Esame in streaming – la testimonianza di una studentessa universitaria

Dopo avervi riportato la mia personale esperienza con le lezioni in streaming (QUI PER APPROFONDIRE), in questo articolo mi è sembrato doveroso riportare una testimonianza riguardante un altro tipo di esperienza che uno studente universitario può ritrovarsi ad affrontare in un momento così particolare: dare un esame in streaming. Questa volta, tuttavia, non potendo riportare io stesso qualcosa che ho vissuto sulla mia pelle, ho preferito redarre un’intervista ad una studentessa che ha invece appena vissuto quest’esperienza. La ragazza in questione preferisce mantenere la riservatezza sulla sua identità: del resto non si tratta di un personaggio pubblico, dunque il suo nome non è sicuramente importante in questa sede. Ecco di seguito la trascrizione della nostra chiacchierata.

Intervista ad una studentessa sull’esperienza di un esame in streaming

Puoi descrivermi, esattamente, con che modalità si è svolto l’esame in streaming?

Certo. Inizialmente, la professoressa mi ha contattata chiedendomi se fossi disposta a fare l’esame su Skype. Ci siamo dunque messe d’accordo su giorno e ora, dopo di che mi ha chiamato dopo alcune difficoltà tecniche: la docente credeva che Skype funzionasse come facebook e mi chiedeva in continuazione di aggiungerla agli amici, mentre io le ripetevo che bastava cercare il mio nome per trovarmi e chiamarmi. Dopo questo piccolo cavillo, la professoressa è riuscita a chiamarmi. Lei era da sola a casa sua: io in teoria avrei dovuto svolgere l’esame con una commissione di quattro docenti, ma in via straordinaria l’ho svolto soltanto con lei. Alla fine mi ha assegnato un voto, se lo è segnato su carta in via assolutamente informale e mi ha detto che non appena riaprirà l’università potrò andare da lei e verbalizzare.

Dunque non è attivo un modo per verbalizzare a distanza?

Questo non era un appello ufficiale, quindi non so se stanno pensando un modo per farlo. Nel mio caso si trattava di un’esperienza analoga al classico appello straordinario concordato col professore e verbalizzato poi nella data ufficiale. L’insegnante ha semplicemente sentito i professori della commissione ed ha ricevuto da loro l’ok a procedere in questo senso.

A parte l’aspetto tecnico/informatico, il docente ha avuto altre difficoltà?

A livello di comunicazione c’era qualche interferenza e sicuramente non era come in un esame normale, non c’era modo di interrompersi a vicenda. Capita che, dal vivo, mentre il professore parla nomini un argomento che lo studente conosce bene, dunque si interviene per portare il discorso nella direzione che preferisci. Su Skype, proprio per ottenere una comunicazione comprensibile, è preferibile non farlo: fra ritardi ed interferenze diventa un casino. Al massimo, quindi, ho aggiunto qualcosa dopo che la prof finisce di parlare.

Immagino comunque tu non fossi la sola a dare l’esame in questo modo. Come è stato gestito l’elenco delle persone da interrogare dal docente? Come ha fatto per darvi degli orari ed un ordine?

Eravamo io ed un’altra ragazza, dunque la docente ha dato semplicemente due orari diversi a ciascuna di noi, con uno stacco di mezz’ora. Poi, certo, vista la straordinarietà del caso ci sono stati dei ritardi, ma non ci sono state particolari difficoltà da questo punto di vista.

Credi di aver avuto dei vantaggi o degli svantaggi dallo svolgere l’esame in questa modalità?

Ci sono stati pro e contro. Sicuramente fare l’esame da casa rende l’atto in sé più confortevole, ma dall’altro lato il fatto di non sentire di tanto in tanto cosa lei mi dicesse poteva costituire un problema. Per fortuna bastava chiederle di ripetere e lei lo faceva, è stata comprensiva da questo punto di vista.

Come pensi l’avresti presa se avessi dovuto laurearti con questa stessa modalità?

Da un lato non sarei stata felicissima: c’è chiaramente l’usanza di festeggiare questi momenti, di fare giochi appena dopo la discussione e la proclamazione, di dare un buffet e altro, tutte cose che non si sarebbero potute fare in questo momento. Emotivamente, però, forse mi sarei potuta sentire più a mio agio a fare anche la laurea telematicamente.

Umberto Antonio Olivo
Umberto Antonio Olivo
Nato nel segno della musica, ho sempre scritto principalmente di pop e R&B. Col periodico mi sono scoperto in grado di scrivere anche di cinema, attualità, scienza, politica e svariati altri argomenti. Spero di potervi soddisfare con ogni tipologia di articolo possibile!

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