venerdì, Aprile 19, 2024

Cosa accadrà dopo le dimissioni del Cardinal Becciu, accusato di peculato?

La notizia sulle dimissioni del Cardinal Becciu, ormai ex-prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi può risuonar abbastanza surreale. Vediamo subito che i canali vaticani, quali Vatican news, ci confermano la rinuncia di Becciu ai diritti connessi al cardinalato. Ecco quanto riporta il testo del comunicato stampa della Santa Sede: “Oggi, giovedì 24 settembre, il Santo Padre ha accettato la rinuncia dalla carica di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e dai diritti connessi al Cardinalato, presentata da Sua Eminenza il Cardinale Giovanni Angelo Becciu“. Nulla di più al riguardo da parte dei canali ufficiali.

La risposta del Cardinal Becciu a quanto lo ha colpito negli ultimi giorni

D’altra parte se dalle alte sfere non si sono pronunciate altre parole al riguardo, il Cardinale, come riporta Avvenire, avrebbe tenuto una conferenza stampa per spiegare le sue ragioni e “difendersi” dalle accuse, pur ribadendo la sua assoluta fedeltà al Santo Padre. “Su di me sono state scritte falsità, che potrebbero anche meritare querela”, avrebbe commentato.

L’incontro con il Papa

Il Cardinale avrebbe poi raccontato ai giornalisti dell’incontro avuto con il Papa, e sempre Avvenire, ci riporta testualmente quanto detto da lui: “Fino alle 18,02 di giovedì mi sentivo amico del Papa, fedele esecutore del suo volere. Poi il Papa dice che non ha più fiducia in me perché gli è venuta la segnalazione dei magistrati (vaticani) che sulla base di alcune indicazioni della guardia di finanza italiana io avrei commesso atti di peculato”.

L’autodifesa dell’ex prefetto

L’appropriazione indebita di denaro si riferirebbe a quando Becciu era sostituto della Segreteria di Stato. A quel tempo avrebbe destinato una somma di 100 mila euro alla Caritas della diocesi di Ozieri, somma tratta da un fondo dove confluisce l’Obolo di San Pietro e che è a discrezione del Sostituto usare per le varie opere di carità. Poi l’ex prefetto aggiunge: “Perché proprio alla mia diocesi? In 7-8 anni non avevo mai fatto un’opera di sostegno per la Sardegna. So che nella mia diocesi c’è un’emergenza soprattutto per la disoccupazione, ho voluto destinare quei 100mila euro alla Caritas.” L’accusa nei confronti di Becciu non si ferma qui ma vedrebbe quei soldi essere confluiti nella cooperativa del fratello del Cardinale, accusa anche a tal proposito da lui stesso smentita.

La testimonianza del Vescovo di Ozieri, monsignor Melis

Sulla stessa linea sembra pronunciarsi il Vescovo di Ozieri, monsignor Corrado Melis, sottolineando di non aver mai avuto “la lontana percezione di intenzioni o finalità indebite da parte dei propri collaboratori, quali la Cooperativa Spes, alla quale, viceversa, dà atto di notevole capacità operativa e realizzazione degli scopi benefici in ausilio dell’opera prestata dalla Caritas diocesana“.

Il Cardinal Becciu inoltra ha raccontato ai giornalisti di aver subito chiamato il fratello, dopo l’incontro con il Papa e di essere venuto a sapere che quei soldi erano ancora lì, perché il vescovo li voleva destinare a un progetto che richiedeva l’impiego anche di altre risorse. Anche questo punto risulta confermato dal Melis: “su uno di detti conti è, peraltro, confluita nel 2017 un’erogazione di 100mila proveniente dalla Segreteria di Stato vaticana, che però non è stata ancora utilizzata perché in attesa del raggiungimento di un importo maggiore indispensabile per il finanziamento complessivo del progetto di una cittadella della carità”.

Altri pesanti accuse sulle pagine di “Domani”

Ci sarebbero anche altre accuse, molto più pesanti rese dalle pagine di “Domani” e riportate dal Tempo. Si tratterebbe di una pericolosa triangolazione tra il cardinale Becciu, il birrificio dei suoi fratelli e il petroliere angolano Antonio Mosquito. “Domani” rivela che, prima di licenziare Becciu, Papa Francesco gli ha fatto notare che “dietro il birrificio Angel’s ci sarebbe il petroliere Antonio Mosquito. Ha finanziato i tuoi parenti con 1.5 milioni di euro. Mosquito è un tuo amico, nel 2013 hai tentato di investire nelle sue società petrolifere 250 milioni di dollari della Santa Sede. Ecco questo non va bene“.

Non sappiamo nulla riguardo l’attendibilità di queste accuse che risultano molto più pesanti e difficilmente giustificabili rispetto ai 100 mila euro di cui sopra. Sicuramente la vicenda sembra abbastanza complicate e lascia dei punti oscuri.

Dubbi da chiarire

Non volendo giudicare nessuno, se andiamo a ritroso nella storia della Chiesa non possiamo non pensare a San Pio. Anche lui fu accusato ingiustamente! Possiamo notare però come in quel caso l’atteggiamento del Santo fu solamente quello del silenzio e dell’obbedienza, aspettando con pazienza che la verità sulle cose venisse a galla.

A parte ciò, dando per vere le parole di difesa del Cardinale, ci rimane un dubbio. Perché la Guardia di Finanza italiana dovrebbe interessarsi a dei soldi che non rientrerebbero ufficialmente nella loro competenza?

Certo se i magistrati vaticani dal loro punto di vista hanno trovato delle irregolarità è bene che procedano per valutare la veridicità o meno delle stesse. Ovviamente la richiesta indiretta di dimissioni da un tale incarico, come quello di prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, la cui sola ombra anche per un piccolo errore offuscherebbe l’intero Istituto, è più che legittima. Qualora dopo le opportune verifiche si tratterà solo di un malinteso questo potrà rappresentare sicuramente per Becciu un mezzo per salire nelle alte vette della Santità, questa volta non soltanto studiate ma vissute intensamente sulla propria pelle.

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