giovedì, Marzo 28, 2024

L’Oro Dei Nibelunghi : Mistica Eroica e Amore Puro

Nella complessa composizione e varietà tematica del Nibelungenlied spiccano tre temi fondamentali: amore, fama e tradimento. Il tradimento, proprio per la sua natura antitetica ad ogni forma d’amore, verrà analizzato in altra sede, mentre il concetto di fama, in virtù della sua versatilità, è applicabile all’uno e all’altro. Nel mondo ellenico e in particolare nella letteratura greca arcaica il concetto di Fama è reso perfettamente e si adatta senza forzature anche alle vicende del Nibelungenlied.

Alla base di tutto sta l’Areté, il Valore che l’Eroe dimostra sul campo di battaglia, visibile a tutti e degno di lode. Questo Valore dimostrato si trasforma poi sistematicamente in Timé, Onore, prestigio personale dell’Eroe, allargando il concetto può essere forse assimilabile all’Auctoritas dei condottieri romani. Logica conclusione della catena è il Kleos, la Gloria; interessante rilevare l’origine etimologica del termine: la radice è quella di del verbo greco Kluo, che significa “ascoltare”, il termine Kleos dunque, comunemente tradotto come “gloria”, potrebbe meglio essere reso con “ciò che gli altri sentono dire di te.”

Ed è proprio questa la riflessione che ci riporta al Nibelungenlied da cui siamo partiti: Crimilde si innamora di Siegfried, ma ciò non accade, come la poesia medievale stilnovistica insegna, attraverso la vista, con criterio autoptico, ma bensì attraverso l’udito. Crimilde sente narrare del valore, dell’Areté, dimostrato da Siegfried in battaglia contro Danesi e Sassoni, e della sua Timé si innamora, attraverso il di lui Kleos. I due si sposano nello stesso giorno del matrimonio di re Gunther dei Burgundi, padre della principessa Crimilde e suocero di Siegfried, con Brunilde d’Islanda, regina guerriera che al re era stata condotta proprio dall’Eroe.

Fondamentale a questo punto rilevare l’importanza di un episodio che figura solo in alcune versioni del Nibelungenlied: il rapimento di Crimilde per opera del drago Fafnir. In altre versioni Siegfried si scontra con il drago Fafnir per l’oro dei Nibelunghi prima ancora di conoscere Crimilde ma in quella che vogliamo analizzare l’Eroe lo affronta per salvare la moglie, oltre che per il tesoro. Lo scontro con il drago nella letteratura nordica e scandinava è un topos ricorrente, è l’affrontarsi del principio di ordine (il Cosmos del mondo greco, l’ordine del dio Apollo, diga contro le forze di caos e disgregazione) rappresentato dall’Eroe norreno contro il principio di caos (il Dionisiaco del mondo greco, rappresentato nella mitologia nordica anche da Giganti, Draugr e ogni creatura infera appartenente alle Saghe) che si personifica in questo caso nel drago Fafnir. Siegfried viene messo alla prova, l’Amore Puro riposto da Crimilde nell’Eroe deve trovare una conferma, il Kleos deve tornare Areté. Siegfried uccide Fafnir e bagnandosi nel suo sangue diventa invincibile, salva Crimilde e recupera tesoro e anello dei Nibelunghi.

L’anello in particolare, così come la figura del drago guardiano di immensi tesori verrano poi ripresi come topoi da Tolkien ne “Lo hobbit” prima e ne “Il Signore degli Anelli” poi, con un significato ovviamente differente ma comunque fondamentale per rilevare le fonti mitologiche da cui l’autore attinge per creare l’universo narrativo della Terra di Mezzo.

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