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Enzo Ferrari: il 14 agosto 1988 se ne va il mitico fondatore delle rosse di Maranello

Se n’è andato nel suo stile: senza clamori, in silenzio e con una cerimonia funebre per pochi intimi, scelti da lui stesso prima di esalare l’ultimo respiro. Enzo Ferrari, schivo ma geniale, l’imprenditore che ha donato al mondo delle automobili e delle corse l’omonima azienda con il simbolo del cavallino rampante, è morto il 14 agosto 1988 a 90 anni. La notizia della sua dipartita è stata divulgata il giorno seguente. Una vita spesa tra la passione delle corse e soprattutto per la sua «creatura», quella Ferrari che ha portato ad essere una delle aziende e dei team sportivi più famosi e vincenti di sempre.

Il mito di Enzo Anselmo Ferrari parte da Modena, quando viene al mondo il 18 febbraio 1898 da Adalgisa Bisbini, ricca proprietaria terriera di Forlì, e Alfredo Ferrari che gestisce un’officina composta da circa 30 dipendenti. Inevitabilmente, fin da giovane Enzo comincia ad entrare in contatto con il mondo delle automobili, seguendo il padre e il fratello Dino che come lui amano le corse. Nel 1912, durante la Coppa Florio, comincia a maturare l’idea di diventare pilota, una delle sue grandi passioni insieme al giornalismo sportivo e alla musica classica.

Enzo Ferrari ha avuto la passione per le corse fin da giovane.

Il debutto su una vettura da gara arriva nel 1916, dopo aver superato un momento difficile per la morte del genitore, a causa di una polmonite, e del fratello caduto in guerra. A questo punto, Enzo Ferrari si impegna al massimo per realizzarsi, e si trasferisce a Torino allo scopo di essere assunto alla Fiat. Qui però viene scartato, e questa delusione rappresenta in realtà la base da cui poi nasceranno i suoi grandi progetti vincenti. Diventato collaudatore, viene ingaggiato dalla CMN, una ditta che produce vetture da corsa e che gli apre la strada alle gare, fino a quando non arriva nel 1920 la chiamata della mitica Alfa Romeo.

Enzo Ferrari: i primi successi in Alfa e la nascita dell’omonima scuderia

Al volante della vettura della casa milanese, Enzo Ferrari ottiene la sua prima vittoria da professionista nel 1923 a Ravenna, portando al primo posto una Alfa RL. In questo frangente conosce Paolina Biancoli, la madre dell’aviere Francesco Baracca, che decide di donare al giovane pilota il cavallino rampante, il simbolo che il figlio utilizzava per il suo aereo. Da questo momento, il Drake resterà legato per sempre a quell’icona, facendone poi uno dei marchi automobilistici più importanti e prestigiosi al mondo.

Nel 1924 fa parte del team di piloti ufficiali dell’Alfa Romeo e comincia ad inanellare diversi trionfi, diventando anche socio dell’azienda di cui è portacolori in pista. Nel 1929 si verifica un altro evento fondamentale nella vita di Enzo: nasce la Scuderia Ferrari, attraverso la quale può avere piena libertà di gestione e sviluppo del team da corsa, avendo al contempo a disposizione le macchine più performanti di quegli anni, ovvero le Alfa Romeo. Riesce ad ottenere il supporto di grandi sponsor e anche dei migliori driver di quel periodo, tra i quali soprattutto Tazio Nuvolari. E così il team fin da subito si dimostra di successo, disputando 22 gare, ottenendo 8 trionfi e copiosi piazzamenti di rilievo.

Dall’Alfa Romeo alla nascita della Scuderia Ferrari.

Si arriva così al 1931 quando Enzo Ferrari decide di mettere da parte la carriera da pilota dopo 41 corse disputate e 9 vittorie, per dedicarsi completamente all’attività imprenditoriale. Quest’importante decisione arriva anche in seguito alla nascita del figlio Dino, frutto del matrimonio con Laura Garello. Anche agli albori degli anni Trenta la Scuderia Ferrari si impone come una delle realtà più vincenti del comparto corse, grazie anche all’apporto del talento di Nuvolari che, come tanti altri piloti dopo di lui, avrà sempre un rapporto di grande stima ma anche qualche tensione con il patron modenese. Fra i trionfi che sanciscono la fama mondiale del nuovo marchio c’è quello della Coppa Vanderbilt del 1936, quando Nuvolari porta al primo posto un’Alfa Romeo 12C-36 tra le strade di Long Island, a New York.

Questo grande avvio non salva la Scuderia Ferrari dalla liquidazione del 1938, con il manager emiliano che ottiene la direzione della nuova Alfa Corse: dopo appena un anno e circa cento trionfi accumulati nella sua lunga esperienza con la società del Quadrifoglio, il Drake saluta per dar vita al sogno di fondare un’azienda e un team tutti suoi.

La fondazione della Ferrari e il sorpasso all’Alfa Romeo

Il vero esordio della Ferrari è datato 1940, quando il suo fondatore affida all’ingegnere Alberto Massimino il compito di progettare e produrre due automobili che vengono chiamate – tenendo conto del nome della società – Auto Avio Costruzioni 815. La produzione di queste vetture viene bloccata bruscamente a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, quando la ditta viene riconvertita in una fabbrica per macchine utensili. Qualche anno dopo, nel 1943, Enzo Ferrari acquista un grande terreno nei pressi di Modena, a Maranello, e qui fa edificare lo stabilimento che ancora oggi è la sede centrale del cavallino rampante.

