venerdì, Aprile 19, 2024

Cuba reale paradiso per gli LGBTI? Il caso Moreno e la repressione del governo

Cuba è realmente una nazione aperta verso le minoranze sessuali o l’accoglienza tanto pubblicizzata è solo una strategia di marketing che fa l’occhiolino al pinkwashing per attirare turisti e turiste?
Da anni ormai gli attivisti e i media internazionali mettono in dubbio che la politica di apertura verso i diritti civili della popolazione LGBTI, portata avanti da Mariela Castro (nipote del leader storico Fidel Castro e presidentessa del CENESEX, l’istituto nazionale per l’educazione sessuale), sia totalmente reale.
Negli anni infatti sono stati numerosi i fatti di cronaca, più o meno tenuti nascosti dalle autorità cubane, che hanno visto al centro di fatti di repressione persone omosessuali, bisessuali o transessuali.

L’ultimo evento in merito arrivato alle cronache internazionali riguarda il giornalista e attivista 21enne Jancel Moreno, convocato dalla polizia della città di Matanzas nel nord di Cuba, accusato di appoggiare José Daniel Ferrer, leader del principale partito di opposizione UNPACU. Le accuse nei suoi confronti potrebbero costare al giovane dai 3 ai 4 anni di carcere con l’accusa di aver postato materiale inappropriato sui propri social network (durante l’interrogatorio presso il comando di polizia, le forze dell’ordine avrebbero mostrato copie di circa 40 post contro il contro il governo sul suo profilo Facebook).

Il ragazzo era già stato al centro dell’attenzione della polizia cubana dopo che il compagno, l’attivista Victor Manuel Dueña fondatore di un gruppo di sostegno per persone lgbti nella città di Santo Domingo, aveva chiesto asilo nei Paesi Bassi.

Il caso Moreno è l’ultimo al momento, in ordine di tempo, a porre reali interrogativi su quale sia la vera situazione delle minoranze sessuali nel paese. Un altro caso di repressione balenato agli occhi della società civile internazionale nel recente periodo, era stato l’arresto, nel maggio 2019, di 3 attivisti per i diritti civili delle minoranze sessuali e di genere e giornalisti indipendenti arrestati durante una marcia alternativa rispetto al pride appoggiato dal governo. Manifestazione non autorizzata nella capitale L’Avana interrotta, secondo le autorità locali, per poter mantenere l’ordine pubblico.

Intanto, mentre il movimento LGBTI internazionale e l’opinione pubblica si interrogano su cosa stia accadendo realmente alle minoranze sessuali a Cuba, le persone omo, bi e transessuali continuano ad ottenere asilo all’estero, scappando da contesti omofobi e transofobi che spesso non arrivano agli occhi dei numerosi turisti lgbt del paese.



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