sabato, Aprile 20, 2024

Concorso per avvocati: ipotesi prova “orale rafforzato”

A causa della pandemia, la Guardasigilli scrive al Cts (Comitato tecnico scientifico) per verificare la fattibilità delle prove scritte del concorso per avvocati. I partecipanti saranno 26mila, costretti a stare nello stesso ambiente per molte ore. La ministra della giustizia Marta Cartabia sembra avere in mente una soluzione semplice ed efficace.

Qual è l’idea della ministra Cartabia per sbloccare il concorso per avvocati?

Marta Cartabia, la neo Guardasigilli, vuole evitare che esploda il caso dei giovani praticanti avvocati. E alora che fa? Scrive al Cts per chiedere se le prove scritte, fissate per la metà di aprile, sono compatibili con l’emergenza sanitaria. L’idea che la Guardasigilli propone è di ripiegare su una prova sostitutiva, che per ora viene chiamata “orale rinforzato”. Attenta al futuro dei giovani e al loro ingresso nella professione, la ministra Cartabia ha scelto Gian Luigi Gatta come consigliere per le questioni che riguardano le professioni. Gatta è nel comitato direttivo della Scuola della Magistratura e dirige la rivista “Sistema penale”.

Le prospettive di Marta Cartabia

Sono 26.000 i potenziali avvocati che attendono la prova scritta. La prova è stata rinviata la prima volta nella scorsa primavera, a causa dell’emergenza sanitaria, e una seconda volta in autunno per gli stessi motivi. La data prevista (metà aprile) slitterà ancora ed urge un provvedimento. Ed ecco l’idea: una possibile prova orale che sostituisca quella scritta. Un “orale rafforzato”, secondo chi sta lavorando con la ministra Cartabia. Sarebbe questa l’unica via per evitare un assembramento, dato che la prova scritta comporterebbe la permanenza dei candidati per molte ore nello stesso luogo. Ed una suddivisione, vista la mole del numero di candidati, appare problematica.

L’ “orale rafforzato”

Se il parere del Cts fosse negativo, bisognerà ricorrere ad un decreto legge ad hoc per il concorso. Quanto alla prova orale rafforzata, questa dovrebbe verificare l’esistenza effettiva delle stesse competenze richieste dalle prove scritte. Il Cts aveva già espresso un parere negativo a novembre, sottolineando che l’assembramento all’esterno degli edifici e la durata delle prove non erano compatibili con la pandemia. Vediamo come si esprimerà stavolta.

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