Cardi Gallery ha allestito la prima mostra personale dell’artista Emilio Isgrò. Un’intima esposizione che occupa il primo piano della Casa a schiera Mayfair a Londra. L’evento prosegue fino al 19 marzo.
“La Città si Racconta”, il progetto sulla città che unisce immagine e parola
Chi è Emilio Isgrò?
Nato nel 1937 a Barcellona Pozzo di Gotto, Isgrò vive e lavora a Milano, dove si trasferisce nel 1956 dopo un periodo da attore in Sicilia. Con uno background di studi classici e nessuna formazione artistica, l’artista si è avvicinato alle arti visive dopo anni passati a scrivere poesie e notizie. Con una pratica incentrata sull’incontro tra parola e immagine, ha scosso e rimodellato il linguaggio visivo nel dopoguerra Italia. Risalgono ai primi anni 1960 l’esperienza da giornalista de Il Gazzettino e le prime opere, Titoli di Giornale 1962–64. Sono commenti visivi sul trattamento mediatico delle informazioni che evidenziata la relazione ingannevole tra verità e menzogna. Ha iniziato a intervenire attraverso un radicale gesto, quello della cancellazione.
La ricerca nell’eliminazione
L’osservazione di una bozza pesantemente corretta per cui un collega stava modificando la
pubblicazione è diventata la sua firma. Nel 1966, Isgrò teorizza una forma personale
di poesia visiva dove parola e immagine coesistono per generare un’organica manifestazione estetica.
La rimozione del superfluo
Cancellando la notazione stampata con segni spessi, lasciando solo un termine
o frammenti leggibili, Isgrò interviene sul linguaggio in libri, giornali o documenti storici, spartiti musicali o mappe. Così altera drasticamente l’orizzonte del visibile, evidenziando e portando
alla ribalta ciò che non è espunto. Ciò che può essere considerato distruttivo è invece rivelatore, offrendo nuove letture con un gesto capace di riformulare e affermando la realtà. L’azione sovverte i codici di comunicazione sfida le strutture di potere che si sono infiltrate e modellate. La ricerca dell’artista per l’essenziale espone come la sovrabbondanza di parole
e di immagini rende le persone cieche, desensibilizzate al significato.
Emilio Isgrò e l’Uomo e la Natura
Isgrò si interessa alla dualità tra Umanità e Natura, indagata incorporando in molte delle sue opere delicati insetti. Ci sono sciami di api a simboleggiare la cultura, formiche che ci ricordano la nostra fragilità. Inoltre, l’artista lavora con le mappe: cancella la toponomastica per bilanciare l’antropizzazione del paesaggio e permettere alla terra di esistere oltre i confini della geografia. Ha partecipato a alcune delle più importanti mostre al mondo, “L’Artista e il Libro nell’Italia del Novecento” nel 1992-1993 al MoMA di New York e nel 1994 alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia. Nel giugno 2013 ha allestito una personale alla Galleria d’arte moderna di Roma. Da giugno a settembre 2016 Milano ha omaggiato il talento con una grande retrospettiva in più sedi.
La mostra londinese
Per Isgrò l’atto di distruzione della parola pone le basi per la ricostruzione dell’essere umano. I risultati delle cancellazioni sono pittorici, non dipinti. Sono costruzioni di metafore, giostre storiche e icone contemporanee. Lavori solidificati in una mitologia decontestualizzata
che parla di universalismo culturale. Le creazioni incluse nella mostra, prodotte tra il 2010 e il 2018, presentano cancellazioni su libri fisici o pagine in diverse lingue e culture. Ha alleggerito la Divina Commedia in cui Dante indaga la luce, la verità e la ricerca della conoscenza. Poi è intervenuto anche al manzoniano saggio Storia della colonna infame. Le opere sono esposte alla Cardi Gallery accanto alle pagine da codici legali in latino e turco.
Immagine da cartella stampa.
