venerdì, Marzo 29, 2024

Elisa Biffi- L’intervista ad una giovane scrittrice.

Dopo aver recensito il suo ultimo libro “Solo sulle tue gambe. Siamo tutti diversamente abili”, non poteva di certo mancare l’intervista dedicata ad una giovane ed intraprendente scrittrice. È sempre molto interessante scoprire cosa nasconde la mano che ha dato vita, nero su bianco, a storie, personaggi, riflessioni.. Specie se dietro a certe opere si celano personalità di un certo spessore. Questo è sicuramente il caso di Elisa Biffi.

– Ciao Elisa! Grazie per avermi concesso questa intervista! Per iniziare… Sapresti descriverti con tre aggettivi?

“Ciao!! Grazie a te e… I tre aggettivi con i quali mi descriverei sono: coerente, sincera e determinata.”

– Qual è il tuo obiettivo principale nella vita?

“Di obiettivi ne ho diversi, per lo più sogni (che penso ognuno dovrebbe perseguire nella propria vita), ma se dovessi individuare il principale per importanza credo sia il fine ultimo per cui faccio tutto quello che faccio: aiutare gli altri. Come? Portando un pizzico di giustizia e qualche sorriso nel mio piccolo. E’ un obiettivo ambizioso, lo riconosco, ma è la motivazione che mi fa credere in quello che faccio e andare avanti con convinzione nonostante le difficoltà.”

– So che sei una dottoressa in comunicazione interculturale.. Come mai hai scelto questa facoltà? Cosa ha dato in più alla tua persona? Quanto ti ha aiutata nel raggiungimento dei tuoi obiettivi?

“Sin dal liceo mi sono dedicata allo studio delle lingue perché il linguaggio verbale e la gestualità sono i nostri modi di presentarci agli altri e più sono gli usi e costumi di cui veniamo a conoscenza più si instaurano rapporti tra le persone e si prevengono incomprensioni e conflitti. Poi ho proseguito in questo ambito di studi perché ho sempre visto nel ruolo del mediatore culturale un ponte che abbatte le barriere e arricchisce due o più bagagli culturali facendoli dialogare tra loro. In quanto a me, ritengo di essere solo all’inizio di un percorso lungo e in divenire e spero di avere del potenziale da mettere al servizio degli altri in futuro rispetto a temi quali l’integrazione e la multiculturalità. Già oggi, però, sento di aver scoperto me stessa scoprendo gli altri, di aver avuto la fortuna di conoscere persone che mi hanno cambiata ed essermi immersa in molteplici discipline (dal diritto all’antropologia, dalla psicologia alla sociologia), oltre che in lingue e culture anche di Paesi spesso visti come molto distanti da noi (quali ad esempio quelli appartenenti al Mondo Arabo) che mi hanno consentito di decentrarmi e assumere ogni volta punti di vista differenti.”

-Quando e come è nata l’idea di scrivere un libro?

” La passione per la scrittura l’ho sempre nutrita a dire il vero. Circa cinque anni fa ho iniziato a scrivere articoli, fiabe e storie brevi e a partecipare a concorsi. Poi nell’estate del 2015 ho deciso di scrivere qualcosa di più corposo e si è fatta strada nella mia mente l’idea di un libro. Come a volte accade con le cose decise a priori, però, non fu quella la mia prima pubblicazione. Infatti alcuni mesi dopo, nel dicembre del 2015, pubblicai il mio primo libro, una raccolta di pensieri nata dalla voglia di unire in un tutt’uno armonico riflessioni raccolte nero su bianco nel tempo. Quindi direi che è nato tutto da un graduale evolversi dell’amore per la scrittura che mi scorre nelle vene da sempre. Già a scuola la mia materia preferita era Italiano e da piccolissima fingevo di narrare storie ai miei genitori quando ancora pronunciavo parole inesistenti, frutto della fantasia di unire vocali, consonanti e suoni. Certo è che, dopo l’elaborazione del testo, la decisione finale di inviare il manoscritto per la pubblicazione è stata come un salto nel vuoto, adrenalinica.”

-Quanto pensi che la tua giovane età possa contribuire ad instaurare un buon rapporto con i lettori?

