mercoledì, Maggio 14, 2025

Contrastare il Covid: le soluzioni secondo gli americani

Negli Stati Uniti le persone cercano di contrastare il Covid nella maniera più classica: sesso, cannabis e gioco d’azzardo.

Contrastare il Covid, come lo fanno gli americani?

Dopo due anni di pandemia, negli Stati Uniti i settori della cannabis, dei giochi d’azzardo e del porno non hanno mai conosciuto un momento migliore. E sembra che il trend possa solo continuare.


Il vino si acquista online com’è cambiato il mercato del vino con la pandemia


La storia di Doug

Prendiamo in esame il caso di Doug, manager 35enne sposato e padre di quattro figli. Impiegato presso una società di logistica della supply chain a Chicago, il 13 marzo 2020 i suoi uffici sono stati chiusi fino a nuovo ordine. Parallelamente il mercato azionario è andato a picco, e nella sua famiglia in molti si sono ammalati di Covid. Nella sua vita normale, Doug consumava un bicchiere di vino la sera per rilassarsi: dopo questi eventi, la quantità si è alzata ad una bottiglia intera. “Il mio consumo di alcol si è trasformato in sette giorni” ha dichiarato. A questo ha aggiunto caramelle gommose infuse di THC, e il gioco d’azzardo legato agli eventi sportivi. Ma di certo non è stato l’unico.

Contrastare paura e incertezza

Nel periodo della pandemia, gli americani hanno fatto ricorso sempre più spesso agli ordini online. A parte questo, l’uso e abuso di alcol, fumo e porno si è diffuso sempre di più a partire da marzo 2020. Ad esempio, le vendite di alcolici sono aumentate del 10% in 13 Stati, e questo solo nel primo mese di blocco. Le vendite di vino sono invece salite del 9%, come spiega uno studio dell’Università di Buffalo. E il numero di sigarette vendute è aumentata per la prima volta da 20 anni, come si legge in un rapporto della Federal Trade Commission.

Cancellare la realtà

Il dottor Peter Grinspoon è medico di base al Massachusetts General Hospital e istruttore di medicina alla Harvard Medical School, e si è specializzato in cannabis terapeutica per 25 anni. Ha riferito che molti dei suoi pazienti si dedicano alle droghe e all’alcol per “cancellare la realtà”, rispetto a prima dell’inizio della pandemia. “In un mondo perfetto, quando siamo sotto stress, facciamo yoga, mangiamo tofu, ci esercitiamo, parliamo con il nostro migliore amico” ha spiegato. “Ma nella realtà, la maggior parte di noi fa affidamento su qualche tipo di sostanza. Non devi essere uno scienziato per capire che mentre le persone sono a casa, annoiate e sole, berranno e si sballeranno”.

Legittimare la marijuana

Sappiamo che la pandemia ha richiesto un tributo altissimo di vite umane, oltre a spingere al limite l’economia globale. Ma allo stesso tempo ha contribuito a legittimare l’industria legale della marijuana. Nel periodo del blocco, in molti stati i dispensari di cannabis sono stati ritenuti attività essenziali, alla stregua di farmacie, negozi di alimentari e rivendite di liquori. Nel solo stato di Washington, ad esempio, le vendite di cannabis sono aumentate del 9% rispetto al marzo 2019, mentre in California del 53% nello stesso periodo. Inoltre, alle elezioni del 2020 cinque stati americani hanno approvato leggi sulla legalizzazione della cannabis. Lo stesso anno è stato soddisfacente per il settore, con un 46% di crescita globale rispetto al 2019.

Vendite di prodotti edibili

A ciò occorre aggiungere questo: sappiamo che il Covid aggredisce le vie respiratorie. Per questo, anche molti fruitori di lunga data di cannabis hanno deciso di passare ai prodotti commestibili. La società di analisi della cannabis di Seattle, Headset, ha calcolato che le vendite di questi prodotti nel 2020 sono aumentate del 54% in California, Colorado, Michigan, Nevada, Oregon e Washington.

Ogni stato ha le sue leggi

“In molti modi, il Covid ha accelerato l’industria della cannabis di 10 anni” è il parere di Aaron Morris, co-fondatore di Clackamas (produttore di prodotti edibili dell’Oregon). “Lo ha legittimato in un certo senso come un meccanismo di coping tradizionale insieme all’alcol. Le vendite sono diventate pazze. Era come la carta igienica: i prodotti commestibili volavano dagli scaffali”. Alla fine del 2020, ha spiegato, le cifre sono state di 64 milioni di dollari per le caramelle gommose alla frutta naturali. “Tutti amano la cannabis, tutti sono a casa. Non stai socializzando, quindi cosa fare il martedì o il venerdì sera?” ha concluso.

Una crescita costante

Dal 2019, la vendita annuale di cannabis è cresciuta in maniera costante. Negli Stati Uniti si sono raggiunti i 25 miliardi di dollari nel solo 2021, un 43% di aumento rispetto al 2020. In Florida solamente la marijuana ad uso medico è legale, ma qui e in Illinois la vendita è aumentata del 70% dal 2020 al 2021. In Massachusetts, si parla addirittura dell’85%. Gli edibili sono cresciuti, quindi, ma anche le piante si sono mantenute costanti. Emily Paxhia, co-fondatrice del fondo di investimento per la cannabis Poseidon, sostiene che negli ultimi due anni siano aumentate le vendite pre-roll.

Vivere ora

In California, Colorado, Michigan, Nevada, Oregon e Washington le vendite congiunte sono aumentate del 47% da aprile 2020 a ottobre 2021. Secondo Emily Paxhia, la statistica è gravata da “un tocco di nichilismo. Penso che la pandemia abbia abbreviato la sequenza temporale di come vediamo e come viviamo le nostre vite su cui concentrarci oggi, domani rispetto a ciò che accadrà tra 5 o 10 anni. Perché non vivere ora e vivere bene ora?” ha affermato.

