giovedì, Marzo 28, 2024

Dissetarsi con un succo di frutta: è la scelta migliore?


 

Il classico succo di frutta è una bevanda decisamente molto utilizzata ma, nonostante gli scaffali dei supermercati siano pieni, c’è ancora molta confusione sul concetto di succo di frutta.

Considerati innocui e leggeri, i succhi di frutta non sono bevande salutari come il food marketing vorrebbe farci credere e spesso, purtroppo, sono presenti nel cestino della merenda di quasi tutti i bambini.

Che differenza c’è tra succo di frutta e nettare di frutta?

Il succo di frutta, “viene ottenuto da frutta sana e matura, fresca o conservata al freddo, appartenente ad una o più specie e avente il colore, l’aroma e il gusto caratteristici dei succhi di frutta da cui proviene. L’aroma, la polpa e le cellule del succo che sono separati durante la lavorazione possono essere restituiti allo stesso succo.” Questa è la definizione secondo la Direttiva 2001/112/CE, attuata in Italia con D. Lgs. n. 151/2004.

La frutta utilizzata, quindi, può essere:

frutta fresca;

ricostituita, cioè ottenuta da un succo precedentemente concentrato e disidratato, in questo caso bisogna indicare la percentuale di frutta fresca e concentrata presenti;

frutta surgelata (non è obbligatorio indicarlo in etichetta).

Il nettare di frutta, invece, è una bevanda contenente acqua e zuccheri aggiunti e la percentuale di frutta si abbassa fino al 50-25%.

Poi si entra nella categoria delle bibite a base di frutta in cui la percentuale di frutta si abbassa al 12% circa.

In tutti i casi, la legge prevede una lista di conservanti, per niente naturali. La loro assidua assunzione possono alla lunga portare gravi danni alla salute, ad esempio interagiscono con gli enzimi cellulari e distruggono la maggior parte delle vitamine a noi utili tra cui la tiamina conosciuta meglio come vitamina B1. Ma ora capiamo di cosa si tratta e soprattutto cerchiamo di individuarli sulle etichette dei prodotti che acquistiamo. Questi conservanti altamente tossici e irritanti, sono derivati dell’anidride solforosa e vengono catalogati con le seguenti sigle : E220, E221, E222, E223, E224, E226, E227, E228 .

La dicitura “senza zuccheri aggiunti”, invece, può essere utilizzata solo per i nettari di frutta che non contengono monosaccaridi o disaccaridi aggiunti né edulcoranti.

Purtroppo sempre più spesso vengono adottati dal marketing diversi stratagemmi per aggirare il consumatore! Per esempio, quando leggiamo “50% polpa di pesca”, non significa che il 50% di succo sia effettivamente costituito dalla polpa del frutto, bensì si tratta di un 10-15% di concentrato al quale è stata aggiunta una certa quantità di acqua per raggiungere il 50%.

A differenza della frutta fresca, i succhi di frutta non contengono fibra alimentare e tutti i micronutrienti e gli enzimi vengono persi nel trattamento termico ad alta temperatura delle prime fasi di produzione.

In sostanza un succo di frutta apporta calorie solo in forma di zuccheri, e in certi casi anche più di altre bibite zuccherate o gassate. Inoltre la frutta di partenza è quella di peggiore qualità, derivante dagli scarti del consumo fresco.

La scelta migliore, sia quando dobbiamo dare una bevanda ai nostri bambini, sia per dissetarsi o per ricaricarsi di energie, è senza dubbio quella di optare per delle spremute di frutta naturali. Le uniche in grado di apportare realmente le vitamine gli zuccheri semplici di cui abbiamo bisogno.

 

Dott.ssa Elisa Fiore

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