giovedì, Marzo 28, 2024

Croce Rossa nel Tigray: arrivato il primo convoglio

Un convoglio umanitario della Croce Rossa è riuscito a portare i primi aiuti alla popolazione del Tigray. Nonostante i combattimenti stiano continuando, Addis Abeba ha concesso il primo corridoio umanitario. La scorsa settimana quattro operati umanitari sono stati uccisi nel corso dei combattimenti. Peggiora la situazione dei profughi eritrei ospitati nei campi tigrini.

Quando la Croce Rossa ha raggiunto Makalle?

La Croce Rossa Internazionale ha raggiunto il Tigray. Lo scorso 12 dicembre un convoglio umanitario di 7 camion è giunto a Makalle. Questo è stato possibile grazie all’accordo tra governo etiope e CRI. Gran parte degli aiuti hanno permesso al principale ospedale del capoluogo tigrino di tornare operativo. Il nosocomio Ayder di Makalle, infatti, era rimasto senza attrezzature mediche. Grazie agli aiuti umanitari, l’ospedale del capoluogo potrà occuparsi di centinaia di feriti di guerra. Molti reparti che erano stati chiusi a causa della mancanza di presidi sanitari, stanno riaprendo in questi giorni.

Il primo ministro del Sudan a colloquio con Abiy Ahmed

Domenica 13 dicembre Abiy Ahmed ha incontrato il primo ministro sudanese Abdalla Hamdok. Al centro dei colloqui la questione dei quasi 50 mila profughi tigrini in Sudan. Nel corso dell’incontro Hamdok ha dichiarato di sostenere le ragioni di Addis Abeba nel conflitto tigrino. Il governo sudanese, fin dall’inizio del conflitto si era proposto come mediatore tra Addis Abeba e il TPLF. Proposta rifiutata più volte dal governo etiope.

La caccia ai membri del TPLF

Secondo le dichiarazioni di Abiy Ahmed le ostilità nel Tigray si sarebbero concluse il 28 novembre scorso. L’esercito etiope sta a tutti gli effetti occupando Makalle. Tutte le principali istituzioni sono sotto controllo delle forze federali. Tuttavia, i profughi tigrini, ormai da giorni, raccontano di aspri combattimenti ancora in atto. I ribelli del TPLF non si sono mai arresi. Una buona parte di loro vive in clandestinità. Secondo fonti locali le forze tigrine disporrebbero di una grande quantità di armi. Il territorio del Tigray, montuoso e frastagliato, starebbe favorendo la fuga di combattenti. I rifugi ricavati in villaggi isolati potrebbero favorire la composizione di guerriglie pronte a continuare i combattimenti. Per questo non è possibile stabilire se effettivamente il conflitto tigrino possa dichiararsi concluso.

La Croce Rossa e il sostegno al popolo del Tigray

Il primo convoglio della Croce Rossa è riuscito a raggiungere Makalle. Finalmente Abiy Ahmed ha concesso un corridoio umanitario per l’assistenza alla popolazione tigrina. E’ la prima volta, dall’inizio del conflitto, che le autorità etiopi concedono un accesso alla zona di guerra. La scorsa settimana l’esercito federale aveva aperto il fuoco contro dei funzionari Onu. Questi ultimi erano diretti presso un campo profughi del Tigray. Addis Abeba ha confermato l’episodio ma non ha voluto aggiungere ulteriori dettagli.

I rifugiati Eritrei nel Tigray

L’arrivo del convoglio della Croce Rossa Internazionale rappresenta un passo avanti nell’approccio etiope alla questione tigrina. Finalmente gli ospedali hanno ottenuto i dispositivi medici per continuare ad occuparsi delle vittime del conflitto. Nonostante i grandi passi in avanti, preoccupa la situazione dei rifugiati eritrei. Quasi 100 mila cittadini dell’Eritrea sono fuggiti, negli ultimi anni dal regime di Asmara. La maggior parte di loro è ospitata nei campi profughi del Tigray. L’UNHCR fin dall’inizio del conflitto tigrino denuncia di non riuscire a dare adeguata assistenza a questi profughi. Secondo le Ong, molti rifugiati eritrei sarebbero fuggiti dai campi a causa del conflitto.

Uccisi 4 operatori umanitari

Secondo fonti locali la scorsa settimana 4 operatori umanitari sarebbero morti nel Tigray. I quattro erano membri di due diverse Ong. Sarebbero rimasti vittime dei combattimenti ancora in atto nella regione. Questo avvenimento conferma che nella regione la guerra non è ancora finita. Il perdurare del conflitto non permette alle organizzazioni umanitarie di operare in sicurezza. Nonostante le dichiarazioni di Abiy Ahmed, il conflitto sta continuando, mietendo vittime anche tra coloro che portano aiuto alla popolazione civile.


Il primo ministro etiope esclude guerriglia nel Tigray


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