Contrastare il Covid con le scommesse

L’industria del gioco ha subito inizialmente delle perdite a causa delle restrizioni per il Covid, costringendo i casinò a rimanere chiusi per mesi. In particolare in Nevada, il luogo maggiormente denso di casinò, ci sono state perdite per 7,8 miliardi nel 2020. Invece, dopo l’allentamento delle restrizioni e l’obbligo vaccinale le persone sono tornate a giocare: il risultato sono stati 1 miliardo di entrate mensili in 10 mesi e un record di 13,4 miliardi annuali, sempre in Nevada. Si tratta di un 11,6% in più rispetto al pre-pandemia.

Tempo per spendere

“Le persone sono state rinchiuse, a seconda della loro tolleranza al rischio, da sei mesi a due anni. C’è stato un tempo in cui non c’era molto da fare dal punto di vista dell’intrattenimento se non andare al casinò. Dopo la chiusura, le persone volevano uscire, divertirsi e spendere un po’ di soldi” ha spiegato Colin Mansfield, analista di giochi e tempo libero per Fitch Ratings.

Entrate in ripresa

Di certo, la domanda repressa e l’aumento delle scommesse mobili hanno contribuito alla ripresa delle entrate annuali. Considerando appunto le scommesse mobili, diversi stati hanno approvato le debite leggi per incentivarle. Per capire meglio, nel 2018 erano otto gli stati con scommesse sportive mobili legali: alla fine del 2021 erano trentuno, con altri diciotto che cercavano di incoraggiarle. Un esempio su tutti è New York, che ha lanciato il suo programma all’inizio dello scorso gennaio: nelle prime due settimane gli incassi sono stati di 1 miliardo di dollari. Inoltre, sempre secondo Mansfield l’industria del gioco d’azzardo non è ancora all’apice. “Non prevediamo un forte calo dei ricavi da gioco. Alla gente piace giocare d’azzardo. Non credo che stia davvero scomparendo” ha dichiarato.

Conseguenze a lungo termine

È anche vero che il gioco d’azzardo è decisamente cambiato: una volta, infatti, si tendeva a nascondere i casinò lontano dai centri città, mentre oggi sono più mainstream. “Non puoi più guardare una partita senza sentire parlare di gioco d’azzardo” ha affermato ancora Mansfield. Sembra però che non si pensi sufficientemente alle conseguenze future di tutto questo. Bill Krackomberg, giocatore d’azzardo sportivo professionista, dice di sentirsi a disagio per l’eccessiva diffusione di questo passatempo. “Vedremo una ricaduta tra circa 10 anni, non solo tra i normali degenerati. Sto parlando con medici, avvocati, professionisti, ragazzi di Wall Street: vedrai, non sarai in grado di partecipare ad una riunione di Scommettitori Anonimi” ha affermato.

Il boom del porno: la storia di Maya Morena

Sappiamo tutti che l’industria del porno non conosce cedimenti. A questo proposito, ecco l’esperienza di Maya Morena: attrice hard e prostituta, nata in Honduras ma residente a New York, in pandemia ha dovuto smettere di incontrare i suoi clienti. Ha quindi dovuto reinventarsi, e lo ha fatto mediante il suo profilo OnlyFans, ormai divenuto la sua principale fonte di guadagno. Un guadagno decisamente interessante: in un mese Maya Morena ha ricavato 4.800 dollari soltanto realizzando e vendendo i suoi video erotici. Nel gennaio 2021 le cifre si fermavano a 6.000 dollari mensili, a settembre arrivavano a 12.000 dollari. Ma non tutto è oro quel che luccica.

Un’economia competitiva

Maya Morena infatti afferma che non è sufficiente mostrare il proprio corpo su OnlyFans per guadagnare queste cifre astronomiche: dietro c’è molto lavoro. Anche se gli utenti collegati a siti similari sono sempre di più, serve essere davvero creativi e intraprendenti per realizzare contenuti di qualità. “È un’economia fiorente, ma anche spietatamente competitiva” ha spiegato. Quanto al solo OnlyFans, a oggi conta 180 milioni di utenti e 2 milioni di creatori di contenuti, con guadagni per questi ultimi di 5 miliardi di dollari. Nel 2019 i creatori erano 348.000 e gli utenti 13,5 milioni: le entrate nel 2020 sono state del 540%, con 400 milioni di dollari di ricavo.

Non solo OnlyFans

Naturalmente non esiste solo OnlyFans. IsMyGirl è una piattaforma similare, creata nel 2017 da Evan Seinfeld, cugino del comico Jerry Seinfeld. La pandemia, ha affermato, ha incrementato di molto la sua attività: nel 2019 contava infatti 500.000 utenti e 8.000 creatori, mentre alla fine del 2020 erano 25.000 i creatori e 1,5 milioni gli utenti. Ad oggi i numeri sono ancora più alti, 2,5 milioni di utenti e 50.000 creatori. “Gli affari di tutti sono in forte espansione. Quando le persone sono sole in casa bramano stimoli, bramano eccitazione sessuale” ha spiegato. Ha proseguito dicendo che molte prostitute e artisti si sono iscritti perché alle strette, salvo poi rendersi conto che poteva essere un’attività sostenibile.

[sbtt-tiktok feed=1]
Serena Nencioni
Serena Nencioni
Nata all'Isola d'Elba, isolana ed elbana e orgogliosa di esserlo. Amo la scrittura e la musica.

Related Articles

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

[sbtt-tiktok feed=1]
- Advertisement -spot_img

Latest Articles