Dora d’Istria: l’unica donna di grandi meriti

L’unica donna di grandi meriti” così descriveva Paolo Mantegazza la principessa Dora d’Istria. E lei di grandi meriti ne aveva davvero molti. Lodata tra gli altri anche da Garibaldi che la definì “eroe” e “anima volta ai più alti ideali“, Dora d’Istria fu una figura straordinaria dell’Ottocento europeo e non solo. Ma dopo la sua morte è stata dimenticata.

Chi era Dora d’Istria?

Elena Ghika, questo il vero nome di Dora d’Istria, nasce nel 1828 a Bucarest. Figlia del principe romeno Michele Ghika e di Caterina Faka, ne eredita le origini albanesi e greche, ma anche le sorti politiche. La sua famiglia è infatti costretta a lasciare la patria dopo la cacciata del principe Alessandro Ghika, suo zio. Durante l’esilio Elena visita le corti europee, studia con Alexander von Humboldt e ottiene la laurea in Lettere Greche. Tornata in patria nel 1849 conosce il duca Koltzov-Massalski che sposa e segue a San Pietroburgo. Nel 1855 per cause di salute e per il clima illiberale lascia la Russia. Da allora inizia una vita all’insegna del viaggio, dell’impegno politico, sociale e intellettuale. È proprio a questo periodo, spiega l’autrice Roberta Fidenzia, che risale lo pseudonimo Dora d’Istria da Dor (nostalgia) e Istro (Danubio). Nome che rimanda alla nostalgia per la patria e al suo cosmopolitismo.

L’impegno politico

Essa vuol la libertà in ogni paese, in ogni tempo, la vuole per tutti. Essa, nata con tanta fortuna di privilegi, vuole l’uguaglianza. Essa, nata ai piedi del trono, vuole la democrazia sana e logica, che vuol innalzare chi è in terra e non portare nel fango chi è in alto“. Bastano queste parole dell’erudito ottocentesco Paolo Mantegazza per avere una chiara idea del credo politico di Dora d’Istria. Il suo punto di riferimento era la Svizzera: un governo repubblicano che univa diversi popoli e religioni. Ma era anche fermamente convinta che ogni popolo dovesse essere libero e libero di autodeterminarsi. Queste convinzioni la spinsero a scrivere diverse opere in difesa degli oppressi d’Albania e della Grecia e a partecipare intellettualmente ai dibattiti risorgimentali. A coronare il suo impegno politico fu poi la cittadinanza greca, privilegio concesso solo a Byron prima di lei.


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Dora d’Istria, femminista ante litteram

L’attenzione di Dora d’Istria non era rivolta solo alla politica, ma anche alla società nel suo insieme e alla situazione femminile in particolare. In proposito scrive Roberta Fidenzia che lei espresse in nuce teorie e tesi che puntano all’emancipazione e che saranno sviluppate più avanti nella storia. Dora d’Istria sosteneva che l’educazione femminile fosse una condizione fondamentale per lo sviluppo della società. Forte dei suoi viaggi e delle sue esperienze capì, spiega la professoressa Vittoria Bosna, che le differenze tra uomo e donna non erano innate, ma il frutto di convenzioni sociali avverse alle donne. L’idea di una diseguaglianza biologica dei sessi, secondo la principessa nasceva dalla mancanza dell’istruzione femminile che a sua volta si rifletteva nell’esclusione dalla vita politica.

Un’esistenza straordinaria scivola nell’oblio

Oltre l’impegno politico e sociale la vita di Dora d’Istria si colorò di eventi unici e traguardi ragguardevoli. Fluente in più di sette lingue, superò i limiti dell’Europa sia visitando gli Stati Uniti, che pubblicando per riviste americane. E se già questo era insolito per una donna dell’epoca, la professoressa Otilia Dorotea Borcia ci informa di altri eventi unici in cui Dora d’Istria fu protagonista. Fu lei la prima donna a scalare la vetta del Monte Bianco nel 1855. L’imperatore del Brasile, uomo coltissimo, volle incontrare proprio lei per discutere di politica e società. Le sue idee sulla condizione femminile influenzarono gli intellettuali coevi tanto che il giurista Gabba le dedicò la monografia La questione femminile e la principessa Dora d’Istria. Eppure, nonostante tutto, dopo la sua morte avvenuta nel 1888, il mondo si scordò di lei e solo ultimamente la sua vita straordinaria sta riaffiorando dalle trame della storia.

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