giovedì, Marzo 28, 2024

ECOSIA: come funziona davvero il motore di ricerca verde

Il boom di Ecosia: il motore di ricerca verde degli ambientalisti

45 ricerche corrispondono ad un albero per Ecosia: il motore di ricerca che riunisce ambientalisti ed emergenza plastica. Ma quale connessione c’è tra internet ed alberi? La risposto è nella politica della società fondata nel 2009 a Wittenberg in Germania il 14 dicembre 2009 da Christian Kroll in associazione con Bing, Yahoo ed il WWF. I progressi fatti in questi 10 anni sono enormi: organizzazioni no-profit occupate nella riforestazione e conservazione della natura hanno ricevuto l’80% dei guadagni che il motore riceve dagli annunci online, corrispondenti al 47,1% delle entrate.

Ecosia.org è un vero e proprio motore di ricerca, con le stesse funzionalità di Google e quindi può facilmente sostituirlo. Il software si basa su Microsoft Bing, meno efficace e ciò crea evidenti problemi di personalizzazione di ricerche e ordine di rilevazione dei risultati: ciò dipende dalla riservata politica sulla privacy di Ecosia che, a differenza di Google, ha un controllo molto minore sulle nostre informazioni e dati.

Minimo indispensabile: un attivismo passivo

Una trovata ingegnosa perché praticabile da tutti in ogni luogo: paradossalmente compire l’azione che facciamo più spesso negli ultimi tempi, ovvero navigare online, diviene un ottimo metodo per agire per l’ambiente. Nonostante il tempo ha convinto molti utenti ad abbandonare le petizioni online, le associazioni virtuali, likes e post, negli ultimi mesi l’attivismo passivo sembra ritornare in primo piano. Ciò probabilmente nasce dalla sempre maggiore consapevolezza di un’emergenza ambientale imminente, alla quale sembra davvero difficile contrapporti, dunque il minimo che si riesce a fare sembra indispensabile.

Gli alberi piantati sono uno strumento per dare sostenibilità alle zone deserte, per combattere l’erosione del suolo ed evitare l’estinzione di alcuni animali: la rigenerazione di flora, fauna e corsi d’acqua sono il punto di partenza.

Ecosia: il funzionamento

Il funzionamento è molto semplice: il click sul link o sull’annuncio dona un pagamento ad Ecosia da parte dell’azienda interessata. Il guadagno viene poi investito in alberi. Sta difatti finanziando progetti ambientali in Brasile, Peru, Marocco, Madagascar, Spagna, Indonesia, Burkina Faso, in quest’ultimo Paese la riforestazione è in corso dal 2015.

Un nuovo seme viene mediamente piantato ogni 45 ricerche, ognuna di queste corrisponde a mezzo centesimo di guadagno per Ecosia, per ogni albero servono 22 centesimi e dunque 1.1 secondi.

Il conteggio è disponibile direttamente sull’homepage del sito che aggiorna il numero di alberi piantati in tempo reale. L’obiettivo di Kroll è dal 2009 quello di “raggiungere il miliardo entro il 2020“, nel 2017 il fatturato è triplicato in pochi mesi: “A lungo ho pensato: ‘è da pazzi’; ora dico no: ‘possiamo farcela’. E anche se non dovessimo riuscirci, tenere in mente questa cifra ci fa muovere nella giusta direzione” incita Kroll.

“Ci sono 660mila persone che visitano il nostro sito ogni giorno e vengono fatte su Ecosia 32 milioni di ricerche ogni settimana, il 25% dalla Francia”.

La nascita del search engine trees

L’origine di Ecosia è nella parole del creatore Chris Kroll: “è stata un processo, non un’illuminazione folgorante” sono le parole con cui comincia il racconto in videochiamata Skype. Dopo aver terminato l’università in anticipo, Kroll decide di girare il mondo per un anno e mezzo. Il cammino scelto prevede più tappe: India, Indonesia, Nepal, in questi luoghi egli tenta un primo motore di ricerca capace di essere utile ai disagi della popolazione. Un progetto fallito che però non pone fine ai sogni di Chris, arrivato in Argentina i problemi ambientali diventano il centro della sua esistenza: “Qui ho letto decine di libri sui problemi del nostro tempo, tra cui la deforestazione: responsabile del 20 per cento di emissioni. Non ne sapevo un accidente: è qualcosa di cui dovremmo vergognarci.

L’idea di affiliarsi con Google per un motore di ricerca verde è troncata sul nascere dalle divergenze che nascono, che consente una prima bozza di Ecosia: “All’epoca ci lavoravo solo io, non riuscivo quasi a pagarmi uno stipendio e i primi anni ho impiegato ragazzi che accettavano un compenso basso pur di far qualcosa di utile per il pianeta”. Ora il team di Ecosia è di 21 persone tra i 20 e i 40 anni che lavorano per la natura ed il mondo, ricevendo gratificazione ed un giusto salario.

I progetti del non-unico motore verde

“Inizialmente abbiamo stretto accordi con grandi associazioni, come il WWF, oggi preferiamo avere più controllo, fino a conoscere esattamente quali sono i nostri alberi. E sostenere le iniziative che hanno il maggiore impatto positivo nella comunità in cui operano” ricorda Christian Kroll, fiero dei risultati raggiunti.

Ecosia è una grande novità, ma non è l’unica: conosciuto è anche Lilo, il quale ho lo scopo di aiutare dal punto di vista sociale e ambientale. La concorrenza è guardata positivamente da Kroll: “Più siamo e meglio è. I motori di ricerca sono importantissimi e lo diventeranno sempre di più in futuro. Ora Google detiene il monopolio. Credo che tutto questo potere nelle mani di una sola compagnia sia pericoloso. E nemmeno Ecosia dovrebbe averlo”.

Christian Kroll è portatore di idee facilmente condivisibili, emblema di una mentalità speranzosa che non si arrende all’utopia, nelle sue parole non vi è traccia di rassegnazione, sarebbe dunque un esempio da tener fortemente in considerazione: “Oggi percepiamo l’individuo come più importante dell’umanità e della natura. È la logica di America first, no? Un paradigma che mi piacerebbe cambiare, dovremmo agire in un modo che sia buono per la natura e gli altri esseri umani”.

Ecosia può essere facilmente installata sul proprio browser, qualsiasi esso sia. Inoltre è possibile scaricare l’applicazione sul proprio smartphone Android o iOS.

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