Condannata a 28 anni e sei mesi Amanda Knox, per l’omicidio di Meredith Kercher. Raffaele Sollecito condannato a 25 anni e divieto di espatrio.

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Una vicenda giudiziaria che dura da 7 anni. Da quando il corpo senza vita di Meredith, studentessa inglese di 22 anni, fu trovato senza vita nella camera da letto del suo appartamento di via della Pergola a Perugia, il 2 novembre 2007. Gli imputati sono Amanda Knox e Raffaele Sollecito, condannati in primo grado a 26 e 25 anni per l’omicidio. I due vengono poi assolti in appello nell’ottobre 2011. Un terzo, Rudy Guede, viene condannato con rito abbreviato a 16 anni di carcere per concorso in omicidio e violenza sessuale. Per Sollecito e la Konx la sentenza viene annullata il 26 marzo dello scorso anno dalla Corte di Cassazione, che ordina un nuovo processo. Oggi Amanda attendera’ il quarto verdetto dagli Stati Uniti, nella sua casa di Seattle, mentre Sollecito e’ in aula.
Nelle scorse settimane il pg ha chiesto pene a 30 anni per Amanda (compresi i 3 gia’ definitivi per la calunnia a Lumumba) e 26 per Raffaele. Non solo, ha chiesto anche che, in caso di condanna, la Corte d’assise d’appello di Firenze disponga delle misure cautelari. Il fratello e la sorella di Meredith, Stephanie e Lile, hanno annunciato la presenza in aula.
Sollecito e’ arrivato accompagnato dal padre e, rivolgendosi ai giornalisti ha detto: “Qualcuno, forse, ce l’ha con me. Credevano che non venissi”. Mentre il padre, che accompagna Raffaele dice: “Siamo qui anche perche’ siamo fiduciosi che la sentenza sara’ di assoluzione”.
Amanda, nel frattempo, ha scritto una lettera ai familiari di Meredith. Ma la sorella di Mez, Stephanie Kercher, intervistata dal ‘Corriere della Sera’ dice: “Non sento ancora il bisogno di parlare con lei”, “dobbiamo sopportare il sistema giudiziario italiano, ma vorremmo che il processo finisse. Il verdetto non sara’ una rivincita”. Ma Amanda era piu’ che consapevole di questo stato d’animo. “Una mia comunicazione a loro, oggi – spiega sempre al ‘Corriere’ – introdurrebbe molta ansia e sofferenza per la famiglia, anche se scrivo solo parole di conforto”.