Secondo uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet, ora sappiamo in quali Paesi il riscaldamento globale farà più vittime entro il 2050. E non sorprende che in questa classifica si trovino le tradizionali disuguaglianze tra Nord e Sud.
Questo studio, pubblicato sulla rivista medica The Lancet, segue le orme di uno studio precedente, pubblicato a maggio, che rivelava che una persona su cinque nel mondo potrebbe essere esposta a un calore pericoloso entro il 2100. Questa volta, i ricercatori hanno analizzato le cause e le conseguenze del riscaldamento globale attraverso un particolare prisma: quello delle disuguaglianze Nord-Sud.
L’emisfero meridionale in prima linea
Concretamente, i ricercatori hanno utilizzato una serie di criteri, come la disuguaglianza sociale e la discriminazione “strutturale” (accesso ineguale alle risorse, corruzione politica), combinati con fattori etnici o migratori, per classificare i Paesi del mondo in cui il riscaldamento globale farà più vittime entro il 2050.
Mentre i Paesi del Nord (Europa, Nord America e alcuni Paesi asiatici) sono responsabili del 92% delle emissioni di CO2 tra il 1850 e il 2015, sono i Paesi dell’emisfero meridionale che subiranno maggiormente gli effetti del riscaldamento globale, e sono praticamente tutti in cima a questa lista. I Paesi africani subiranno il maggior numero di vittime: Repubblica Democratica del Congo, Angola, Congo, Gabon, Guinea Equatoriale e Repubblica Centrafricana.
Si ritiene che l’aumento della mortalità sia dovuto in particolare a 4 cause direttamente impattate dal riscaldamento globale: le malattie diarroiche nei bambini sotto i 15 anni, la malaria, i colpi di calore negli over 65 e la denutrizione nei bambini sotto i 5 anni.
Discriminazione anche al Nord
Anche all’interno di alcuni Paesi dell’emisfero settentrionale si registrano differenze etniche, con impatti diversi del riscaldamento globale. Ad esempio, dopo l’uragano Harvey in Texas, i residenti neri avevano una probabilità 4 volte maggiore di sviluppare stress post-traumatico rispetto ai residenti bianchi. Inoltre, negli Stati Uniti, le aree con le più alte percentuali di residenti neri, ispanici e asiatici spesso registrano temperature più elevate rispetto alle aree popolate da residenti bianchi.
La discriminazione climatica è ovviamente esacerbata nell’emisfero meridionale. A Dhaka, in Bangladesh, per esempio, questa volta è la popolazione rurale a essere particolarmente bersagliata: è molto più probabile che gli abitanti delle città finiscano in aree soggette a inondazioni in caso di movimenti di popolazione (legati, per esempio, ad altri disastri). Le aree soggette a inondazioni sono anche molto esposte alle malattie infettive trasmesse dalle zanzare. Anche il settore sanitario dovrà quindi adattarsi ai cambiamenti climatici e alle disuguaglianze.