma tutto il mondo. Ora, arrivano finalmente le prime accuse. Gli accusati sono l’ex primo ministro del Libano Hassan Diab e altri tre ministri. Secondo i giudici l’esplosione si sarebbe potuta evitare e quelle 200 persone sarebbero potute non morire.
Di chi è la colpa dell’esplosione a Beirut?
Oltre al primo ministro Hassan Diab sono indagati Ali Hassan Khalil, Ghazi Zaiter e Youssef Finianos. Tutti loro sono accusati di aver gestito con negligenza la grande quantità di nitrato di ammonio. Questa sostanza è un composto chimico che serve come fertilizzante o per costruire bombe ed era immagazzinata da anni in un deposito vicino al porto. Ghazi Zaiter ha guidato il ministero dei lavori pubblici e dei trasporti nel 2014. Si insediò poco dopo l’arrivo della nave Rhosus, il veicolo che trasportava l’enorme scorta della sostanza che poi è esplosa nel porto. v era il primo ministro nel 2019, ma poco dopo l’esplosione si era ritirato inieme a tutto il suo governo. Fenianos è stato il successore di Zaiter fino all’inizio del 2020. Infine, Khalil è stato per ben due volte ministro delle Finanze.
Una novità non tanto nuova
Il 4 agosto, dopo poche ore dall’esplosione, in molti ne avevano già capito la causa: la storia del nitrato di ammonio. Immediatamente l’opinione pubblica ha chiesto giustizia, le autorità sapevano quanto quella sostanza fosse pericolosa, ma non gli importava e continuavano a rimandarne lo smaltimento. Si tratta di quasi 3.000 tonnellate di nitrato di ammonio, presenti del porto da ben 7 anni. le autorità erano state avvertite: era pericoloso e dovevano portarlo via il prima possibile. Ma hanno aspettato e aspettato, fino a quando non è esploso. Quella negligenza non solo a praticamente distrutto la capitale del Libano, ma ha causato enormi problemi ai cittadini e ne ha uccisi 200.
