Cosa sappiamo della vasta campagna di disinformazione della Cina su Facebook e Instagram

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Meta, la società madre di Facebook, ha cancellato migliaia di account e pagine che diffondevano informazioni false sui suoi social network. Si ritiene che l’operazione di influenza e disinformazione abbia avuto origine in Cina e sia legata a “individui associati alle forze dell’ordine cinesi”.

Si tratterebbe della “più grande operazione di influenza occulta multipiattaforma conosciuta al mondo”, riferisce Meta, la società madre di Facebook, Instagram e WhatsApp, a proposito di questa vasta rete di account, pagine e gruppi falsi che diffondono messaggi positivi sulla Cina e criticano gli oppositori del regime. Nel suo ultimo rapporto, pubblicato il 29 agosto, Meta spiega di aver cancellato 7.704 account Facebook, 954 pagine, 15 account Instagram e 15 gruppi legati all’operazione di disinformazione che ha origine a Pechino. Secondo il testo, le piattaforme di Meta non sono le uniche a essere state colpite. Si ritiene che anche social network come X (ex Twitter), YouTube, TikTok, Reddit, Pinterest e Medium siano stati utilizzati per diffondere la campagna.

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Messaggi positivi sullo Xinjiang, critiche agli oppositori del regime


Cosa contenevano i messaggi? Includevano “commenti positivi sulla Cina e sulla sua provincia dello Xinjiang”, dove gli uiguri, un’etnia prevalentemente musulmana, sono repressi dal regime cinese. Altri contenuti miravano a pubblicare commenti negativi che prendevano di mira “gli Stati Uniti e le politiche estere occidentali”, oltre a fake news sulle origini della pandemia di Covid-19, si legge nel rapporto. Sono stati presi di mira anche gli oppositori e i critici del governo cinese, compresi giornalisti e ricercatori”. L’obiettivo della campagna era quello di influenzare le personalità cinesi che vivono al di fuori della Cina, nonché il pubblico di Taiwan, Stati Uniti, Australia, Regno Unito e Giappone.

I ricercatori sono riusciti a identificare diversi account falsi, soprattutto perché hanno pubblicato contenuti simili con titoli evocativi come: “Il bombardamento di Nord Stream da parte degli Stati Uniti è il primo passo del ‘piano per distruggere l’Europa’”. I ricercatori hanno anche notato hashtag come #ThisispureslanderthatChinahasestablishedasecretpolicedepartmentinEngland – che può essere tradotto come: “il fatto che la Cina abbia istituito un dipartimento di polizia segreta in Inghilterra è una pura calunnia”. Si tratta di una risposta a eventi che risalgono all’aprile 2023. A New York, un procuratore statunitense ha spiegato che la polizia americana aveva individuato un’unità clandestina di polizia cinese a Lower Manhattan, finalizzata al monitoraggio e all’intimidazione di dissidenti e critici del governo cinese. Lo stesso è accaduto a Londra, dove è stata individuata una cellula simile.

Spamouflage, un’operazione legata a “individui associati alle forze dell’ordine cinesi”


Questi contenuti sarebbero stati gestiti da diverse regioni della Cina, “con picchi di attività a metà mattina e nel primo pomeriggio, ora di Pechino, con pause per il pranzo e la cena, quindi un picco finale di attività in serata”, scrivono gli autori del rapporto. Secondo il gruppo di Mark Zuckerberg, questo tentativo di influenza è legato a “Spamouflage”, una nota campagna di influenza di Pechino che ha sede in Cina da anni e che Meta sta cercando di sradicare dal 2019. L’azienda di Menlo Park ritiene che questa operazione abbia stretti legami con “individui associati alle forze dell’ordine cinesi”.

Gli account utilizzati per questa campagna di disinformazione sono stati individuati e disattivati da sistemi automatici, aggiungono i ricercatori. Questo spiegherebbe perché Spamouflage si è ora rivolto a piattaforme più piccole.

Secondo Meta, tuttavia, questa campagna di influenza ha avuto un impatto limitato. “Nonostante il gran numero di account e piattaforme utilizzate, Spamouflage ha sempre avuto difficoltà ad andare oltre la propria (falsa) camera dell’eco”, scrivono gli autori del rapporto. La prova, secondo i ricercatori di Meta: gli account che finivano per seguire le pagine gestite dalla campagna di influenza erano essi stessi… falsi, provenienti da Vietnam, Bangladesh e Brasile, ossia regioni che non erano bersaglio di questa campagna di influenza e disinformazione.