venerdì, Aprile 19, 2024

Diphylleia, il ricordo: un libro sulla semplicità dell’amore.

Un famoso detto firmato Emily Dickinson recita: “Che l’amore sia tutto, è tutto ciò che sappiamo sull’amore”. Un aforisma che a mio avviso descrive pienamente il senso di questo meraviglioso libro che non è nient’altro che un elogio all’amore, quello vero.

Senza schemi, manuali di istruzioni o stupide convenzioni perché questo sentimento non si impone, non si sceglie. Il romanzo di Valentina Bonci prende il nome dall’omonimo fiore, il Diphylleia Grayi. Un fiore che sfida la pioggia, capace di resistere alle tempeste senza frantumarsi ma che anzi, sfrutta questa condizione per trasformarsi da bianco a trasparente.

L’opera prima di questa giovane scrittrice stupisce per la semplicità con cui viene trattato un tema cosi importante che denuncia le violenze, le discriminazioni, l’indifferenza ed esorta al coraggio di essere se stessi, di affrontare qualsiasi tempesta pur di proteggere ciò che ci rende felice.

“A chi è morto dentro: INNAMORATI”. Con questo invito si apre il romanzo che prosegue raccontando la storia della violenza subita da una giovane donna di nome Aiyana. A seguito di questo evento, la protagonista sarà costretta in un letto di ospedale, in stato di coma, sotto lo sguardo vigile e amorevole della nonna Karla che continua a sperare che la nipote si svegli. Le speranze dell’anziana si realizzeranno quando, dopo interminabili mesi di sofferenza, la giovane riaprirà gli occhi. L’aria festosa di questo momento tanto atteso fa preso ad incupirsi. Aiyana è sveglia ma in stato di incoscienza al punto da non ricordare niente della propria vita e da non riconoscersi nel proprio corpo. La nonna avrà lo scomodissimo ruolo di ripercorrere insieme alla nipote le tappe della sua esistenza, segnata più da sofferenze che da momenti felici, come la morte della madre e il rapporto burrascoso con il padre.

Durante la sua permanenza in ospedale Aiyana fa la conoscenza di Ben, l’infermiere dagli occhi di ghiaccio che nel corso del coma si è preso cura di lei finendo inspiegabilmente per innamorarsene. In una delle notti che ha passato a vegliare sulla giovane, Ben trova un bigliettino indirizzato alla ragazza con su scritto: “Alla mia donna. Questo mese non una rosa sul tuo petto ma solo una parola: non ho mai smesso d’amarti, ti aspetto. Con amore,S.”. Questo, insieme alla rosa arrivata ogni mese in ospedale, portano Ben a pensare che la paziente sia impegnata in una qualche relazione, pur chiedendosi come mai il fortunatissimo fidanzato non fosse mai andato a trovarla.

I due iniziano a frequentarsi ma qualcosa blocca il cuore, la pelle e le sensazioni della ragazza che pur riconoscendo la bellezza ed il buon animo di Ben non riesce a provare alcuna emozione. Un momento, questo, molto più profondo di ciò che potrebbe sembrare. Non si tratta semplicemente di una complicità mancata da parte dei due. Aiyana è confusa perché a lei effettivamente Ben piace e non riesce a spiegarsi come possa però non suscitargli niente a livello emotivo. Decide di provarci fino in fondo tante che i due, nel bel mezzo di un loro appuntamento, finiscono per fare l’amore. Un amore a metà, che poi amore non era. Non per Aiyana. D’un tratto riaffiora alla mente della ragazza l’immagine di un nome che improvvisamente rappresenta tutto il suo mondo: Selene. É in quel preciso momento che si libera con uno strattone del corpo di Ben e corre verso la casa dell’amata. Ci arriva, grazie anche ai racconti della nonna che le permettono di riconoscerla tra la moltitudine di edifici del paese. Selene corre tra le braccia del suo amore pur rimproverandole di non averla chiamata una volta svegliata dal coma. Aiyana le rivela quindi di aver perso la memoria e di non ricordare niente di un noi che però silenzioso, senza ricordi, né immagini le faceva palpitare il cuore e provare emozioni indescrivibili. Un meraviglioso momento di ritrovo che viene interrotto dalla furia di Ben che, avendo seguito in macchina la ragazza, esordisce raccontando l’intimità che aveva vissuto insieme a lei. Una doccia fredda per Selene che si chiude in se stessa. Ben riesce finalmente a cogliere la passione che trasudava dagli occhi delle due ragazze e, capendo di essere di troppo, decide di andarsene. Un’andata che non avrà più un ritorno visto che il  giovane perderà la vita in un incidente stradale. Un evento che da una svolta alla storia. Karla fa capire alla nipote che la vita è breve e non bisogna perdere tempo consigliandole di portare dei girasoli , che le ricorda essere i preferiti di Selene, all’amata. D’altro canto, anche Selene giunge alla stessa conclusione riflettendo sulla morte del ragazzo.

Le due amanti riescono finalmente a riprendere la loro vita in mano tanto che si concedono una giornata al lago, loro luogo d’amore, il punto in cui tutto ha avuto inizio. Qualcosa però interrompe questo magico momento: una chiamata urgente da parte di Karla invita la nipote a far presto ritorno a casa rivelandole l’arrivo del padre. A seguito della telefonata la protagonista ha un flashback. Pochi ricordi confusi di buio, ombre, sofferenze e il viso rugoso e segnato del padre che tentava di farle del male. Un momento drammatico che ci svela l’identità dell’uomo che ha causato il coma alla ragazza.

Da questo punto del racconto si apre un duplice binario che porta a due finali diversi del romanzo, che non svelerò. Mi limiterò solo a dire che il primo è destinato alle persone che si arrendono, che non trovano via d’uscita e che si lasciano lacerare dall’indifferenza e dalle discriminazioni. Il secondo finale è il lieto fine che ci si aspetta da ogni storia d’amore che si rispetti. Un finale degno di chi ha preso in mano la propria vita, di chi è riuscito a proteggere la propria persona rendendola libera, a chi ha avuto il coraggio di sognare, vivere e amare.

Una conclusione ambivalente che ha reso questo libro un vero inno all’amore e alla vita. Un romanzo breve, di facile lettura che potrebbe diventare un amico fidato per tutti gli adolescenti che non si sentono capiti o che hanno paura di amare liberamente.

Insomma, poche pagine che riescono ad esprimere il mondo celato dietro un sentimento così importante che da sempre ha ispirato poeti, cantautori, scrittori.

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