venerdì, Marzo 29, 2024

Coronavirus: 10 Paesi che tracciano gli smartphone

Dopo la straordinaria virulenza dimostrata dal nuovo Covid-19, molti Paesi nel mondo hanno deciso di incrementare le restrizioni imposte alla popolazione nell’intento di ridurre le occasioni di contagio. Principale strumento di controllo è diventato un’oggetto di uso comune: lo smartphone degli utenti.

Il servizio Top10VPN fornito dal gruppo per i diritti digitali sta documentandoquali Paesi al momento stiano monitorando gli spostamenti della popolazione tracciando il passaggio “da cella a cella” dei telefonini degli utenti e ha avvertito del pericolo che si correrebbe se tali prassi divenissero “la regola”.
Così facendo, infatti, le autorità stanno raccogliendo un numero considerevole di dati e informazioni anche sensibili non solo dei soggetti positivi al covid-19 ma anche di quanti si siano relazionati con gli stessi, secondo il sistema noto come “tracciamento dei contatti”.

Ed è molto probabile che tale meccanismo sarà adottato da un numero crescente di Paesi a livello globale: sebbene al momento non vi sia ancora alcuna conferma ufficiale, infatti, secondo alcune indiscrezioni, gli Stati Uniti starebbero valutando con Facebook e Google di utilizzare dati anonimi relativi alla posizione degli utenti per seguire l’evolversi dell’epidemia, in particolare attraverso la diffusione dei contagi.

Samuel Woodhams, responsabile della Digital Rights Lead di Top10VPN, ha avvertito del rischio che tali prassi potrebbero comportare soprattutto se il mondo fosse soggiogato da una sorveglianza permanente e sempre più pregnante. 

A Business Insiderl’esperto ha spiegato che “In assenza di un’adeguata [regolamentazione della] localizzazione, c’è il serio pericolo che queste nuove misure – spesso altamente invasive – diventino la regola” e ha proseguito nel dire che “Sebbene possano apparire del tutto legittime, molte rappresentano una potenziale violazione del diritto alla privacy dei cittadini e alla loro libertà di espressione”.

Woodhams ha anche chiarito che “Stando alla rapidità con cui sta cambiando la situazione, documentare [l’impatto] delle nuove misure è il primo passo per segnalare un potenziale sconfinamento [delle autorità]”.

Sebbene alcuni Paesi hanno dichiarato di fare uso di tali provvedimenti solo nella fase emergenziale, queste pratiche potrebbero costituire uno scomodo precedente per il futuro. Secondo Woodhams, infatti, il serio rischio è che “Molte di queste nuove tecnologie continueranno a essere utilizzate anche dopo l’emergenza”, soprattutto perché – sottolinea l’esperto – la maggior parte dei provvedimenti governativi non contempla una scadenza al suo interno.

Ecco, quindi, l’elenco dei Paesi che abbiano iniziato a tracciare i dati degli smartphone, con relativi gradi d’invasività.

1. La Corea del Sud fornisce indicazioni dettagliate sull’ubicazione dei pazienti.

Tra i primi a tenere traccia dei segnali degli smartphone, lo Stato del nord-est asiatico ha da subito incentivato la popolazione a scaricare applicazioni volte a informare gli utenti circa i possibili focolai dell’epidemia e a segnalare i soggetti contagiati da covid-19 con la creazione di una vera e propria “mappa dei contagi” e secondo quanto riferisce il Washington Post i dati di geo localizzazione sono estremamente specifici.

I dati raccolti e divulgati dal Governo per mappare il territorio non si limitano, però, a quelli reperiti tramite il tracciamento telefonia mobile. Le informazioni si estendono a una serie di dati sensibili relativi all’utilizzo delle carte di credito, alla nazionalità, età, sesso sino a comprendere foto e video dei pazienti.

Inoltre, i dati non sono solo forniti a cittadini sudcoreani per verificare l’andamento dell’epidemia e verificare se loro stessi siano entrati in contatto con un soggetto positivo, ma sono anche utilizzati dalle autorità in modo proattivo, con l’invio di messaggi e link ai soggetti interessati.

Jeong Eun-kyeong, direttore dei Centri di controllo e prevenzione delle malattie, pur riconoscendo che l’azione del governo stia violando le libertà civili ha dichiarato che “L’interesse pubblico tende a prevalere sui diritti dei singoli individui quando si tratti di malattie altamente contagiose”.

2. L’Iran ha chiesto alla popolazione di scaricare un’app altamente invasiva

La situazione nel Paese non è migliore di quella in Corea del Sud. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Vice il governo iraniano ha sviluppato un software per tracciare in tempo reale la posizione degli utenti.

