Dopo Messico, Corea, Francia e Giappone, cucine che nella totalità o in parte sono Patrimonio dell’Umanità UNESCO, la Cucina Italiana è candidata dal Ministero della Cultura, con a capo Gennaro Sangiuliano, insieme al Ministero dell’Agricoltura, con a capo Francesco Lollobrigida, come patrimonio immateriale dell’Unesco, dal 23 marzo 2023, “tra sostenibilità e diversità bioculturale”.
Chi candida la Cucina Italiana a Patrimonio dell’Umanità UNESCO?
La cucina italiana è candidata a Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Il dossier di candidatura della Cucina Italiana è stato consegnato a Parigi dall’ambasciatore italiano presso l’UNESCO Liborio Stellino, al responsabile UNESCO per la Lista del Patrimonio Immateriale dell’Umanità, Tim Curtis.
La candidatura risale al 23 marzo 2023, dal Ministero della Cultura, guidato da Gennaro Sangiuliano, insieme al Ministero dell’Agricoltura, con a capo Francesco Lollobrigida.
Il dossier inizia la pratica di valutazione, che si conclude entro dicembre 2025.
Come nasce la candidatura della Cucina Italiana?
A promuovere questo progetto è la rivista “La Cucina Italiana”. E’ il mensile di cucina più autorevole e di lunga tradizione, del 1929. Negli ultimi anni, il giornale ha collaborato con grandi cuochi e imprenditori, anche esponenti di Federcuochi, per supportare la candidatura. Tra essi, Massimo Bottura, tre stelle Michelin, e Davide Oldani, uno dei cinquanta chef ambasciatori della cucina italiana nel mondo. Ancora, Antonia Klugmann, una stella Michelin e un premio da poco riscosso, ‘Hidden Gem’, nella classifica “La Liste – Mediterranean Special Awards 2023”. E poi, Carlo Cracco, cinque stelle Michelin, e Niko Romito, due stelle Michelin. Come pure Antonino Cannavacciuolo, tre stelle Michelin.
Il loro supporto è motivato dal fatto che i cuochi italiani sono “produttori di cultura, storia, estetica, poesia, valori fondanti dell’Italia”.
Inoltre, la candidatura è sostenuta da un comitato scientifico, di cui fa parte anche Massimo Montanari, professore di storia dell’alimentazione all’Università di Bologna. E ancora, Laila Tentoni, presidente Fondazione Casa Artusi e il professor Paolo Petroni, presidente dell’Accademia Italiana di Cucina.
La Cucina Italiana patrimonio dell’umanità
Già la ‘dieta mediterranea’ è stata inserita nella lista del Patrimonio Immateriale dell’Umanità, nel 2010. Vengono riconosciute le sue caratteristiche e qualità in termini di alimentazione sana, stile di vita e benessere raggiunto a libello della salute, equilibrio e gusto. Dunque, sono identificate le qualità nutrizionali, ma soprattutto il valore culturale e sociale che rappresenta.
La Cucina Italiana non rappresenta tante ricette messe insieme. Essa costituisce un insieme di pratiche e di abitudini, di gesti e rituali. Essi fanno parte della preparazione e del consumo del cibo, che diventa momento di incontro e condivisione.
Il Ministero della Cultura e quello dell’Agricoltura affermano che la Cucina Italiana rappresenta “il rito collettivo di un popolo che concepisce il cibo come elemento culturale identitario”. Dunque, in Italia cucinare è un modo per prendersi cura di chi sta a cuore, in caso di familiari e amici, e di chi è frequentatore di un locale. Si uniscono le tradizioni e l’innovazione. La passione per la cucina è trasmessa alle nuove generazioni.
Alcuni piatti tipici della Cucina Italiana
La Cucina Italiana comprende piatti unici nel loro genere. Essi sono tutti riconducibili alle origini delle tradizioni locali del nostro territorio.
Dalla pasta, alle verdure, gli ortaggi e i legumi. Ancora, carni, pesci e formaggi. E come non nominare le specialità. Ad esempio, la pasta, la pizza, la lasagna e i risotti. Ancora, le polpette, la bistecca, il bollito piemontese, il baccalà mantecato. E poi, il pesto, il casatiello napoletano, i carciofi alla romana, le mozzarelle, il gelato, il tiramisù e il torrone.
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