giovedì, Aprile 25, 2024

Emma Smith giornalista transgender, il lavoro alle sue condizioni

Emma Smith la giornalista sportiva di Leeds è una giornalista transgender che per poter lavorare e quindi coltivare la propria passione ha dovuto porre delle condizioni ben precise. In una recente intervista, Smith spiega che la sua passione è sempre stata lo sport con il quale è cresciuta. Emma racconta anche le prime difficoltà incontrate nel suo percorso lavorativo a causa della sua identità.


Conduttrice Lgbtq intervistata da New York Times


Emma Smith, chi è la giornalista di Goal?

Emma Smith è una giornalista inglese appassionata di sport, soprattutto di calcio, che lavora con il sito web Goal. L’impiego, notevole passo avanti per realizzare il suo sogno e cioè lavorare come giornalista sportiva, l’ha ottenuto 4 mesi dopo aver dichiarato di essere transgender. I primi tempi non sono stati facili, ma Emma non ha perso la propria grinta. Inoltre la giornalista ha cominciato a lavorare per Goal durante il pieno della pandemia: “Il mio primo giorno a Goal è stato il primo giorno di lockdown, il che non era l’ideale. Tutto quello che potevo fare era andare avanti con il sorriso. Non ho incontrato nessuno dei colleghi con cui lavoravo, non sono stata in ufficio con loro. È stato incredibilmente insolito”.

La passione per il calcio viene da lontano

Emma è cresciuta con la passione per il calcio e fin dall’infanzia aveva deciso che avrebbe voluto essere una giornalista sportiva: “Ero arrivata all’età in cui sapevo che non sarei diventata una calciatrice professionista. Ho pensato che forse avrei dovuto provare qualcos’altro, ma ero assolutamente ossessionata dal calcio e volevo essere coinvolta in questo sport in qualche modo. La scrittura è diventata un’opzione. Così è arrivata l’opportunità di raccontare le partite del Tottenham nel fine settimana o nelle partite europee. Non era un impiego pagato, ma non mi pesava perché era quello che volevo fare e parlavo di una grande squadra. Inizialmente ho parlato anche dei piloti britannici di Formula 1. In questo modo ho avuto la fortuna di incontrare Lando Norris e George Russell prima che diventassero piloti di F1. Li ho intervistati in queste incredibili strutture dove sono state testate e realizzate tutte le auto. È stato fantastico”.

Emma Smith e la propria identità nel mondo del lavoro

Emma crescendo si ritrovò anche a guardarsi dentro e a capire che l’identità che possedeva non era quella che voleva: “Da piccola non sapevo cosa fosse una persona transgender. Di queste cose non si parlava e c’erano pochissimi modelli di ruolo in TV, e certamente non nello sport. Così ho passato ogni sorta di cose diverse, pensando che potevo essere questo o quello. Sapevo solo che volevo qualcos’altro nella vita per me stessa, ma l’ho tenuto nascosto per anni e anni. Questo mi ha reso molto, molto infelice, a volte”. L’amore della sua famiglia e dei suoi amici è andato oltre i pregiudizi e accettare la nuova identità di Emma non è stato un problema. Nell’ambiente di lavoro è invece stato diverso e per questo motivo la giornalista ha deciso di cercare altrove. È arrivata l’opportunità di Goal che è stata ovviamente una grande vittoria per Emma.

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