Il 17 ottobre 2018 è stata rinvenuta una lettera di Dante Alighieri
Paolo Pellegrini, docente di Filologia e linguistica italiana dell’Università di Verona, è il responsabile della scoperta. L’epistola sembra risalire all’ agosto del 1312, Cangrande della Scala, signore di Verona, inviò una lettera al novello imperatore Enrico VII, chi poteva esserne il vero compositore? Con altissima probabilità Dante Alighieri. Un compito difatti delicato, che poteva essere assegnato ad un uomo tanto amico del signore di Verona, al punto di riservagli un altissimo elogio nel canto XVII del Paradiso? La risposta è quasi certamente positiva.
Il contenuto della lettera
“La lettera, che era già stata pubblicata un paio di volte in passato – spiega Pellegrini – proviene da una raccolta di testi, presi come esempio del buon scrivere, che il notaio e maestro di “ars dictaminis” Pietro dei Boattieri, attivo a Bologna tra Due e Trecento, aveva incluso in un codice confluito più tardi in un manoscritto oggi conservato alla Biblioteca Nazionale di Firenze. In essa Cangrande della Scala denunciava all’imperatore Enrico VII i gravi dissensi sorti all’interno dei sostenitori dell’Impero: Filippo d’Acaia, nipote dell’imperatore e vicario imperiale di Pavia, Vercelli e Novara, e Werner von Homberg, capitano generale della Lombardia, erano venuti alle mani e solo il tempestivo intervento dei presenti aveva evitato un tragico epilogo. Cangrande manifestava all’Imperatore tutta la propria preoccupazione, invitandolo a riportare la pace e la concordia prima che altre membra del corpo imperiale si sollevassero le une contro le altre armate”.
LE CONSEGUENZE SUL SOMMO POETA
Ora bisogna riscrivere e re-imparare la biografia del padre della lingua italiana: egli ha difatti soggiornato a Verona per un lungo periodo, dal 1312 al 1320. “Cadono in un colpo solo le ipotesi, formulate forse un po’ troppo frettolosamente, – spiega ancora Pellegrini – che tra 1312 e il 1316 volevano Dante a Pisa o in Lunigiana, o addirittura lo immaginavano negli attendamenti imperiali tutto preso dalla stesura della Monarchia. Nell’estate del 1312 Dante si trovava già a Verona e se la Monarchia fu scritta a quest’epoca, fu scritta sotto l’occhio vigile di Cangrande”.
Dunque Verona diviene la seconda città ove Dante ha soggiornato di più ed il suo patrimonio letterario ancora più ampio.