L’epidemia non ha messo in stand by la politica. Anzi, la prossima tornata di elezioni amministrative vede in lizza città simboliche. Quali Roma, Milano e Torino. A cui si aggiungono Bologna e Napoli. Che rinnovano la giunta comunale e il mandato del primo cittadino. Nelle competizioni elettorali del 3 e 4 ottobre. Intanto per quanto riguarda la corsa al Campidoglio, i candidati a sindaco ne sono 22. E trentanove le liste collegate. Di cui circa 1.800 i nomi nelle liste per l’Assemblea Capitolina. Ma facciamo il punto della situazione.
Chi sono i candidati nella corsa al Campidoglio?
Le varie forze politiche hanno chiuso la rosa dei nomi del candidato più adatto a gestire una fase difficile, ma mediaticamente più capace di attrarre un elettorato che si presume sarà frastornato. Dal procedere dell’epidemia. Pertanto l’attenzione si appunta su Roma. Perché si tratta della capitale. E della città che più di tutte ha mostrato dove possa portare, mettersi nelle mani di politici improvvisati. Formati solo alla demagogia. E dunque, corrono per la carica di sindaco della Capitale, Virginia Raggi per il Movimento Cinque Stelle e Roberto Gualtieri per il Partito Democratico. Poi Carlo Calenda che ha l’appoggio di Italia Viva, ed Enrico Michetti, che è sponsorizzato da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia.
I candidati se non ci sono si “inventano”
Le elezioni, in un sistema a base rappresentativa, come per fortuna è il nostro, sono un termometro chiave per misurare la buona salute, dei partiti. E’ ovvio che in assenza di elezioni nazionali, ogni test locale diventi una pietra di paragone. Anche perchè la coalizione giallorossa deve rivelarsi in grado di uscirne bene. Il che è un problema non indifferente. Per il semplice motivo che il punto debole sono i Cinque Stelle. Che scarseggiano, per dirlo in modo gentile, di personale con le credenziali giuste. Per posti di così grande responsabilità in tempi così difficili. Ed ecco allora, sportivi, vip ed anche una ex Miss Italia. Nadia Bengala. Candidata nelle liste civiche del M5s. Ma per la Raggi, correrà anche il regista e scenografo Spano. Tuttavia, per la corsa in Campidoglio, i candidati a guidare Roma, ne sono in tutto 22. Sostenuti da una miriade di liste civiche.
La politica è cambiata?
Dunque, la politica italiana non è cambiata. Ma è in crisi. Tant’è che l’esigenza di mettere in prima linea la gente comune, nasce dalla conclamata delegittimazione che la politica professionale è stata in grado di infliggere a sé stessa. Da qui il “fenomeno” delle liste civiche. Difatti, dalle esperienze amministrative locali, in alcuni tra i comuni più importanti del Paese, si evince come la partita se la giochino da un lato i partiti, frantumati e spesso impegnati in lotte fratricide e scissioni intestine, e dall’altro gli esponenti della società civile. Quali artisti, imprenditori, uomini di cultura, e di spettacolo. Ex funzionari dello Stato elevati a salvatori della patria. Insegnanti, e ambientalisti. Pluto, Pippo e Paperino. Salvo poi osservare, che anche questi, di fatto, rispondono e si integrano nelle logiche partitocratiche. Richiedendo e ricevendo l’appoggio dell’una o dell’altra fazione che gli garantisca un elettorato certo. Per risolversi nell’ennesimo e ripetitivo ritrovato mediatico con il quale, ancora una volta, si cerca di nascondere i problemi. Tra tutti, la disaffezione e l’astensionismo. Con soluzioni meramente di facciata. E allora dov’è il vero elemento di novità, di discontinuità, che pure sono i vessilli che tutti ostentano?
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