L’Egitto riaprirà l’ambasciata in Libia

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Secondo quanto riportato da Reuters, l’Egitto riaprirà l’ambasciata a Tripoli dopo sei anni. La riapertura segna il passaggio a un approccio più conciliante rispetto alla fazione guidata da Serraj. La riapertura arriva dopo l’annuncio dell’ONU della creazione di un governo ad interim che avrà come obiettivo la riunificazione della Libia.

Com’è l’approccio dell’Egitto in Libia?

L’Egitto è da sempre un fervente sostenitore di Khalifa Haftar. Il generale e capo del governo dell’Esercito nazionale libico (LNA) ha condotto una campagna militare per prendere il controllo di Tripoli che è fallita miseramente l’estate scorsa. L’obiettivo dell’Egitto era quello di difendere il confine con la Libia tramite Haftar per limitare l’influenza dei Fratelli Musulmani e dei movimenti islamisti nella regione. Come dichiarato qualche tempo fa dal ministro degli esteri egiziano “l’Egitto vuole raggiungere la stabilità in Libia, preservando l’unità e l’integrità della stessa. Tramite la cooperazione permanente con paesi fraterni e amichevoli vicini alla Libia e interessati al destino del popolo libico. Allo stesso tempo, la ricerca di una soluzione politicanon deve portare all’autocompiacimento di fronte alle correnti terroristiche estremiste in Libia sostenute dalla Turchia“.


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La visita a Tripoli

Durante l’ultima visita della delegazione egiziana a Tripoli si sono tenuti degli incontri con ministri degli Esteri e dell’Interno del governo uscente di Serraj. L’obiettivo della visita era prepare le disposizioni logistiche per ristabilire la presenza diplomatica dell’Egitto nella capitale e nel consolato di Bengasi. Questa mossa è stata letta dagli esperti come un tentativo di creazione di una sempre maggiore cooperazione politica, economica e di sicurezza tra Egitto e Libia. Dopo il fallimento della campagna di Haftar il governo egiziano punta a cambiare la propria politica estera per adeguarsi alle nuove proposte della comunità internazionale. Questa scelta potrebbe essere letta anche in chiave anti-turca. Turchia ed Egitto sono ai ferri corti da tempo e il governo di Al-Sisi potrebbe voler recuperare il terreno perduto in Libia con i Turchi che sostengono da sempre il governo Serraj e hanno aperto l’ambasciata a Tripoli nel 2017.

La chiusura dell’ambasciata dell’Egitto in Libia

L’Egitto chiuse la propria ambasciata in Libia nel 2014 quando scoppiò la seconda guerra civile tra la fazione riconosciuta dall’ONU con capitale a Tripoli e la fazione del generale Haftar che controlla la Cirenaica con sede a Tobruk. Il conflitto prese una brutta piega quando nel 2016 l’ISIS riusci a penetrare in Libia conquistando le città di Derna e Sirte, riconquistata a caro prezzo dall’esercito di Serraj. A quella battaglia presero parte anche le forze speciali italiane. L’Egitto invece è intervenuto con la propria aviazione per supportare la liberazione di Derna da parte delle forze del generale Haftar.

La soluzione dell’ONU

I piani dell’ONU per la Libia sono semplici ma complessi: la soluzione prospettata è quella di una riunificazione del paese tramite elezioni libere che si dovrebbero tenere il 24 dicembre di quest’anno. La nuova conformazione politica della Libia prevede la creazione di un Consiglio di presidenza a tre membri, ognuno dei quali lavorerà in rappresentanza di una regione storica del Paese: Tripolitania, Cirenaica e Fezzan.