Cina firma il più grande accordo commerciale del mondo

Quindici Paesi dell’Asia – Pacifico hanno firmato l’accordo RCEP, che rappresenterà il 30% dell’economia e della popolazione mondiale

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Cina firma RECP

La Cina, insieme ad altre 14 economie dell’Asia – Pacifico, firma il più grande patto commerciale del mondo, un accordo sostenuto da Pechino che esclude gli USA. Il Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP) include le dieci economie dell’ASEAN, insieme a Cina, Giappone, Corea del Sud, Nuova Zelanda e Australia. Rappresenta il 30% del Pil globale. Tale accordo viene visto anche come un tentativo della Cina di estendere la propria infuenza.

Cina firma il più grande accordo commerciale, e gli USA?

La Cina insieme ad altri 14 paesi firma il più grande patto commerciale del mondo, che comprende quasi un terzo dell’economia globale. Il Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP) è composto da 10 paesi del sud-est asiatico, oltre a Corea del Sud, Cina, Giappone, Australia e Nuova Zelanda.

Il RCEP è stato firmato virtualmente domenica a margine del vertice annuale dell’Associazione delle 10 nazioni delle nazioni del sud-est asiatico (ASEAN). Nella cerimonia online, i leader dei paesi RCEP si sono alternati dietro i loro ministri del commercio che, uno per uno, hanno firmato le copie dell’accordo. Le hanno poi mostrate in modo trionfante alle telecamere.

I membri dell’ASEAN includono Cambogia, Indonesia, Laos, Myanmar, Filippine, Tailandia, Brunei, Singapore, Malesia e Vietnam.

Quindici economie dell’Asia-Pacifico hanno firmato così il più grande patto di libero scambio del mondo, un accordo sostenuto dalla Cina che esclude gli USA. Washington si era ritirata, nel 2017, da un altro patto commerciali Asia-Pacifico, il TPP.  Gli USA ora sono assenti dai due più grandi accordi. Lasciando l’economia più grande del mondo fuori da due intese commerciali che abbracciano la regione in più rapida crescita della terra.

L’india non ha firmato per i timori di un aumento del suo deficit commerciale con la Cina, ma potrebbe aderire in un secondo momento.

L’accordo RCEP potrebbe beneficiare la Cina, che potrebbe espandere la sua influenza nel sud-est asiatico. Inoltre potrebbe aiutare Pechino a ridurre la sua dipendenza dai mercati e dalla tecnologia degli USA.

Le dichiarazioni dei leader firmatari dell’accordo

Il Ministero delle Finanze cinese ha affermato che le promesse del nuovo blocco includono l’eliminazione di una serie di tariffe, alcune immediatamente ed altre nell’arco di 10 anni. Non ci sono dettagli su quali prodotti e quali Paesi vedrebbero una riduzione immediata dei dazi. Il Ministero ha dichiarato: “Per la prima volta Cina e Giappone hanno raggiunto un accordo bilaterale di riduzione delle tariffe, raggiungendo una svolta storica”.

Nguyen Xuan Phuc, primo ministro del Vietnam, ha affermato: “RCEP sarà presto ratificato dai paesi firmatari e avrà effetto, contribuendo alla ripresa economica post-COVID pandemica”. Invece Luong Hoang Thai, capo del dipartimento di politica commerciale multilaterale presso il ministero dell’Industria e del commercio del Vietnam, ha detto: “RCEP contribuirà a ridurre o rimuovere le tariffe sui prodotti industriali e agricoli. Stabilirà regole per la trasmissione dei dati”.

Mohamed Azmin Ali, ministro del Commercio della Malesia, ha dichiarato: “Dopo otto anni di negoziazioni con sangue, sudore e lacrime, siamo finalmente giunti al momento in cui suggelleremo l’accordo RCEP. L’accordo invia un segnale che i paesi RCEP hanno scelto di “aprire i nostri mercati invece di ricorrere a misure protezionistiche in questo momento difficile”.

Cosa prevede l’accordo RCEP?

 L’accordo prevede 20 capitoli di regole che coprono dal commercio di beni, investimenti e commercio elettronico alla proprietà intellettuale e agli appalti pubblici. Jeffrey Wilson, direttore della ricerca presso il Perth USAsia Center, ha affermato che l’accordo RCEP è abbastanza ampio da adattarsi alle esigenze disparate di paesi membri diversi come Myanmar, Singapore, Vietnam e Australia. A differenza dell’Unione Europea, non stabilisce standard unificati in materia di lavoro e ambiente né impegna i paesi ad aprire servizi e altre aree vulnerabili delle loro economie. Ma stabilisce regole per il commercio che faciliteranno gli investimenti e altre attività all’interno della regione.

Il patto entrerà in vigore una volta che un numero sufficiente di paesi partecipanti ratificherà l’accordo a livello nazionale entro i prossimi due anni.


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