“Avere una giovane età può avere risvolti sia positivi che negativi, un po’ come tutte le età. Lo svantaggio, se così lo vogliamo chiamare, dell’essere giovani può essere che talvolta non si venga presi sul serio da subito, perché spesso si fa di tutta l’erba un fascio e chissà perché il fascio “giovani” è spesso qualitativamente poco stimato. In compenso è sempre molto piacevole far ricredere le persone in positivo e il grande vantaggio dell’essere giovani è l’essere spontanei e sognatori, seppur sempre con i piedi per terra e realisti. La gioventù è un’età che ognuno custodisce gelosamente dentro di sé, perciò forse questa tua domanda mi sta facendo pensare al fatto che questo potrebbe essere un canale privilegiato dei giovani per arrivare al cuore delle persone. Quello su cui, invece, mi sono spesso trovata a riflettere è che non c’è un’età per innamorarsi così come non c’è un’età per scrivere e diventare autore. Esserlo parte da molto prima della pubblicazione, è connaturato come un gene, come i talenti che ognuno sente di avere. Penso sia affascinante vedere anche l’evolversi di un autore attraverso le diverse fasi della sua vita.”
-E invece il libro “Solo sulle tue gambe com’è nato? È un libro molto particolare ..
“Solo sulle tue gambe”, uscito nel dicembre 2016, è particolare per forma e contenuti, hai ragione. E’ un romanzo nato per intrecciare tra i tanti filoni narrativi uno più autobiografico (un tributo alla mia famiglia e a una persona che ormai non è più fisicamente con noi ma che portiamo nel cuore), ma soprattutto è nato per sfatare un mito: la normalità. Ci sono diversi messaggi disseminati nel testo, tanti altri verranno conferiti alle mie parole dai lettori, ma sin dal sottotitolo si palesa la volontà di dimostrare che ognuno di noi è unico, ha delle diverse abilità, tanto motorie quanto nel dimostrare i propri sentimenti. Essere diversi significa essere speciali, a volte questo si dimentica, ci si dimentica della propria persona, degli arti di cui si fa un uso sistematico senza rifletterci. Le gambe sono il filo conduttore sotto questo punto di vista.”
-Nel libro parli anche di perdite importanti e si evince l’importanza che ha per te la tua famiglia. Hai subito in prima persona una perdita che ti ha cambiato la vita?
“Purtroppo sì, ho perso una delle poche persone per le quali mi sia sentita davvero utile nella mia vita e da quel momento sono cambiata molto. Sono maturata, mi sono dedicata a interessi nuovi e ho conosciuto nuove persone, ma quel vuoto rimarrà sempre incolmabile. E’ una sensazione che non auguro a nessuno, ma che prima o poi ognuno arriva a provare nella vita e, se da un lato vi è la consapevolezza che determinate ferite non sono destinate a rimarginarsi, dall’altro in quei frangenti si raggiunge un grado d’introspezione difficile da raggiungere altrimenti, doloroso ma costruttivo per poi rialzarsi.”
-Cammini, oggi, “Solo sulle tue gambe?”
“Sì, sarei ipocrita se non fossi riconoscente alle persone che amo per essermi sempre accanto e sostenermi, ma credo proprio di poter dire di camminare solo sulle mie gambe. Non sono il tipo di persona che cerca scorciatoie, piuttosto percorro le strade più lunghe, ma preferisco raggiungere gli obiettivi oppure sbagliare sempre agendo da sola, secondo la mia coscienza. Solo con le mie forze, pian piano sto costruendo il mio oggi in prospettiva di un domani, nonostante spesso ci siano ostacoli da superare e maschere da togliere ad alcuni volti.”
-Grazie per le tue risposte sempre profonde! Ultime domande… Il tuo libro preferito, quello che avresti voluto scrivere e uno che invece non ti ha mai entusiasmata.
“Avrei voluto essere l’autrice del libro “L’amore ai tempi del colera” di Gabriel García Márquez, mentre non saprei quale libro citarti che non mi abbia entusiasmata. Quelli letti per motivi di studio sono sempre state pietre miliari della letteratura mondiale, mentre quelli scelti dalla sottoscritta sono sempre stati selezionati in base a motivi ben precisi e finora non mi hanno mai delusa. Forse oggi in commercio ci sono libri che definire tali può essere improprio, ma i libri amati dal concepimento all’atto dello sfogliarne le pagine credo siano arte e, che piacciano o meno, si prestino a molteplici letture. Di ogni libro letto credo potrei trovare la mia personale chiave interpretativa, un lato piacevole per come l’hanno visto i miei occhi.
Grazie a te per le tue domande originali, puntuali e circoscritte ma al tempo stesso ricche di spunti e aperte a diversi possibili orizzonti.”
-Sei stata molto gentile ed è sempre una ricchezza scambiare due chiacchiere con te. Ultimissima domanda, i tuoi lettori potranno trovarti al “Salone internazionale del libro” di Torino 2018?”
“Solo sulle tue gambe” sarà al Salone di Torino di maggio allo stand S.E.U. (l’Associazione “Scrittori Emergenti Uniti”) e io terrò una presentazione proprio nell’ambito della fiera, perciò ci sarò anche di persona per due chiacchiere in compagnia!
Grazie di cuore, questo scambio è stato molto piacevole anche per me” 
 

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