“Oggi l’attenzione rivolta alle rotte commerciali, che attraversano il continente euroasiatico, si è acutizzata da quando il Presidente cinese Xi Jinping ha illustrato il progetto avanzato dalla Repubblica Popolare Cinese di aprire una Nuova Via della Seta. Questa nuova via collegherà l’antica città di Xi’an con Rotterdam e, attraverso numerose diramazioni, con altre città europee tra le quali Venezia”. Così spiega il prof. Louis Godart, uno dei curatori della mostra “Dall’antica alla nuova via della seta” allestita nelle sale del Museo d’Arte Orientale di Torino, il rinnovato interesse verso le antiche vie commerciali tra Oriente e Occidente.
Quando si parla di via della seta la nostra mente corre immediatamente alla figura di Marco Polo, viaggiatore e mercante veneziano che nel 1271 iniziò, insieme al padre Niccolò e allo zio Matteo, un lungo viaggio verso il Catai, ovvero la Cina, seguendo l’antica strada della seta, diventando ambasciatore italico in terra straniera e facendo scoprire una nuova cultura e un nuovo mondo attraverso le pagine del Milione, il resoconto del suo viaggio in Asia. Allontanandoci dall’immaginario collettivo, furono anche altri gli italiani che presero contatti con l’Oriente, contribuendo così a stringere i legami tra i due mondi: l’imperatore Marco Aurelio nel 166 d.c. inviò degli ambasciatori alla corte del Figlio del Cielo consentendo ai due imperi più estesi e più forti della storia antica di entrare in contatto; nel 1601 il gesuita Matteo Ricci venne accolto in Cina come ambasciatore d’ Europa e ammesso dall’imperatore Wanli nella ristretta cerchia dei Mandarini, e gli venne permesso, inoltre, di fondare una chiesa a Pechino; infine, si deve al gesuita Martino Martini, che soggiornò a lungo nell’Impero Celeste, il primo atlante moderno della Cina, pubblicato nel 1655 in Europa.
L’esposizione al Mao si può quindi considerare come un ideale viaggio dall’Occidente all’Oriente lungo le antiche rotte della via della seta percorse per circa due millenni da ambasciatori, esploratori, avventurieri, mercanti, monaci e missionari di fedi diverse che, con i loro continui passaggi, hanno contribuito a diffondere la conoscenza di culture e tradizioni diverse.
In mostra sono esposte circa settanta preziose opere, alcune di proprietà del Mao stesso e altre provenienti da importanti musei italiani ed europei tra i quali il Musèe du Louvre, il Musèe Guimet e Musèe Cernuschi di Parigi, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la Biblioteca Apostolica Vaticana, il Museo Civico di Bologna, il Museo del Tesoro di San Domenico e la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, la Biblioteca Marciana e la Procuratoria della Basilica di San Marco di Venezia. Infine una ventina di pezzi moderni provengono direttamente dalla Cina e sono stati realizzati da artisti contemporanei.
Mostra a cura di Louis Godart, David Gosset e Maurizio Scarpari.
Catalogo a cura del prof. Louis Godart e del prof. Maurizio Scarpari.
Loredana Carena
Info: “Dall’antica alla nuova via della seta” – MAO, Museo d’Arte Orientale- via S. Domenico n. 11 – TORINO – tel. 011/ 4436927 – www.maotorino.it –
DAL 31 MARZO AL 2 LUGLIO 2017.