giovedì, Aprile 25, 2024

Come dovrebbe essere un Presidente secondo Obama

Nel corso della videoconferenza di sabato Barack Obama, 44esimo presidente degli Stati Uniti, ha chiarito quali siano secondo lui i requisiti indispensabili per un leader della Casa Bianca affinché possa dirsi degno di assumere tale carica.

Il duplice intervento di Obama, che si è rivolto dapprima a una classe di diplomati e poi a un gruppo di neolaureati prevalentemente di origine afroamericana, è stato trasmesso in un clima di forte tensione per la campagna presidenziale in vista delle elezioni previste per il prossimo 3 novembre e, pur non pronunciando mai il nome di Trump, non si può certo non riconoscere un profondo biasimo del democratico Obama nei confronti del presidente in carica.

Alle giovani menti l’ex presidente ha voluto ricordare l’importanza di valori fondamentali quali l’altruismo, il lavoro di squadra e l’importanza della condivisione, in aperto contrasto con il messaggio quotidiano che vuol far passare la campagna di Trump, sempre pronta a gridare a un complotto in atto per destituire il presidente.

Un paragone tra Obama e Trump, tuttavia, oltre che ingiusto sarebbe impossibile talmente i due sono agli antipodi: non esiste infatti il benché minimo elemento che possa prestarsi a base comune per un confronto.

Secondo Dean Obeidallah, editorialista della CNN, “Obama è – o si è sempre mostrato – tutto ciò che Trump non sarà mai: compassionevole, riflessivo, intellettualmente curioso, onesto, altamente intelligente” diversamente dalla continua celebrazione di egocentrismo e vanagloria cui è additato il repubblicano, che si è guadagnato in America l’epiteto di “trumpismo”.

Obeidallah ha soggiunto: “Per Trump ogni giorno – anche il giorno della laurea – riguarda Trump”.

Nel suo discorso agli studenti l’ex presidente ha spiegato che “Fare [solo] ciò che è bello, ciò che è conveniente, ciò che è facile sarebbe pensare come un bambino”e, alludendo a Trump, ha soggiunto:“Sfortunatamente, molti cosiddetti adulti, compresi alcuni con titoli altisonanti e importanti cariche, pensano ancora in quel modo, ragion per cui la situazione è così complicata”. 

E la maggior parte dell’opinione pubblica americana condivide questa posizione. 

Perciò se Donald Trump vorrà sperare in un secondo mandato al pari del suo predecessore dovrà prima di tutto scrollarsi di dosso quest’aura di bambino capriccioso mai cresciuto che punta i piedi e mette il broncio a ogni critica ricevuta o a ogni “no” dato.

Soprattutto, dovrà essere in grado di lasciarsi alle spalle tutte quelle pericolose dichiarazioni riguardanti cure miracolose e tamponi fai-da-te rilasciate nel corso dei suoi briefing giornalieri con la stampa e dimostrarsi degno di affrontare con vigore le conseguenze negative che l’epidemia di coronavirus ha portato con sé.

Secondo molti analisti, infatti, la gestione dell’epidemia sarà il banco di prova su cui gli elettori fonderanno la propria scelta circa il miglior candidato che potrà guidare il Paese per i prossimi quattro anni.

Nel suo intervento Obama – che riscuote ancora un certo successo tra i più giovani, specialmente afroamericani – ha esortato i neo diplomati a “orientarsi su valori duraturi quali l’onestà, l’impegno, la responsabilità, l’equità, la generosità, il rispetto per gli altri” perché – ha precisato – “Un giorno, come per miracolo, tutto questo scomparirà” ma non scompariranno le singole scelte individuali capaci – più di quanto farebbero le parole – di dar conto del valore di una persona.

Al pubblico di laureati della HBCU, Università prevalentemente afroamericana, l’accorato appello dell’ex presidente si è focalizzato sull’abbandono di miopi posizioni egocentriche. 

In particolare Obama ha dichiarato: “Quindi piuttosto che chiedersi ‘che cosa ci guadagno’ [chiediti] ‘cosa ci guadagna la mia comunità’ e unisciti a tutti coloro che stanno lottando” portando come esempio il caso di immigrati, minoranze razziali, rifugiati e comunità LGBTQ.

Come se il coronavirus oltre al dolore, alle sofferenze e ai sacrifici abbia voluto darci la chance di costruire un mondo migliore, un’opportunità che dovremmo cogliere.

Al contrario, ciò che sta facendo Trump in questo momento è concentrare “su di sé” l’attenzione, in primis rispolverando lo scandalo Russiagate e accusando i democratici di essere in combutta con un presunto stato occulto (“Deep State”) volto a minare la sua leadership. 

Per approfondire: In USA s’infiamma la campagna presidenziale

Dal canto suo, Trump intervistato dall’agenzia Politico ha replicato: “Senti, era un presidente incompetente. Grossolanamente incompetente. È tutto ciò che posso dire“.

E già nei primi giorni dal suo insediamento nella Casa Bianca, il presidente Donald Trump aveva orientato la sua azione politica verso posizioni estremamente dure contro immigrati – in particolare messicani – e comunità LGBTQ, convinto che “demonizzare” alcune fasce della popolazione gli assicurassero un tornaconto politico.

Ad ABC News Peter Navarro, consigliere della Casa Bianca, ha ironizzato: “Sono contento che il signor Obama abbia una nuovo impiego come segretario stampa di Joe Biden“.

Viceversa, il messaggio di Obama potrebbe riassumersi nell’invito a “unirsi per costruire una comunità”.

Agli studenti, infatti, Obama ha ricordato che “Nessuno fa grandi cose da solo. Un cambiamento significativo richiede alleati nella causa comune”.

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