giovedì, Aprile 25, 2024

Esclusiva dal Vaticano: inchiesta Becciu-Marogna – ecco le carte

Esclusiva dal Vaticano: Inviata la richiesta di convalida dell’arresto a fini estradizionali fatta pervenire al ministro della Giustizia italiano, Alfonso Bonafede, dagli inquirenti vaticani. Sono tredici pagine, in cui la magistratura vaticana ricostruisce minuziosamente il “caso Vaticano“.

Becciu-Marogna è veramente ciò che sembra?

Esclusiva dal Vaticano: già messo a dura prova dallo scandalo dell’acquisto del palazzo di Sloane Avenue a Londra. Ora deve fare i conti con: peculato e appropriazione indebita aggravata. Sono questi i reati di cui è accusata Cecilia Marogna. Il problema che le carte tendono a tirar dentro monsignor Becciu, che attraverso i suoni legali a provato a tirarsi fuori dal reato. Gli inquirenti vaticani contestano alla manager sarda, nella qualità di amministratrice della Logsic Doo, di essersi appropriata di 575mila euro. La Marogna ha più volte dichiarato: i soldi mi sino stati affidati in ragione delle mie funzioni, per acquisti voluttuari incompatibili con le finalità impresse dalla Segreteria di Stato all’atto dell’affidamento stesso. Di conseguenza lei accusa loro!

Esclusiva dal Vaticano: incongruenza vaticana

La Marogna insiste sul fatto della compatibilità con il contratto stabilito.Ho agito con più atti esecutivi della medesima risoluzione e in concorso con persone allo stato ignote. L’inchiesta ha avuto origine da una segnalazione della Polizia slovena, insospettita da una serie di movimentazioni anomale. Tutte le operazioni erano registrate su due conti intestati alla Logsic Doo, la società di cui Marogna è amministratrice. Gli uomini della Gendarmeria Vaticana, e del Servizio Informazioni Vaticano ( servizi segreti) attraverso accertamenti bancari, hanno rilevato incongruenze. I due conti correnti “risultavano alimentati da nove bonifici emessi dalla Segreteria di Stato tra il 20-12-2018 e 1’11-7-2019. Il tutto per un ammontare complessivo di 575.000 euro” e che molte delle movimentazioni eseguite “riguardavano spese non compatibili con l’oggetto sociale della società“.

Esclusiva dal Vaticano: carta canta

Dalla visura camerale infatti, era emerso che la Logsic Doo avrebbe dovuto svolgere attività di assistenza sociale non residenziale. Le analisi degli estratti conto della società, hanno messo in evidenza spese sostenute dalla Marogna non congruenti. “Non avevano alcuna attinenza con le dette finalità assistenziali e umanitarie“.

Dai conti sono emersi oltre 120 pagamenti in negozi come Prada, Tod’S, Hogan, Missoni, La Rinascente, Montblanc, Louis Vuitton, Maxmara, Poltronesofa, Auchan, alberghi prestigiosi. Alcuni molto particolari come: l’Hotel Bagni nuovi di Bormio e l’Hotel Cervo in Costa Smeralda.

Modalità dei pagamenti

Quanto alle modalità dei pagamenti, alcuni sono confermati da una serie di conversazioni via Whatsapp tra il cardinale Angelo Becciu e monsignor Alberto Perlasca, all’epoca Capo dell’Ufficio amministrativo della Segreteria di Stato vaticana. Dopo aver ascoltato le registrazioni, si può affermare che le modalità di applicazione del contratto in essere sono anomale. In particolare, il 20 dicembre del 2018 Becciu scrive a Perlasca di inviare i soldi alla Marogna.

La Marogna incaricata di mediare?

La Marogna è incaricata di mediare per il Vaticano per la liberazione di una suora colombiana rapita, e di farlo suddividendo la somma in diverse tranche. Becciu: “Ti ricordi questione suora colombiana? Pare che qualcosa si muova e il mediatore deve aver subito a disposizione i soldi. Li inviamo però in diverse tranche sul conto che più sotto ti indicherò. Primo bonifico: 75.000 euro intestato a ‘Logsic doo’. Causale: ‘voluntary contribution for a humanitarian mission”. In un successivo messaggio, Becciu ribadisce con una frase allarmante: “Il trasferimento è stato preceduto dall’autorizzazione della superiore Autorità Sovrana”, ossia il Papa! “Ti ricordo che ne ho riparlato con il SP e vuole mantenere le disposizioni già date e in gran segreto. Messaggio al quale, peraltro, Mons. Perlasca risponde “ok per suora” lasciando intendere di essere a conoscenza della vicenda.

Esclusiva dal Vaticano: Il Papa sapeva

Agli atti anche lo scambio di messaggi tra Perlasca e Fabrizio Tirabassi, funzionario dell’Ufficio amministrativo della Segreteria di Stato e suo stretto collaboratore. Perlasca indica i bonifici da fare: “Monsignor Perlasca inoltrava il numero dell’Iban del destinatario – corrispondente al conto corrente intestato alla Logsic Doo” – a Fabrizio Tirabassi. Lo stesso scambio di messaggi tra Becciu e Perlasca e Perlasca e Tirabassi avviene “anche in occasione della disposizione degli altri bonifici che hanno costituito il deposito della società Logsic doo”, avvenuti tra gennaio e luglio 2019.

La certezza: a questo punto la conclusione degli inquirenti


La certezza che esclude ogni possibile ragionevole dubbio, è che la Segreteria di Stato aveva versato alla Logsic doo, affidandole alla signora Cecilia Marogna, somme per finalità istituzionali. La signora Marogna agì da pubblico ufficiale, per l’ordinamento Vaticano qualsiasi persona titolare di un mandato amministrativo nello Stato, sia esso nominativo o elettivo, a titolo permanente o temporaneo, remunerato o gratuito, ed a prescindere dalla sua collocazione nell’ambito della organizzazione gerarchica, assume la qualifica di pubblico ufficiale“.

Si focalizza sulla segreteria di stato


In questo senso si può ritenere che la manager signora Marogna, per l’incarico ricevuto e la natura delle attività che le erano state affidate attraverso la gestione della Logsic Doo – come visto finanziata esclusivamente con fondi erogati dalla Segreteria di Stato -, abbia rivestito la qualifica di pubblico ufficiale“.

Circostanza suffragata anche dalla corrispondenza intercorsa tra Becciu e monsignor Alberto Perlasca, all’epoca Capo dell’Ufficio amministrativo della Segreteria di Stato vaticana.

La regola


Ma più di ogni altra cosa, è la dichiarazione del 17 novembre 2017 su carta intestata della Segreteria di Stato sottoscritta da Becciu in qualità di Sostituto della Segreteria di Stato, a dare la mazzata. Il cardinale attestava che “la signora Marogna presta servizio professionale come analista geopolitico e consulente relazioni esterne per la Segreteria di Stato — Sezione Affari Generali. Implicante l’esercizio di poteri di natura pubblicistica, quale la gestione e conservazione di fondi pubblici”.

Per concludere

Gli inquirenti, come prova delle loro deduzioni sul mandato pubblico della Marogna, ricordano nelle carte inviate a Bonafede la Lettera Apostolica 11 luglio 2013. “in forma di Motu Proprio del Sommo Pontefice (fonte normativa vincolante) a norma del quale ogni persona titolare di un mandato amministrativo nella Santa Sede, a titolo permanente o temporaneo, remunerato o gratuito, qualunque sia il suo livello gerarchico, è pubblico ufficiale”.


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