Uno studio firmato dai ricercatori dell’Università di Tubinga, in collaborazione con il Centro tedesco per la ricerca sul diabete, mostra l’insorgere della malattia con sei fasi preliminari. Stiamo parlando del diabete di tipo 2 che spesso è preceduto da contesti in cui la problematica non si manifesta appieno.
Quali sono le fasi preliminari del diabete di tipo 2?
Sono chiamate fasi preliminari di prediabete e, ne sarebbero individuate sei. Come spiega il diabetologo Hans-Ulrich Haring, queste fasi non si preannunciano con livelli glicemici alti. Ciò è il motivo per cui è altrettanto difficile capire l’insorgere della malattia. Ben in 25 pazienti sottoposti ad imaging tramite risonanza magnetica, hanno dimostrato sei sottotipi di diabete che introdurrebbero di fatto la malattia. Sono stati presi in esame differenti fattori: il tessuto adiposo corporeo, i livelli lipidici nel sangue, il rischio genetico, il grasso nel fegato e i livelli di glucosio nel sangue. Tramite questi parametri, sono definiti sei tipologie differenti di prediabete che preannunciano l’instaurarsi della fastidiosa patologia. Sono divisi in due gruppi a seconda della possibilità di sviluppare diabete ad alto o basso rischio.
Curare il diabete è possibile? La ricerca risponde
I sei tipi di prediabete
Per quel che concerne i tipi 1, 2 e 4, si individua una probabilità ridotta di sviluppare un diabete e, le complicazioni sono estremamente ridotte. Mentre per i tipi 3, 5 e 6 il rischio della malattia risulta elevato e, ad esso è collegato lo sviluppo maggiore di patologie secondarie. Coloro che mostrano il sottotipo 5 sviluppano steatosi epatica, hanno un’elevata resistenza all’insulina, motivo per cui l’insorgenza di diabete si misura in una percentuale maggiore. Per i soggetti affetti dal tipo 3, invece, la produzione di insulina risulta insufficiente. L’ultimo del gruppo, il numero 6, mostra la presenza di un danno renale da collocare in maniera antecedente allo sviluppo della patologia. La considerazione è estremamente interessante per una campagna di prevenzione della malattia, individuando di fatto la probabilità che la stessa possa svilupparsi, rendendo le misure più efficaci.