Il tema caldissimo di certe parti del mondo preoccupa Papa Francesco. Dopo il viaggio in Iraq c’è più forte che mai la voglia di aprire dialoghi interreligiosi con altre culture. Di questo il Papa ha parlato con il rappresentante della Comunita di S. Egidio, in Vaticano. Tra i Paesi che secondo il Papa necessitano di aiuto in questo momento c’è il Mozambico. E proprio lì, la Comunità di S. Egidio è presente e si impegna da anni. Focus importante della discussione tra Papa Francesco e Marco Pagliazzo è stata, anche, la pandemia. La quale, investendo il mondo intero ha aggravato le situazioni precarie di quei popoli già sottomessi da carestie, guerre e fame.
Vaticano – Comunità S.Egidio: la priorità sono i Corridoi Umanitari
Come abbiamo ricordato in un altro articolo la collaborazione tra Vaticano e Comunità di S. Egidio ha contribuito a salvare tanti profughi dall’isola di Lesbo proprio grazie ai Corridoi Umanitari realizzati dalla Comunità. Lo stesso intervento è avvenuto varie volte in tanti altri paesi del mondo. La Comunità di S. Egidio nasce a Roma nel 1968. In più di 50 anni è divenuta una rete di comunità presenti in più di 70 paesi del mondo. L’impegno della Comunità è quello di offrire un sostegno e un aiuto per ogni fratello che lo chiede a prescindere della razza, del colore e dall’idiologia politica.
L’encomiabile sostegno della Comunità a quanti scappano dalle guerre
I Corridoi Umanitari promossi e sovvenzionati dalla Comunità di S. Egidio hanno lo scopo di evitare le stragi nel Mediterraneo. S’impegnano, con l’opera della Comunità, anche a impedire lo sfruttamento di chi fugge dalle guerre, dando la possibilità a quanti ne fanno richiesta di ottenere un ingresso legale in Italia. Successivamente, potranno, quindi, anche presentare domanda di asilo politico. La comunità di S. Egidio dal 2016 ad oggi ha contribuito a far arrivare in modo legale piu di 3500 persone in fuga dalle guerre, in particolar modo dalla Siria e dai paesi del Corno d’Africa. Ovviamente tutto fatto con l’approvazione del governo italiano.
I profughi di Lesbo e l’aiuto di Francesco