giovedì, Marzo 28, 2024

Come si inizia a lavorare come rider?

Quella del rider è una professione che si è diffusa in modo davvero notevole negli ultimi tempi, grazie ad una domanda di mercato sempre crescente, ma cosa occorre fare se si vuol fare questo lavoro? Prima di rispondere a questa domanda, cerchiamo di capire cosa si intende esattamente per “rider”.

Il rider si occupa fondamentalmente di consegne a domicilio, ma ci sono delle ulteriori precisazioni da fare.

Cosa distingue il rider dagli altri addetti alle consegne

Gli addetti che consegnano delle merci al domicilio dei clienti, infatti, sono tantissimi, si pensi ai corrieri, oppure ai dipendenti delle aziende che effettuano le consegne per proprio conto, i rider tuttavia presentano delle caratteristiche specifiche.

Questi operatori, infatti, si occupano prettamente della consegna di cibo, ovvero prelevano quanto ordinato dal cliente presso l’attività in questione, che si tratti di un bar, un ristorante o altro ancora, e la portano a casa del cliente; le ordinazioni vengono effettuate tramite una App e dunque “viaggiano” in rete con dei semplici click.

Un’altra peculiarità molto rilevante è il fatto che il rider non utilizza un veicolo aziendale, bensì un mezzo proprio.

Fatte queste importantissime premesse, dunque, cerchiamo di capire cosa è necessario per fare il rider.

Il rider non è un dipendente, ma un lavoratore autonomo

Se si vuol fare il rider non è necessario sostenere un colloquio o essere assunti, dal momento che questi operatori agiscono a tutti gli effetti come liberi professionisti.

Quest’aspetto ha suscitato alcune polemiche ed è tutt’ora oggetto di discussione, in quanto lo status di lavoratore autonomo implica minori tutele per il lavoratore, ma nell’attesa di possibili sviluppi futuri, la situazione odierna è questa ed è peraltro gradita a quei rider che svolgono questo lavoro col semplice obiettivo di guadagnare qualcosa, magari nei weekend o durante gli anni di studio all’università.

Il primo passo: procurarsi un veicolo

Chi vuol fare il rider deve anzitutto provvedere a procurarsi un veicolo e nella grande maggioranza dei casi si utilizzano scooter o biciclette, anche di tipo elettrico; anche l’auto può essere utilizzata ma, in relazione ai consumi di benzina, lo svolgimento dell’attività diverrebbe poco conveniente.

La tipologia di veicolo utilizzata, dunque, è indifferente, tanto meno è obbligatorio che il mezzo sia di proprietà: molti rider ad esempio con degli scooter a noleggio, magari perché hanno richiesto un servizio di noleggio motorino ad aziende specializzate come FacileRent per esigenze private e desiderano utilizzare il veicolo anche in questo senso.

Iscriversi a una piattaforma di delivery seguendo la procedura

Il passo successivo è quello di iscriversi a una (o anche più) piattaforma di servizi di delivery, accertandosi preventivamente che sia attiva nella propria città.

Da questo punto di vista, non bisogna fare altro che seguire le procedure indicate, e in alcuni casi viene chiesta la corresponsione di una piccola somma per il materiale tecnico, quindi ad esempio zaini specifici per il trasporto di cibo e pettorine.

Disporre di uno smartphone e di un relativo supporto

Quando si diviene ufficialmente dei rider iscritti al circuito della piattaforma in questione si può iniziare ad operare e, da questo punto di vista, è indispensabile disporre di uno smartphone, in cui si visualizzeranno tutti gli ordini che devono essere soddisfatti durante il servizio, i percorsi e quant’altro di utile.

Alla luce di questo, dunque, non può che essere un buon consiglio quello di acquistare un supporto specifico per smartphone da applicare sullo scooter o comunque sul veicolo che si utilizza per effettuare le consegne, in modo da godere sempre di un’ottima comodità.

Totale flessibilità operativa

Trattandosi di un lavoro autonomo, il rider può scegliere liberamente quanto e quando lavorare, e i guadagni sono ovviamente proporzionati alle consegne effettuate e alle ore di servizio.

I pagamenti vengono ricevuti puntualmente e le relative fatture vanno poi incluse nella propria dichiarazione dei redditi come guadagni correlati allo svolgimento di un’attività lavorativa autonoma, nella grande maggioranza dei casi occasionale, visto che difficilmente si riescono a sviluppare guadagni molto alti.

Sowmya Sofia Riccaboni
Sowmya Sofia Riccaboni
Blogger, giornalista scalza (senza tesserino), mamma di 3 figli. Guarda il mondo con i cinque sensi, trascura spesso la forma per dare sensazioni di realtà e di poter toccare le parole. Direttrice Editoriale dal 2009. Laureata in Scienze della Formazione.

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