sabato, Aprile 20, 2024

Decolonizzazione delle collezioni dei musei spagnoli

Il Governo spagnolo ha lanciato un tavolo che mira ad affrontare la decolonizzazione delle collezioni statali dei musei spagnoli. La questione riguarda anche la proprietà del Tesoro di Quimbaya e la definizione di province e viceregni che facevano parte dell’amministrazione centrale iberica. Pertanto non sono considerati possedimenti in altri paesi.


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Quali provvedimenti ha attuato per la decolonizzazione delle collezioni dei musei spagnoli?

Fernando Sáez Lara, Direttore del Museo Nazionale di Antropologia, pochi giorni fa a Siviglia, al suo discorso all’VIII Incontro di Cultura e Cittadinanza, ha dichiarato: “Siamo riusciti a creare un gruppo di lavoro sulla decolonizzazione delle collezioni all’interno del Ministero della Cultura. Non è ancora costituito, ma siamo già incaricati di sviluppare la sua filosofia e il suo piano di lavoro. Il tutto, in un contesto di dibattito in cui è messo in discussione il ruolo dei musei come “strumenti per legittimare il pensiero egemonico”. Il Referente del centro culturale ritiene sia un passo che porta la Spagna al livello di Belgio o la Francia che trattano la questione da alcuni anni. “Le posizioni più radicali ci porterebbero a chiudere i musei, a restituire tutte le collezioni ai loro luoghi di origine. Dobbiamo cercare di fare qualcosa di nuovo: decolonizzare i musei, sottoporre tutta quella storia a una visione critica”.

Il gruppo di lavoro e la situazione in Spagna

Il dibattito sulla colonizzazione delle collezioni museali negli ultimi anni si è cristallizzata nella richiesta del Tesoro di Quimbaya da parte della Colombia. Tuttavia il discorso in Spagna è all’inizio. Non è nemmeno chiaro in che modo denominare il team di esperti che provvederanno a definire le linee guida per i centri culturali. Il Dipartimento diretto da Miquel Iceta intende però trovarsi pronto nel caso in cui ci siano rivendicazioni dall’estero, o anche se il Governo decida di prendere l’iniziativa. L’azione fa parte degli accordi raggiunti col resto dei paesi riuniti a Ibermuseums svoltosi a settembre in Messico. “Il Ministero sta lavorando all’aggiornamento dei discorsi museografici da una prospettiva che arricchisce la conoscenza delle collezioni dalla diversità e dalla cooperazione culturale”. Altri paesi affrontano il problema: in Francia stanno lavorando al Rapporto Macron. Nel Regno Unito una conferenza internazionale si è tenuta a Bristol a settembre.

I musei spagnoli da decolonizzare

In Spagna, i musei interessati sono Museo Nazionale di Antropologia e soprattutto il Museum of America che però non ha ricevuto la minima comunicazione dell’iniziativa. Infatti hanno mostrato una sorpresa assoluta in riferimento all’annuncio di Sáez Lara. Fonti vicine al polo culturale hanno riferito che ai tempi di Guirao, Ministro tra il 2018 e il 2020, il dibattito era già sollevato tra il corpo dei conservatori e i più alti livelli del Dipartimento: dopo averlo studiato, hanno concluso che non procedeva. L’esposizione permanente per la natura delle collezioni è il centro in cui ogni rivendicazione avrà i suoi obiettivi più sorprendenti.

Decolonizzazione delle collezioni: il caso del Tesoro di Quimbaya

In effetti, la Colombia ha chiesto per anni la proprietà del Tesoro di Quimbaya che non è il prodotto di alcun atto colonialista. Si tratta di un dono del Presidente Carlos Holguín alla Regina alla fine del diciannovesimo secolo. Alla fine dello scorso anno Iceta e il Ministro della Cultura colombiano Angélica Mayolo si sono accordati a realizzare uno scambio di esperienze e conoscenze mantenendo il tesoro nella sua interezza. Quindi i pezzi restano nella posizione attuale, al Museo d’America. Molti ritengono che la natura non coloniale delle collezioni debba essere difesa, sebbene molti pezzi abbiano la loro origine negli ex territori dei vicereami. Non erano colonie, ma province spagnole. La posizione che il direttore del Museo Nazionale di Antropologia ha presentato a Siviglia è diversa. “Crediamo che il museo debba spiegare quali sono le sue posizioni e i suoi punti di partenza per rivedere il suo passato”.

Le mummie di Atacama

Sáez Lara ha citato la lettera di impegno sul trattamento dei resti umani al MNA. I resti umani non sono esposti quando la comunità di origine dei resti è contraria alla loro presentazione pubblica, come nel caso delle mummie di Atacama. La discussione è servita. Quindi un passo avanti dai tempi di Guirao, quanfo il dibattito sulla “decolonizzazione” era già sollevato, ma al Dipartimento si concludeva che non era appropriato affrontarlo.

Odette Tapella
Odette Tapella
Vivo in piccolo paese di provincia. Mi piace leggere, fare giardinaggio, stare a contatto con la natura. Coltivo l'interesse per l'arte, la cultura e le tradizioni.

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