Il Dpcm è anticostituzionale? Un uomo e una donna di Reggio Emilia sono stati assolti dall’accusa di falso ideologico dal giudice Dario De Luca. I due durante il primo lockdown erano usciti di casa mostrando un’autocertificazione falsa e per questo denunciati dai carabinieri. Secondo il giudice, avevano tutto il diritto di uscire di casa perché il primo Dpcm di Conte era incostituzionale. Ma non è finita qui, vediamo cosa è successo.
Falso ideologico: ma cosa è successo realmente?
Come anticipato, i due protagonisti sono usciti di casa durante il primo lockdown senza una comprovata motivazione e dichiarando una ragione che, dopo un’attenta verifica, si è rivelata del tutto falsa. Fermati dai carabinieri per un controllo, hanno esibito l’autocertificazione in cui avevano scritto che la donna doveva sottoporsi a urgenti analisi del sangue. Mentre l’uomo, un suo amico e non congiunto, la stava accompagnando. In realtà i due non hanno mai messo piede in ospedale. Per questo motivo è partita una denuncia a loro carico per falso ideologico in atto pubblico.
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Il Dpcm non può vietare di uscire di casa?
Il sostituto procuratore chiese un decreto di condanna penale con l’accusa di falso ideologico, non avendo rispettato il primo Dpcm dell’allora premier Giuseppe Conte. Ma per il giudice per le indagini preliminari “il fatto non costituisce reato”, confermando l’illegittimità del primo Dpcm. Quindi il reato commesso dai due è stato considerato un “falso inutile”.
Le parole del giudice
“Poiché – ha scritto il giudice – proprio in forza di tale decreto, ciascun imputato è stato costretto a sottoscrivere un’autocertificazione incompatibile con lo stato di diritto del nostro Paese […] nel nostro ordinamento giuridico, l’obbligo di permanenza domiciliare consiste in una sanzione penale restrittiva della libertà personale che viene irrogata dal giudice penale per alcuni reati all’esito del giudizio.” Una sentenza che ora può costituire un precedente, seppur di merito e non di Cassazione.
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