Cosa succede se Draghi viene eletto al Quirinale? Intanto oggi a partire dalle 15 iniziano le votazioni per il nuovo Capo dello Stato. E con la riforma costituzionale sul “taglio” dei parlamentari, questa volta sarà l’ultima con un collegio elettorale così folto. 630 deputati, 315 senatori più quelli a vita e di diritto, 58 delegati regionali. In tutto 1009. Purtroppo scendono a 1008. Per la scomparsa di Vincenzo Fasano. Deputato di FI. Mentre la prossima volta saranno in tutto poco più di 660. Per il taglio dei parlamentari voluto dal M5s. Ad oggi, i candidati sono due e mezza. Consentitemi l’espressione. Perché il principale è Mario Draghi. Poi arriva l’improbabile bis di Mattarella. E infine la scelta di una terza personalità. Come potrebbe essere quella di Marta Cartabia.
Cosa succede se Draghi viene eletto al Quirinale?
In quanto all’ipotesi che i partiti si accordino per mandare Draghi sul Colle, implica anch’essa un corollario difficile da affrontare. Qualora eletto sarebbe necessario trovare un nuovo premier. Che sia in grado di tenere in piedi questa sgangherata grande coalizione. Si aprirebbe una crisi di governo. E Mattarella, ancora in carica, dovrebbe rimettere il mandato. Per dare il posto al suo successore. Mentre a Palazzo Chigi ad interim subentrerebbe Renato Brunetta. Il ministro più anziano. E al contempo Mario Draghi sarebbe impegnato a gestire le consultazioni. Per formare il nuovo esecutivo. Ma il fatto è che i partiti, tutti, sono restii a riconoscere questo ruolo straordinario all’attuale premier.
Quale scenario si aprirebbe?
Sebbene molti peones temano che dopo il voto per il nuovo Presidente abbia luogo lo scioglimento anticipato delle Camere, va ricordato che sarebbe un’assoluta novità. Nessun neoeletto ha preso una decisione così importante e tormentata nei primi giorni del suo mandato. Peraltro sarebbe interpretata come un segno di debolezza del Capo dello Stato. Impreparato a risolvere una crisi di governo già alla sua prima prova.
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Cosa succede se Draghi viene eletto: le incognite
Riassumendo, i “grandi elettori” dovranno scegliere prima lo stile desiderato e solo dopo il candidato più adatto ad interpretarlo. Anche se il settennato è lungo, e le contingenze politiche mutevoli, non sono escluse sorprese. Del resto per sistemare la faccenda i leader politici dovrebbero trovare una personalità simil-Draghi da mettere al Quirinale. La quale possa poi dare garanzie, certo relative, di coprire l’attuale premier. Sia nel portare a termine la legislatura sia nell’avere un ruolo centrale nella prossima. Insomma qualcosa che somiglia al classico problema insolubile della quadratura del cerchio. Perché significherebbe che i partiti attuali accettano di vedere ridimensionato il loro ruolo. Tuttavia la stessa dinamica delle votazioni può produrre sviluppi sulle alleanze. Una coalizione per il Presidente può far nascere un’intesa per il governo. Oppure può servire semplicemente per scompaginare equilibri esistenti.