venerdì, Marzo 29, 2024

Draghi al Senato: “Siamo uno Stato laico, non confessionale”

Il premier Mario Draghi, durante la risposta al Senato, ha parlato del Ddl sull’omontransofobia e della richiesta formale avanzata dal Vaticano di una sua revisione al Parlamento. Draghi ha affermato che l’Italia è uno Stato laico e il Parlamento è libero di discutere e legiferare. Ha poi sottolineato che la laicità dello Stato è tutela del pluralismo.

Ddl Zan vs. Vaticano

Negli ultimi tempi in Italia, così come in diversi altri Paesi, nel dibattito politico uno dei temi principali sono i diritti della comunità LGBTQ. In Italia è stato presentato il Ddl Zan, che prende il nome dal deputato Alessandro Zan, autore del decreto, che tratta il tema dell’omontransofobia. Questo ha creato un dibattito accesso, soprattutto perché i partiti di estrema destra si oppongono. La situazione è poi degenerata quando il Vaticano ha presentato una “nota verbale” affinché lo Stato intervenga sul Ddl Zan per trovare una diversa modulazione del testo. Nella lettera il Vaticano afferma che il decreto viola il Concordato.

Cosa ha detto Draghi in Senato?

Ieri, durante delle domande al Senato, il premier Mario Draghi ha risposto sul Ddl Zan e sulla contrarierà del Vaticano. Draghi ha detto: “Il senatore Alfieri, poi, mi chiedeva a proposito della discriminazione. Dunque, prima di tutto mi soffermo sulla discussione in questi giorni in Senato, senza voler entrare nel merito della questione. Quello che però voglio dire – specialmente rispetto agli ultimi sviluppi – è che il nostro è uno Stato laico, non è uno Stato confessionale. Quindi il Parlamento è certamente libero di discutere – ovviamente, sono considerazioni ovvie – e di legiferare”.

“Il nostro ordinamento contiene tutte le garanzie per assicurare che le leggi rispettino sempre i principi costituzionali e gli impegni internazionali, tra cui il Concordato con la Chiesa. Vi sono i controlli di costituzionalità preventivi nelle competenti commissioni parlamentari. È di nuovo il Parlamento che, per primo, discute della costituzionalità, e poi ci sono i controlli successivi nella Corte Costituzionale”. Draghi, citando una sentenza della Corte Costituzionale del 1989, ha poi affermato: “Voglio infine precisare una cosa, che si ritrova in una sentenza della Corte Costituzionale del 1989: la laicità non è indifferenza dello Stato rispetto al fenomeno religioso, la laicità è tutela del pluralismo e delle diversità culturali”.

Draghi: l’Italia è contro la legge ungherese

Alla fine il premier ha ricordato che l’Italia ha sottoscritto con altri 16 Paesi europei una dichiarazione comune in cui si esprime preoccupazione per gli articoli legge in Ungheria in base a cui si discrimina l’orientamento sessuale.


Violazione del Concordato? Il silenzio di Draghi

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