venerdì, Marzo 29, 2024

Crisi Russia-Ucraina: impatto su prezzi e mercati

La crisi Russia-Ucraina e le crescenti tensioni globali hanno causato l’impennata dei prezzi del petrolio e il crollo dei mercati azionari.

Dopo il discorso di Putin

Si acuiscono sempre di più le tensioni tra Russia e Ucraina. Soprattutto dopo che ieri sera, in un discorso alla nazione, il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato il riconoscimento dell’indipendenza delle autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk. Al tempo stesso, ha poi ordinato l’invio di truppe proprio nella regione del Donbass. Una decisione che, oltre ad aver mandato in allarme i paesi occidentali, ha fatto schizzare al rialzo le quotazioni delle principali commodities, come il petrolio, il gas, e i metalli preziosi. 

Crisi Russia-Ucraina: il prezzo del petrolio

Nella giornata di oggi, il petrolio WTI (West Texas Intermediate) light crude ha evidenziato guadagni limitati facendo segnare un massimo di 94,65 dollari al barile, per poi scendere a 93,95 dollari. Il Brent è salito fino a 97 dollari al barile, per poi retrocedere intorno ai 96. “Partendo dal presupposto che la Russia è uno dei principali produttori di greggio assieme a Stati Uniti e Arabia Saudita, in caso di ulteriore escalation della crisi con l’Ucraina riteniamo che il Brent possa oltrepassare nel breve la quota di 100 dollari al barile”. Questo è quanto affermato da Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia. Preoccupazione evidenziata anche da Alberto Gallo e Gabriele Foà, portfolio managers di Algebris Global Credit Opportunities Fund. In caso di sanzioni nei confronti di Mosca, i due analisti prevedono una riduzione dell’offerte di materie prime. Si potrebbe anche verificare un “ulteriore aumento dei prezzi del 20% in Usa e in Europa, che potrebbe aggiungere circa un punto percentuale all’inflazione”.

Gas, metalli preziosi e mais: i risvolti della crisi Russia-Ucraina

In seguito alla decisione del cancelliere tedesco di sospendere la certificazione del gasdotto Nord Stream 2, il gas naturale con il contratto TTF (Title Transfer Facility) quotato ad Amsterdam, è la commodity energetica che ha fatto registrare il balzo più elevato (+10%)”. Ma bisogna anche porre l’accento sul nickel e sull’alluminio, che hanno fatto registrare proprio in queste ore nuovi massimi. Soprattutto perché la Russia, insieme al Sud Africa, è il principale produttore al mondo proprio di alluminio. Tra le soft commodities, le quotazioni del mais e del grano segnano nuovi picchi annuali. Tra i metalli preziosi invece i favoriti sono oro e platino. L’oro è il safe haven per eccellenza e continua a salire con un massimo di 1914 dollari per oncia. Viene così messo nel mirino l’ambizioso obiettivo di 2000 dollari in caso di aumento delle tensioni.

Opportunità interessanti per gli investitori

Infine, anche obbligazioni e azioni stanno uscendo perdenti da questa situazione. E affronteranno le prossime settimane in un clima teso. Se questo è il quadro di breve periodo, in una logica strategica, si stanno iniziando tuttavia a ricreare delle condizioni interessanti per gli investitori che mirano al lungo periodo e hanno una propensione al rischio più alta.

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