martedì, Aprile 16, 2024

Dopo Daesh il terrorismo è sconfitto?

Negli ultimi giorni, televisioni e giornali hanno affermato che Daesh ormai è sconfitto. In effetti, sembra che Daesh abbia veramente cessato di esistere dopo le sue disfatte in Siria e in Iraq, e riprova di ciò sono le dichiarazioni delle forze democratiche siriane (F.S.D.) che hanno confermato la caduta di Baghuz, ultima roccaforte dello Stato islamico.

La fine dello Stato islamico vuol dire la sconfitta totale del terrorismo? Forse fisicamente Daesh non esiste più, ma la sua ideologia e le sue idee estremiste continuano ad esistere nelle menti di coloro che hanno militato nelle sue file. Infatti, al confine iracheno-siriano ci sono degli accampamenti controllati dal F.S.D. , nei quali sono tenute prigioniere, alcune spose di uomini del califfato con i loro figli. Queste donne però, non sembra che abbiano abbandonato l’ideologia estremista, anzi ne sono assolutamente convinte.

L’aspetto ideologico non è da sottovalutare, poichè le ex mogli dei miliziani, se non adeguatamente assistite, potranno trasmettere le loro idee estremiste alla prole, che, un giorno, potrebbe seguire le orme di Abu Bakr al-Baghdadi.

La nascita dell’ISIS e la differenza con al-Qaeda

Posto dunque che per sconfiggere il terrorismo è necessario combatterne l’ideologia, vediamo quali sono le origini dell’ISIS.

Forse sarà interessante sapere che Daesh in realtà è una derivazione, o se si preferisce, una costola di al-Qaeda (la base), organizzazione terroristica nota per l’attentato alle Torri Gemelle del 2001.

La storia di Daesh ha inizio nel 2003 quando gli americani invasero l’Iraq, e l’allora ramo iracheno di al-Qaeda, che si chiamava AQI (al-Qaida in Iraq), si adoperò per combattere l’invasione straniera. Solo anni dopo tale organizzazione cambiò il suo nome in ISIS ( Stato islamico della Siria e dell’Iraq), e prima di al-Baghdadi, a capo dell’organizzazione, c’era il giordano al-Zarqawy, seguito poi da al-Masry, entrambi uccisi dagli Stati Uniti.

La nascita di Deash segna un punto di svolta nella strategia del terrore, poichè, sebbene entrambe le organizzazioni condividano l’obiettivo di istaurare un califfato sul modello dei successori di Maometto, le modalità per realizzarlo differiscono.

Su questo punto, però, è necessario fare un’ulteriore precisazione, perchè per Daesh l’obiettivo della restaurazione del califfato già è stato raggiunto, almeno dal 29 giugno 2014, ossia da quando Abu Bakr al-Baghdadi proclamò la nascita dello stato islamico, nella grande moschea di Mosul in Iraq. Non a caso, tutti i seguaci di al-Baghdadi che hanno compiuto attentati in Medio Oriente, in Nord Africa e in Europa, si sono definiti “soldati”, o sono stati indicati come tali da fonti vicino a Daesh, proprio perchè appartenenti a un vero e proprio “stato”, che si estendeva dal nord di Baghdad, fino alla città siriana di Aleppo. Compito dei soldati di Daesh non è solo la diffusione dell’ideologia estremista del califfato, ma anche quello di difenderne i confini, come farebbe un vero e proprio esercito di un qualsiasi stato.

Daesh non ha dovuto solo difendere il suo stato, ma ha dovuto anche mantenerlo, e per far ciò, ha fatto ricorso al contrabbando di petrolio. Non solo. Qualcuno ha sostenuto che i miliziani avrebbero fatto commercio clandestino di opere d’arte e persino di organi umani e anche di droga. Da sottolineare inoltre che, durante le prime fasi della sua parabola, Daesh considerava la droga impura, perciò ne vietava il commercio; solo quando ha iniziato a essere a corto di risorse a causa delle sue sconfitte militari, il califfato ha iniziato a commerciare anche in droga.

