Il CPP (Partito Popolare Cambogiano), il partito al potere del primo ministro uscente Hun Sen, ha ricevuto un plebiscito alle elezioni del 29 luglio, secondo i risultati diffusi oggi. Lo straordinario risultato gli garantisce un altro mandato ma rafforza altresì la legittimità di dubbi circa il regolare svolgimento delle consultazioni. Secondo quanto diffuso dal Comitato Elettorale il CPP si è infatti assicurato tutti i 125 seggi del parlamento, guadagnandone per la prima volta il controllo totale.
L’unica forza politica che avrebbe potuto frenare questo risultato, il Partito Cambogiano di Soccorso Nazionale, è stato sciolto nel corso del 2017 dai tribunali per poi allinearsi alle posizioni del primo ministro Hun Sen. I 19 partiti che si sono confrontati in luglio con il CPP erano quasi tutti liste civetta dello stesso, creati al solo scopo di garantire a Hun Sen un consenso ancora più ampio. L’opposizione ha proposto il boicottaggio delle elezioni ma l’affluenza si è comunque attestata sull’83% e il CPP ha ottenuto da solo i due terzi dei voti in tutte le provincie.
Le precedenti elezioni, il 28 luglio 2013, avevano visto la quarta vittoria consecutiva del CPP, che guadagnava 68 seggi all’Assemblea Nazionale. All’opposizione guidata dal Partito Cambogiano di Soccorso Nazionale andavano invece i restanti 55. L’opposizione, denunciando brogli e mancanza di un reale processo democratico, aveva quindi boicottato il parlamento, dando il via a una serie di proteste contro il governo.
Nel 2014 l’opposizione finalmente ha accettato di occupare i suoi seggi in parlamento. L’esilio de facto del leader dell’opposizione Sam Rainsy, che Hun Sen fa in modo non ottenga nemmeno il perdono reale, non fa che rafforzare la posizione del CPP. Rainsy viene sostituito dal deputato Sokha alla guida del partito ma questi viene arrestato con l’accusa di tradimento. In seguito il governo chiude il quotidiano Cambodia Daily, vicino alle opposizioni, e scioglie lo stesso partito di Sokha, trovandosi di fatto incontrastato il 29 luglio scorso.
È leggitimo chiedersi che genere di partito sia il CPP. Potremmo assimilarlo in qualche modo a Russia Unita di Vladimir Putin o ai vari partiti creatisi nelle repubbliche post-sovietiche e spesso coagulati attorno a una figura carismatica e autoritaria. Questi partiti, spesso eredi di una tradizione marxista-leninista, come è per il CPP, propagandano populismo e autoritarismo. Sono i cosiddetti partiti pigliatutto, che senza una precisa ideologia mirano a ottenere il consenso più ampio possibile.
Con queste elezioni assistiamo all’inesorabile involuzione della democrazia cambogiana su un modello est europeo o centrasiatico, che trasforma la nazione indocinese in una succursale politica dell’Asia Centrale, dove la vecchia oligarchia sovietica riciclatasi come entourage di un “uomo forte” regge le sorti delle nazioni.