Cina: il governo cerca di controllare anche i media internazionali

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Cina: il governo cerca di controllare anche i media internazionali

Il governo in Cina sta accelerando una massiccia campagna per influenzare i media e i consumatori di notizie in tutto il mondo. Un rapporto di Freedom House mostra come Pechino cerca di controllare le narrazioni anche nei media internazionali.

Cina: il governo cerca di influenzare anche i media internazionali

Un rapporto di Freedom House mostra che la Cina sta cercando di controllare le narrazioni non solo all’interno del proprio paese ma anche attraverso il controllo dei media internazionali. Il rapporto evidenzia come il Partito Comunista Cinese (PCC) e i suoi delegati stanno usando tattiche più sofisticate e coercitive per modellare le narrazioni dei media e sopprimere i rapporti critici. Negli ultimi anni, il governo cinese ha usato diverse tattiche per minacciare i media internazionali. Tra queste vi sono molestie e intimidazioni nei confronti dei media che pubblicano notizie o opinioni sfavorevoli a Pechino, l’uso del cyberbullismo e di falsi account di social media per campagne di disinformazione.

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Freedom House scrive anche che una tecnica importante nel controllo dei media nel mercato interno cinese è stata quella di fare pressione sui guardiani, come gli editori e i proprietari dei media, affinché controllino i propri dipendenti e utenti. Ciò ha consentito di controllare efficacemente i contenuti multimediali senza che le autorità dovessero controllare ogni singolo elemento prima della sua diffusione. Il rapporto di Freedom House mostra che Pechino ha tentato di internazionalizzare queste tattiche, con vari gradi di successo.

Cosa afferma il rapporto?

Il governo cinese, sotto la guida del presidente Xi Jinping, sta accelerando una massiccia campagna per influenzare i media e i consumatori di notizie in tutto il mondo. Negli ultimi anni un numero crescente di paesi ha dimostrato una notevole resistenza, ma le tattiche di Pechino stanno diventando contemporaneamente più sofisticate, più aggressive e più difficili da individuare”, si legge nel rapporto. “La capacità delle democrazie di contrastare l’influenza dei media del PCC è disomogenea in modo allarmante. Solo la metà dei paesi esaminati in questo studio ha ottenuto un punteggio di Resilienza, mentre la restante metà è stata designata come Vulnerabile. Taiwan ha affrontato i più intensi sforzi di influenza del PCC. Tuttavia ha anche raccolto la risposta più forte, seguita in entrambi gli aspetti dagli USA. La Nigeria è considerata la più vulnerabile alle campagne di influenza dei media di Pechino”, continua il rapporto.


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