Un altro momento importante si ha nel 1947 quando viene presentata la Ferrari 125, primo modello interamente prodotto dall’azienda di Maranello e ideata dall’ingegnere Gioacchino Colombo. L’esordio nelle corse di queste macchine è nel maggio dello stesso anno a Piacenza, dove vengono guidate da Nino Farina e Franco Cortese. Dopo poche settimane, è Cortese ad ottenere il primo successo al Gran Premio di Roma alle Terme di Caracalla, e questo sarà il primo di tanti ed epici trionfi. Negli anni successivi il brand continua ad evolversi e a diventare famoso grazie anche alle prestazioni in pista.

Il 5 settembre 1948 si registra la prima presenza di una Ferrari al Gp d’Italia, concluso al terzo posto con il francese Raymond Sommer. Il 24 ottobre Nino Farina taglia per primo il traguardo al Circuito del Garda, e da qui comincia la grande competizione tra l’azienda di Maranello e l’Alfa Romeo per la quale aveva guidato e lavorato in gioventù Enzo Ferrari. Il 1949 porta le vetture modenesi ad ottenere 30 successi su 49 corse disputate, e uno dei più prestigiosi è quello di oltreoceano alla Carrera Panamericana. Quindi nel 1950 è il momento della nascita della Formula 1.

Amarcord 8 ottobre 2000: Schumacher campione del mondo con la Ferrari

La Ferrari non prende parte al primo Gp in Inghilterra, a Silverstone, lasciando quindi strada libera alla vittoria dell’Alfa Romeo. Sarà proprio il team del Quadrifoglio ad aggiudicarsi il successo finale, anche se fin da subito le nuove auto del Drake si dimostrano competitive. Il 14 luglio 1951 Froilàn Gonzalez entra nella storia ottenendo il primo trionfo in Formula 1 con la 375 F1, lasciandosi dietro il grande Juan Manuel Fangio alla bandiera a scacchi del Gran Premio di Silverstone. In questa circostanza, Enzo Ferrari pronuncia una delle sue frasi storiche: «Oggi ho ucciso mia madre», riferendosi proprio alla sconfitta inferta all’Alfa Romeo che alla fine dell’anno abbandona il mondo delle corse per dedicarsi esclusivamente alle vetture di serie.

Froilan Gonzalez: primo vincitore in F1 su Ferrari.

Priva della sua principale avversaria, nel 1952 la Ferrari è già campione del mondo con Alberto Ascari. Da questo momento, il fondatore colleziona altri 8 titoli piloti e altrettanti costruttori. Dopo la sua scomparsa, le rosse ottengono ulteriori 7 mondiali piloti e 8 costruttori.

La crisi e l’accordo con la Fiat

I numerosi primati e titoli conquistati in Formula 1 consentono al brand Ferrari di raggiungere le vette della popolarità mondiale. Inoltre da Maranello nascono vetture di grande prestigio, grazie anche al contributo ai progetti GT di ingegneri di rilievo quali Nuccio Bertone, Alfredo Vignale e ovviamente Giovanni Battista Farina. Le vendite sono in aumento, ma gran parte delle entrate vengono investite per il reparto corse, dunque ben presto la società comincia ad entrare in crisi finanziaria.

Ford fiuta l’affare e nell’aprile del 1963 propone un accordo per l’acquisto dell’azienda italiana: gli statunitensi offrono 18 milioni di dollari e propongono di dar vita a due realtà distinte, la Ford-Ferrari per i modelli GT e la Ferrari-Ford per le corse. Quest’ultima sarebbe rimasta nelle mani dell’imprenditore di Modena per il 90%, mentre il restante 10% sarebbe andato alla casa automobilistica americana (l’opposto sarebbe accaduto per Ford-Ferrari). Quando ormai sembra tutto fatto, improvvisamente il Drake straccia il contratto, rifiutandosi di cedere il 10% del team per le gare.

Enzo Ferrari e l’accordo con Fiat.

Il fallimento dell’intesa con Ford consente così a Fiat di subentrare nel 1969. In questo caso si giunge a un compromesso da 2 miliardi di lire, una cifra che avrebbe consentito al marchio di Maranello di scongiurare il fallimento. In base all’accordo, la società della famiglia Agnelli avrebbe ricevuto dalla Ferrari i progetti dei motori, mentre la Fiat a Torino avrebbe assemblato le automobili di serie. Enzo Ferrari accetta la proposta che prevede che il 50% del cavallino rampante passi al marchio torinese, il 40% rimanga al Drake e il restante 10% vada al figlio Piero. Ad ogni modo, alla fine il sì del manager emiliano arriva perché dalla Fiat gli assicurano che avrebbe continuato a gestire lui interamente la scuderia sportiva.

L’addio a Enzo Ferrari il 14 agosto 1988

Il 14 agosto 1988 Enzo Ferrari muore a 90 anni nella sua casa di Modena. La notizia del suo decesso viene diffusa il giorno dopo, quando ormai sono stati celebrati già i funerali. Si tratta di una delle ultime volontà del fondatore del cavallino rampante, il quale in un biglietto ha scritto anche i nomi dei pochi amici che avrebbe voluto alle sue esequie.

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Patrizia Gallina
Patrizia Gallina
Patrizia Gallina è una giornalista e conduttrice sportiva presso le emittenti televisive della Liguria. Conosciuta come scrittrice, attrice, cantante e modella, è nata nella città di Genova. Ha conseguito la laurea in Scienze Umanistiche presso l'Università degli Studi di Genova. Coltivo da sempre la mia passione per l'arte, la fotografia, la moda, il giornalismo e il calcio.

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