Il 3 marzo l’Esecutivo ha inviato un messaggio a milioni di cittadini iraniani chiedendo loro di installare sui propri dispositivi l’app “AC19”, ora rimossa. Grazie alla compilazione di un questionario, il programma avrebbe rilevato i possibili casi di coronavirus prima che il soggetto si recasse in ospedale.

3. Israele e i dispositivi anti terrorismo

Il 17 marzo Benjamin Netanyahu ha emanato una serie di misure di sorveglianza più incisive: lo Shin Bet, l’agenzia israeliana per la sicurezza interna, non avrà più bisogno dell’autorizzazione del tribunale per tracciare i telefoni dei cittadini.

Il Premier ha spigato: “Metteremo in atto provvedimenti che prima d’ora sono stati utilizzati nella lotta al terrorismo. Alcuni di questi saranno invasivi e violeranno la privacy delle persone colpite. Dobbiamo adottare una nuova routine”. 

4. Singapore e l’app che traccia i soggetti contagiati

Ieri – venerdì 20 marzo – il ministero della Salute e la Government Technology Agency di Singapore hanno lanciato un’app chiamata “Trace Togheter” in grado di segnalare i soggetti positivi al coronavirus.

Secondo quanto riferisce lo Straits Times, il software è utilizzato soprattutto “per identificare le persone che si sono intrattenute nelle immediate vicinanze – nel raggio di due metri e per almeno 30 minuti – di soggetti affetti da coronavirus attraverso la tecnologia Bluetooth”. 

L’applicazione, però, non raccoglie alcun dato personale. 

5. Taiwan avvisa quando le persone hanno lasciato l’isolamento

Taiwan ha attivato una sorta di “recinzione elettronica” che funziona al pari dei moderni dispositivi per gli arresti domiciliari: tracciando i dati degli smartphone, infatti, le autorità sono avvertite nel caso un soggetto violi l’obbligo di quarantena uscendo dalla propria abitazione.

L’obiettivo” ha dichiarato Jyan Hong-wei, capo della sicurezza informatica, “è impedire alle persone di uscire e diffondere l’infezione”. 

Il responsabile ha poi riferito che le autorità locali e le forze dell’ordine sono in grado di intervenire entro 15 minuti dall’attivazione del segnale.

Tra i Paesi Europei a tracciare i dati della telefonia cellulare ci sono:

6. Austria 

Il 17 marzo il principale operatore di rete, Telekom Austria AG, ha annunciato di condividere con il governo i dati relativi alla posizione dei telefoni cellulari tramite il software sviluppato da una start up legata all’Università di Graz solitamente utilizzato per registrare l’affluenza ai siti turistici della Nazione. 

Intervistato da Business Insider, Woodhams ha spiegato che sebbene la raccolta di “pacchetti di dati” sia meno invasiva della privacy degli utenti rispetto ad altre misure, essa potrebbe destare comunque una certa preoccupazione per i possibili risvolti in futuro.

L’esperto ha chiarito che non viene garantita la sicurezza dei dati raccolti e in ogni caso abilita le autorità a tenere traccia della mobilitazione “di grandi gruppi di cittadini”.

7. Belgio

Il governo belga l’11 marzo ha dato il via alla raccolta e all’utilizzazione di grandi quantità di dati anonimi delle compagnie di telecomunicazioni locali.

8. Germania

Deutsche Telekom ha annunciato che dal 18 marzo avrebbe inviato alle autorità i dati raccolti in collaborazione con il Robert Koch Institute.

In questo modo “Possiamo osservare gli spostamenti delle persone a livello nazionale, regionale e nelle singole comunità” ha dichiarato a Die Welt un portavoce della compagnia telefonica.

9. Italia

Il nostro Paese, particolarmente colpito dall’epidemia con oltre 47 000 contagi di covid-19, dal 18 marzo ha cominciato a tenere traccia della mobilità della popolazione a causa dell’eccessiva violazione dei divieti. 

Da oggi, inoltre, sono stati disposti posti di blocco nelle principali città italiane, tra cui la Capitale, per denunciare tutti gli spostamenti non necessari. 

Per approfondire CLICCA QUI

10. Regno Unito

Sebbene non abbia ancora ufficializzato alcuna misura in tal senso, ci si attende che presto anche il Regno Unito disporrà la sorveglianza digitale sul proprio territorio, al pari dei Paesi dell’Unione.

Al momento, infatti, sono in corso le trattative tra Governo e i principali fornitori di servizi di telecomunicazione del Paese per la raccolta di “pacchetti di dati” in forma anonima.

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