La Commissione europea presieduta da Ursula von der Leyen sta discutendo il piano economico dell’Ue per contrastare e alleggerire le conseguenze economiche del Covid-19 e garantire maggiore flessibilità agli Stati sulle norme del debito pubblico.
All’uopo si è decisa la sospensione del Patto di Stabilità e si sta valutando l’emissione di obbligazioni comuni – i “corona bond” – in tutta la zona euro.
In tal caso, gli Stati membri potranno investire “tutto ciò che serve” loro per sostenere l’economia nazionale, oltre all’annuncio che ci sarebbero allo studio nuove misure volte al sostegno delle imprese.
In Europa le opposte posizioni dei Paesi “rigoristi” rispetto a quelli più “liberali” sembrano essersi appianate attraverso la comune crisi originatasi dall’emergenza sanitaria che affligge il Vecchio Continente.
Dall’Italia il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha rilanciato la proposta d’istituire i cosiddetti “corona bond”, obbligazioni comuni a tutta la zona euro rispetto ai quali la Commissione sembrerebbe adottare una posizione di favore.
La manovra – alla quale si sono subito opposte Finlandia, Olanda e Germania – era stata presentata congiuntamente in videoconferenza con i Capi di Stato europei dal nostro Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal leader francese Emmanuel Macron, i quali avevano chiesto di costituire un Fondo di garanzia europeo e l’emissione di titoli obbligazionari comuni per fronteggiare l’epidemia di coronavirus.
Cosa sono i “corona bond”
Se fossero emessi dal Fondo salva Stati – a titoli molto bassi – tali strumenti costituirebbero titoli di debito a tripla A garantito e comune a tutta la zona Euro volto a rassicurare in primis i mercati.
Gli Stati avrebbero così la possibilità di finanziare le misure straordinarie e urgenti per far fronte alla pandemia del Covid-19 sul piano sanitario, economico e sociale.
Il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni ha dichiarato che “L’evoluzione della pandemia aumenterà la consapevolezza di tutti ad agire con strumenti innovativi, anche finanziari” sottolineando come questa sia “una discussione che deve andare avanti”.
Tali titoli secondo Gentiloni “devono essere lanciati da istituzioni di mercato” e “la struttura più adatta è il fondo salva Stati” o al più la sessa Commissione europea, non essendo consentito alla banca centrale europea (Bce) l’emissione di titoli per suo stesso statuto.
I prossimi impegni europei
Questa mattina, intanto, si è riunito l’Euro working group per preparare l’agenda europea della prossima settimana che si prevede molto densa: lunedì si terrà, infatti, la riunione del Consiglio europeo Economia e Finanza (Ecofin) seguito dal vertice in teleconferenza di martedì tra i Ministri delle Finanze dei Paesi della zona euro, mentre giovedì è previsto un altro summit tra i Capi di Stato e di Governo.
“Siamo ancora alle fasi dell’inventario di tutte le opzioni”, hanno riferito i membri del gruppo di lavoro europeo, spiegando che: “Stiamo facendo un’analisi seria per decidere quali, quado e come usare gli strumenti a disposizione”.
All’emittente radiofonica tedesca Deutschlandkunk, la presidente von der Leyen nell’assicurare che la Commissione farà tutto il possibile per stimolare l’economia “senza se e senza ma” ha annunciato: “Stiamo valutando ogni opzione, utilizzeremo tutto ciò che aiuterà in questa crisi”.
Il “Fondo salva Stati”
Intanto, al prossimo Eurogruppo verrà discusso dai ministri delle Finanze europei il Fondo salva Stati di Klaus Regling, amministratore delegato e direttore generale del MES.
Il nostro Paese ha chiesto, inoltre, che i 410 miliardi di euro di cui si compone il fondo europeo emergenziale noto come “fondo Salva Stati”– al momento lo strumento più rapido per rispondere alla crisi – siano devoluti “a tutti gli Stati, senza alcuna condizionalità presente o futura”.
La proposta, però, è stata fortemente criticata da alcuni Paesi europei tra cui Olanda e Germania, tradizionalmente più “rigoristi”.
Fonti tedesche hanno giustificato il diniego asserendo che: “Tutti i bilanci sono sotto stress e la cosa durerà anni, il clima è cambiato e la stessa Germania ha una sensibilità diversa”.
Al momento, tuttavia, l’impiego di tali risorse da parte di un qualsiasi Paese membro in “stato di necessità” implicherebbe condizioni troppo stringenti e dagli effetti non facilmente prevedibili. Per questo, sarebbe preferibile circoscrivere gli interventi al sistema sanitario e alle emergenze pandemiche.
Al Financial Times Giuseppe Conte ha evidenziato che sia necessaria “tutta la potenza di fuoco” di cui è capace l’Unione per reagire alla crisi, spiegando che “La politica monetaria da sola non può risolvere tutti i problemi”.
Il Premier ha poi aggiunto: “Dobbiamo fare lo stesso sul fronte di bilancio e, come ho detto, il tempismo è essenziale”.
Conte è anche tornato sulla spinosa questione del Meccanismo europeo di Stabilità (MES), dopo che al vaglio della Commissione ci sarebbe anche l’ipotesi di ricorrere proprio al “fondo Salva Stati” (ed eventualmente varare un fondo ad hoc finanziato dal bilancio Ue) per far fronte al grave impatto del virus sull’economia e i mercati.
Il presidente del Consiglio ha affermato: “La strada da seguire è aprire le linee di credito del MES a tutti gli stati membri per aiutarli a combattere le conseguenze dell’epidemia Covid-19”.