Ci stiamo avvicinando alla Pasqua e non si può che parlare del dolce tipico che acquistiamo tutti, la colomba pasquale. Ma come si fa a riconoscere le varie versioni artigianali? Che differenza c’è con il panettone? Che prezzi girano per acquistarlo in questo 2021? Scopriamo insieme le risposte a queste domande.
Come nasce la Colomba pasquale?
Le origini della colomba risalgono intorno al 1930 a Milano. Nell’ufficio marketing della Motta nel gruppo dei pubblicitari ce ne fu uno a cui gli venne una brillante idea. Si chiama Dino Villani, lo stesso che anni dopo avrebbe lanciato il concorso Cinquecentomila lire per un sorriso che poi diventò il concorso più famoso, Miss Italia. Villani era già riuscito a trasformare il “Pan de Toni” in “Panettone Motta”. Il proprietario dell’azienda dolciaria milanese, gli chiese di allungare la stagione del panettone oltre Natale. Il pubblicitario partì dal ricordo della colombina, un dolce che faceva sua madre. Inutile dire se ebbe successo. La colomba rappresenta per eccellenza la Pasqua, come il panettone rappresenta il Natale.
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La differenza tra colomba e panettone
Ci sono molte somiglianze a partire dalla copertura che rendono la colomba quasi la copia perfetta del panettone. Una differenza che si nota a vista d’occhio è la forma. Anche all’interno non troviamo l’uvetta ma molte arance candite. La copertura è una ghiaccia a base di mandorle e granella di zucchero. Come per il panettone, la ricetta base della “colomba” è regolata dal decreto legislativo del 22 luglio 2005. Oggi il dolce, non ha mai contenuto tanto burro, tante uova, tante mandorle.
Come riconoscere l’artigianalità
Etichetta
L’etichetta è lo strumento migliore per scoprire la qualità. Troviamo presenti in etichetta, gli ingredienti che vengono elencati, per obbligo di legge, in base alla presenza nella ricetta. Se il burro risulta primo nella lista degli ingredienti vuol dire che la colomba ne contiene alte quantità. Questo assicura ottimi risultati ma costa parecchio. Ma lo sappiamo bene che la qualità si paga. Al contrario la presenza di coloranti e conservanti non è un buon segno per una colomba artigianale. Tra gli aromi, la vanillina, poco costosa perché spesso chimica, non spicca per intensità. Un altro dato importante è la freschezza. Se ha una lunga conservazione significa che contiene conservanti. Una colomba artigianale non deve contenere conservanti e quindi non può essere venduta oltre i 35 giorni dopo la data di produzione.
Prezzi
Come detto in precedenza, la qualità si paga. Quindi per forza di cose si ha un rialzo dei prezzi. Quest’anno, per la Pasqua 2021, è previsto un piccolo aumento e i prezzi che troviamo in commercio si aggirano tra i 25 e i 40 euro al kg.
Lievitazione
La lievitazione è solamente naturale. Non esistono altri metodi di lievitazione. Per capire se il prodotto è artigianale bisogna far caso all’alveolatura (l’insieme di fori fittamente distribuiti nella pasta della colomba) allungata e verticale segnala la corretta spinta verso l’alto della lievitazione. Segno che sarà una colomba soffice, elastica e soprattutto digeribile. Di conseguenza anche dopo la cottura l’interno della colomba dovrà rimanere soffice e non secco.
Copertura
La qualità sta anche nella quantità della glassa, e quindi la presenza abbondante di nocciole, mandorle o altra costosa frutta secca. Tutto questo è sintomo di attenzione del pasticciere per un elevata qualità della copertura. Un’altra nota importante da non sottovalutare è che deve essere ben distribuita, senza buchi né crepe.
Odori
Il profumo che deve emanare una colomba artigianale deve ricondurre al burro, vaniglia, frutta secca, uova. Se riusciamo a sentire questi odori significa che è un ottimo prodotto. Se invece non li sentiamo ma sentiamo solo odori che possono sembrare quelli del pane, beh allora non compratelo!