venerdì, Aprile 19, 2024

Desertification & Drought Day: un’altra giornata mondiale

Il 17 giugno è un’altra giornata mondiale, in questo caso quella contro la desertificazione e la siccità. L’obiettivo è sensibilizzare tutti su una minaccia che può avere effetti irreversibili sul pianeta. Ma noi ci chiediamo: sensibilizza davvero TUTTI?

Perché un’altra giornata mondiale?

Ormai il calendario è saturo di giornate mondiali, probabilmente hanno iniziato ad accavallarsi come i Santi perché non possiamo avere più di 365 giorni all’anno. Ne abbiamo 1 bonus ogni 4 anni ma probabilmente non basta ancora. Andiamo però a scoprire quest’altra giornata mondiale. Il Desertification & Drought Day è la giornata indetta dalle Nazioni Unite nel 1995 e ricorre quindi ogni 17 giugno da 26 anni. Questa giornata vuole ricordare gli sforzi globali messi in campo per fermare il degrado del suolo, oltre che rimarcare su quanto ancora c’è da fare. Non si vuole però confondere l’espansione delle aree desertiche con quello che rappresenta questa giornata. Oggi si vuole parlare di consumo smisurato del suolo per costruzioni, agricoltura, fabbisogni… Basti pensare che tre quarti del suolo mondiale non coperto da ghiacci è stato modificato dall’uomo e la domanda di cibo, case, strade e materie prime è sempre in costante aumento. Secondo il database globale dei disastri (esiste davvero), in un periodo tra il 1950 e il 2020, ci sono stati più di 480 gravi eventi siccitosi in Africa e Asia. Continenti lontani se fossimo negli anni 1000, ma oggi qualsiasi evento dall’altra parte del mondo si può ripercuotere nel nostro quotidiano con estrema facilità e potenza. Un esempio che ci viene molto semplice è pensare a un piccolo virus che può propagarsi in una città della Cina a migliaia di km da casa nostra. Il mondo è unico e di tutti e bisogna averne cura tutti quanti senza credere che il problema sia sempre degli altri.

I “non” risultati in 26 anni

Sarebbe piacevole parlare di quanto è già stato fatto ma le notizie sul tema non sono confortanti. La sezione Ambiente & Energia del sito ANSA stamattina non diffonde dati rassicuranti. Ne riportiamo qualcuno per farci un’idea. Il 42% dell’acqua immessa nella rete idrica italiana va perduta. Solo 2 italiani su 10 sono preoccupati per l’acqua e il 70% degli italiani crede che sia una problematica solo di alcune zone e in alcuni periodi dell’anno. Il 20% dell’Italia è a rischio desertificazione. Secondo l’Atlante Mondiale sulla desertificazione oltre il 75% della superficie terrestre è già degradata con il rischio di arrivare al 90% entro il 2050. Ma in Italia solo il 22% ritiene veritiere le previsioni diffuse. L’unico dato leggermente positivo è che il trend delle brutte notizie si abbassa man mano che cala l’età degli intervistati e con il susseguirsi degli anni. Quindi le nuove generazioni fanno ben sperare e “ringraziano” a malincuore i saggi che non si interessano. I dati che abbiamo letto ci hanno fatto capire che si, c’è bisogno di un’altra giornata mondiale per sensibilizzare. Ma bisogna fare anche di più.

L’Italia cosa sta facendo?

L’Italia sembra che qualche piccolo passo verso l’ambiente lo stia facendo. Spesso si tende a non considerare i temi ambientali come problematiche principali, come se avessimo problemi ben più gravi. Ma proviamo a valutarli per un momento sotto quest’ottica: se non avremo più un mondo ospitale gli altri problemi saranno davvero così gravi? Probabilmente potremmo arrivare a rimpiangerli. La novità italiana più discussa del 2021 in tema ambientale è la nascita del Ministero per la Transizione Ecologica. Se ne sono dette molte su questa scelta, probabilmente più per partito preso che per coscienza dell’importanza del tema. Solo il tempo ci dirà se è stata una decisione saggia. Ad oggi possiamo solo guardare quali sono i progetti che il MiTE sta mettendo in atto. Con il Recovery Plan siamo in possesso di una gran somma di denaro ed è stato così reso pubblico il PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (e noi che pensavamo che fosse solo una parola da tatuarsi). Il PNRR vede destinati 69,94 MILIARDI a progetti di Rivoluzione Verde e Transizione ecologica. Sul sito del MiTE, oggi, si legge un comunicato dove viene brevemente spiegato come verrà utilizzata questa enorme somma: valorizzazione del verde urbano, contenimento del consumo del suolo e ripristino dei suoli utili. E’ prevista inoltre la piantumazione di quasi 7 milioni di alberi nei prossimi tre anni. Notizie che fanno bene, notizie che ci fanno sperare a una svolta più green.

La giornata mondiale per l’ONU

Il tema quest’anno proposto dal Segretario della Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione (UNCCD) è “Restoration. Land. Recovery. We buil back better with healthy land” (Restauro. Territorio. Recupero. Ricostruiamo meglio con un terreno sano) con un focus sul recupero dei suoli degradati. Nel comunicato del MiTE leggiamo una perfetta spiegazione del fenomeno che riportiamo perchè non potrebbe essere spiegata meglio: “Il degrado dei suoli ha origini multifattoriali e ciò determina la complessità del fenomeno. La perdita di suolo produttivo è attribuibile a processi di elevata variabilità, sia geografica sia biofisica. Si tratta di un sistema di concause quali: perdita di superficie, impermeabilizzazione (sealing), deforestazione, incendi, pascolo e agricoltura intensiva, erosione, salinizzazione delle falde, contaminazione ecc. e non ultimo l’elevato grado di aridità del clima. Il risultato finale è in genere la riduzione dello strato superficiale del suolo con la perdita di sostanza organica e quindi della sua intrinseca capacità produttiva fino ad arrivare all’estremo degrado individuabile nei processi di desertificazione.” Vorremmo solo porre per un secondo il focus sulle ultime parole del Segretario. Ricostruiamo meglio. E di conseguenza vorremmo far notare una grave mancanza nel comunicato del MiTE. Combattere le speculazioni dove l’ambiente ne risente ogni volta. I cittadini, a volte, non sono cattivi o insensibili. Sono solo sfiduciati. Qualcuno inizi a farci ritrovare la fiducia e gli italiani, come sempre, saranno in grado di fare la differenza. Che magari non ci troveremo a dover istituire un’altra giornata mondiale.

Jari Girardi
Jari Girardi
Giornalista non giornalista. Scrivo per diletto ma provo qualcosa nel raccontare la verità. Ironico, a volte troppo. Non so farne a meno e continuerò. Sarcastico quanto basta. Polemico costruttivo, di distruzione ce n'è ormai troppa. Ho passione per la batteria, la chitarra, la musica in genere, gli animali e la mia moto. Convivo con la mia ragazza, una tartaruga, una gatta e un cane. Nel tempo libero ho un lavoro fisso ma niente di serio.

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