sabato, Aprile 20, 2024

Draghi in Libia: “Un momento unico per ricostruire un’antica amicizia”

Mario Draghi ha incontrato in Libia, Abdul Hamid Mohammed Dabaiba insieme al ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “Un momento unico per ricostruire un’antica amicizia e guardare al futuro. Il prerequisito? Che venga rispettato il cessate il fuoco”, ha detto il presidente del Consiglio. Gli argomenti del giorno? Dossier migranti, emergenza coronavirus e partnership in campo energetico ed economico. Per Draghi è la prima visita all’estero da Premier.

Draghi in Libia: cosa si sono detti i due leader?

Draghi ha definito l’incontro straordinariamente soddisfacente. Si è parlato della cooperazione in campo infrastrutturale, energetico, sanitario e culturale. L’Italia aumenterà le borse di studio per gli studenti libici e l’attività dell’Istituto di Cultura italiano. Il Premier durante le dichiarazioni congiunte con il primo ministro libico, ha aggiunto: “Questo è un momento unico per la Libia. C’è un governo di unità nazionale legittimato dal Parlamento che sta procedendo alla riconciliazione nazionale. Il momento è unico per ricostruire quella che è stata un’antica amicizia. Un requisito essenziale per procedere con la collaborazione è che il cessate il fuoco continui. C’è la volontà di riportare l’interscambio economico e culturale ai livelli di 5-6 anni fa”. Anche Abdulhamid Dabaiba ha spiegato che si aspetta una forte collaborazione tra Italia e Libia, soprattutto per quanto riguarda il settore dell’elettricità e dell’energia. “Abbiamo avuto contatti con L’Eni, e l’Eni è molto importante nella collaborazione con l’Italia […] auspichiamo – ha concluso – che si possano risolvere tutti i problemi in sospeso tra i due Paesi in questo settore affinché si possa andare avanti nella realizzazione di un vero sviluppo”.


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Sostegno dell’Unione europea

La Libia sta cercando di districarsi da un decennio di conflitto: dalla caduta nel 2011 del regime di Muammar Gheddafi. Alle violenze sanguinose a causa delle presenza di milizie, quali, foreign fighters e gruppi jihadisti. Il nuovo esecutivo è nato da un processo Onu avviato lo scorso novembre e messo in atto nel mese di febbraio. Le sfide rimangono dure, non è facile cancellare 42 anni di dittatura e un decennio di violenze a seguito di un intervento militare internazionale. Nonostante la fine dei combattimenti sanciti da un accordo di “cessate il fuoco”, il Paese rimane scottato dal peso delle milizie e dalla presenza di mercenari stranieri.

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