venerdì, Marzo 29, 2024

Cibi ultraprocessati: sono davvero rischiosi per la salute?

I cibi ultraprocessati sono quelli trattati e conservati con tecniche industriali. E se prima c’era solo il sospetto che potessero essere dannosi per la nostra salute, oggi una ricerca lo conferma.

Cibi ultraprocessati: quali sono i rischi?

Conosciamo tutti questo tipo di alimenti. Un pasto da scaldare al microonde, un sacchetto di patatine, uno snack confezionato… comodi, ma non del tutto sani. La ricerca è nata nel Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS), pubblicata poi sulla rivista scientifica American Journal of Clinical Nutrition. I ricercatori hanno condotto lo studio su 22.000 soggetti partecipanti al Progetto Moli-sani, seguiti per anni nelle loro abitudini alimentari e nel loro stato di salute. Il risultato ha tolto ogni dubbio: chi consumava un’elevata quantità di questi prodotti, presentava un aumento del rischio di morte del 26%, e del 58% per cause cardiovascolari.

La classificazione

<<Per analizzare il tipo di cibi abbiamo usato la classificazione internazionale NOVA. Questa caratterizza gli alimenti in base a quanto siano stati sottoposti a processi di estrazione, purificazione o alterazione. In altri termini, quanto siano stati trattati industrialmente. I casi in cui questi processi sono maggiormente applicati rientrano nella categoria dei cibi cosiddetti “ultraprocessati”. E proprio in chi ha un elevato consumo di questi cibi è emerso l’aumento di rischio per patologie cardiovascolari e cerebrovascolari>> ha spiegato Marialaura Bonaccio, ricercatrice del Dipartimento di Epidemiologia. Il primo responsabile di tutto questo parrebbe essere lo zucchero, presente in grande quantità, ma non sarebbe l’unico.

Come possiamo rimediare?

<<Secondo le nostre analisi, l’eccesso di zucchero ha certamente un ruolo nel danneggiare la salute, ma è responsabile solo del 40% dell’aumento di rischio. La nostra idea è che una parte importante la giochi proprio la lavorazione industriale, con le modifiche che può indurre nella struttura e nella composizione dei nutrienti>>. Queste le parole di Augusto Di Castelnuovo, epidemiologo del Dipartimento e attualmente impiegato presso Mediterranea Cardiocentro a Napoli. Così invece prosegue Licia Iacoviello, direttrice del Dipartimento. <<Gli sforzi per orientare la popolazione a un’alimentazione più sana non possono più essere rivolti solo al conteggio delle calorie a a generici appelli alla Dieta Mediterranea. Ora il fronte si sta spostando: soprattutto i giovani sono sempre più esposti a cibi preconfezionati, facili da preparare e consumare, ed estremamente attraenti. Ma questo studio, e altri analoghi, ci dicono che una corretta alimentazione è fatta anche scegliendo cibi freschi o minimamente lavorati. Spendere qualche minuto in più nel cucinare un pranzo anziché infilare un contenitore nel microonde; preparare un panino ai propri figli anziché mettere una merendina confezionata nello zaino, sono tutte azioni che ci premieranno negli anni>>

Dieta mediterranea frutta verdura e pasta

Serena Nencioni
Serena Nencioni
Nata all'Isola d'Elba, isolana ed elbana e orgogliosa di esserlo. Amo la scrittura e la musica.

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