Al-Qaeda, come Daesh, si è finanziata attraverso il commercio di droga, ma soprattutto attraverso donazioni provenienti da organizzazioni con scopi apparentemente caritatevoli, che in realtà sono servite a foraggiare le attività terroristiche dell’organizzazione.

Giusto per fare un esempio di quanto affermato, nel 2002 i caschi blu dell’ONU hanno fatto irruzione nelle sedi dell’Alta Commissione Saudita per l’assistenza alla Bosnia-Erzegovina, che si trova a Sarajevo, ed in esse hanno rinvenuto documenti con obiettivi americani da colpire. Inoltre, va precisato che l’anno precedente gli americani avevano tratto in arresto sei cittadini algerini, con l’accusa di progettare attentati all’ambasciata statunitense di Sarajevo. Ma il fatto più inquietante, è che uno di loro lavorava proprio per l’Alta commissione.

Questa scoperta ha messo in relazione le connessioni sotterranee tra il Regno e l’organizzazione di Bin Laden anche lui saudita.

Come già affermato in precedenza, al-Qaeda si prefigge come obiettivo finale l’istaurazione del Califfato, ma a differenza di Daesh, che considera questo scopo già raggiunto, per al-Qaeda esso è dilatato nel tempo e sarà possibile realizzarlo solo colpendo coloro che considera suoi nemici, con azioni eclatanti che suscitino scalpore nei cittadini, soprattutto musulmani, di quelle società, e li convinca, in questo modo, a passare dalla sua parte.

Al-Qaeda a partire dagli anni ’90 ha creato una rete globale del terrore per realizzare l’obiettivo poc’anzi menzionato, ma soprattutto per combattere il suo acerrimo nemico: gli Stati Uniti.

La peculiarità degli attentati compiuti da al-Qaeda è che nel suo mirino vi sono solo obiettivi occidentali, ne sono un esempio gli attentati alle ambasciate statunitensi in Kenya e in Tanzania (1998). Ovviamente senza trascurare il più cruento di tutti, l’attentato alle torri gemelle (2001). Inoltre, al-Qaeda è responsabile anche degli attentati di Madrid (2004) e Londra (2005).

Anche negli obiettivi da colpire Daesh si differenzia dall’organizzazione che fu di Osama bin Laden, poichè nei suoi attentati ha colpito occidentali e musulmani, un aspetto, quest’ultimo molto importante, perchè è ciò che ha portato in contrasto e successivamente a scindersi, l’organizzazione di al-Baghdadi da quella di al-Zawahiri, per il quale, come già ricordato, i nemici sono gli Stati Uniti.

L’uccisione di un musulmano da parte di Daesh, si può giustificare solo se si tiene presente la teoria del “takfirismo” che accetta l’uccisone di altri musulmani, perchè giudicati empi o miscredenti.

Daesh o Stato islamico sembra differenziarsi da al-Qaeda anche nella comunicazione. I miliziani del califfato, infatti, sono molto abili in questo campo, poichè caricando i video delle loro azioni cruente sui principali social network, catturano subito l’attenzione degli utenti. Dopo tutto, questa è l’era dei social, dove spesso le notizie arrivano prima su queste piattaforme e poi di rimando ai giornali e ai telegiornali.

In linea generale, le differenze e le assonanze principali che distinguono i due gruppi terroristici ora descritti, che con le loro azioni deprecabili sotto ogni aspetto, hanno guadagnato ora il disprezzo di migliaia di persone, ora il rispetto di migliaia di fanatici.

Va notato che sia al-Qaeda che Daesh sono nate e hanno proliferato in quelle zone mediorientali in cui parlare di stato o istituzioni statali non ha alcun senso, in cui l’unico “ordine” che governa è il caos .

Possiamo dunque affermare a buon diritto che, fin quando nelle aree mediorientali giudicate pericolose non regnerà la stabilità, ci sarà sempre un susseguirsi di quel gruppo estremista o di quell’altro. Ora che Daesh è sconfitto, al-Qaeda è tornata alla ribalta. E dopo al-Qaeda? cosa succederà? Daesh tornerà a farsi sentire? O assisteremo alla nascita di un nuovo mostro pronto a seminare morte e terrore?

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