Già mercoledì 28 dicembre Emmanuel Macron aveva chiesto al suo governo “misure di protezione adeguate” per i francesi per far fronte all’epidemia in Cina. Ciononostante, queste misure sembrano inadeguate per contrastare realmente una possibile diffusione del virus.
Dopo l’Italia e la Spagna, la Francia ha deciso di rafforzare le misure di controllo alle frontiere per i passeggeri provenienti dalla Cina, per far fronte ai rischi legati all’esplosione dei casi di Covid-19 nel Paese. È urgente dimostrare che la Francia sta agendo. Se i controlli alle frontiere non impediscono la diffusione del virus, il governo “non ha davvero altre opzioni”, afferma un membro anziano della maggioranza. Dal punto di vista politico, le misure decise unilateralmente da Emmanuel Macron sono in contraddizione con l’Europa della salute, che il presidente chiede di trarre le conseguenze della pandemia.
Incoerenze governative
Il principale difetto del sistema di controllo introdotto da Parigi è che riguarda solo i voli diretti. Così, un viaggiatore che arriva dalla Cina passando per un’altra capitale europea può comunque entrare in Francia senza difficoltà. L’UE-27 si riunirà questa settimana per cercare di armonizzare le regole. A livello nazionale, un’altra incoerenza viene dal Ministro della Salute. Spiega che le misure decise mirano a rintracciare le nuove varianti e non a impedire l’ingresso in Francia di cinesi contaminati. Tuttavia, il governo si è appena privato di strumenti preziosi per effettuare questo monitoraggio. Ha deciso di chiudere sei delle otto piattaforme responsabili del sequenziamento del virus.
