mercoledì, Novembre 29, 2023

Crisi politica: il Governo va avanti

Una crisi politica della maggioranza iniziata e terminata per motivi che a molti sfuggono. Innescata da Matteo Renzi, leader del partito politico Italia Viva. E finita con le dimissioni dei suoi ministri. Ormai il carattere deciso e a volte poco politico dell’ex rottamatore é noto a tutti ed é difficile spiegare con esattezza ciò che sta succedendo. Quando si parla di politica si fa riferimento a trattative, incontri, discussioni, ecc. Ma di politico questa crisi ha poco. Inseguire ideologie a tutti i costi a volte può diventare pericolo e alla fine dannoso.

Ma perché Renzi non é tornato sui suoi passi?

Per molte persone (votanti) Renzi ha avuto in passato, un atteggiamento non coerente con quanto ha sempre dichiarato. Uscita dalla politica, mai patti con i 5 stelle, ecc. E ciò che emerge é un profilo di una persona non in grado di collaborare e fare gruppo. Le tante spiegazioni e riflessioni date non giustificano alzate di testa del genere ma evidenziano invece un orgoglio smisurato fino al proprio annientamento. Forse attendevamo una presa di posizione di maggior rilievo e più in autonomia dei suoi ministri. Ma nemmeno questo è avvenuto. Portando al dubbio di fiducia tutta la maggioranza di governo.

Le piattaforme social si riempiono di giustificazioni in merito. Comunicazioni che Matteo Renzi ha iniziato a inviare, avvertendo il bisogno di creare intorno a se un clima che possa giustificare il suo operato. Ma non è sufficiente convincere il popolo del web. La richiesta di fiducia viene oramai chiesta da tutte le parti politiche.

Giuseppe Conte non capisce i motivi della crisi politica

Anche il Presidente del Consiglio confessa di avvertire un certo disagio in Senato durante il discorso per la richiesta di fiducia. La crisi politica aperta non è chiara come non è chiaro il motivo. Inoltre ciò che scandalizza di più il popolo italiano e vedere come si svolgano trattative per cercare di convincere i senatori a votare la fiducia. Incontri privati, sms, telefonate. Un’attività finalizzata alla ricerca di nuovi elementi, di altre composizioni politiche esterne alla maggioranza, che possano aiutare l’esecutivo a continuare il suo cammino. Ma la fiducia passa in Parlamento e al Senato. Quella stessa fiducia oramai utilizzata da molti per costruire rapidamente un consenso su molte questioni importanti. Una fiducia spesso utilizzata impropriamente quindi ma efficace.

Crisi politica e iter

La crisi parlamentare si verifica quando viene meno la maggioranza, quando cioè, voti alla mano, si certifica che il governo non ha più la maggioranza alle Camere. Questa era una ipotesi e per questo il voto si è reso necessario. Ad oggi una striminzita maggioranza ancora esiste. Tra balletti di senatori che all’uopo cambiano alleanze. A questo punto tutto il ‘fascicolo’ crisi dovrà essere esposto al Presidente della Repubblica per essere, o meno, approvato. Non è facile pensare che Mattarella possa rifiutare questo esecutivo anche perché il periodo storico sanitario non risulta positivo. Le elezioni, che la destra invoca, si potrebbero svolgere a luglio e il rischio di paralisi, con l’economia italiana distrutta, sarebbe molto alto.

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