Christchurch: il 1° anniversario della strage condizionato dall’emergenza coronavirus

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Esattamente un anno fa, il 15 marzo 2019, la Nuova Zelanda e il mondo intero furono sconvolti dalla strage di Christchurch che costò la vita a 50 persone, provocando lo stesso numero di feriti. Il killer australiano 28enne aprì il fuoco dapprima verso la moschea di Al Noor, poi presso il centro islamico di Linwood. I due luoghi erano piuttosto affollati perché vi si erano radunati i fedeli musulmani per osservare la preghiera del venerdì. In occasione del primo anniversario dal massacro si sono tenute delle commemorazioni e delle celebrazioni, anche se purtroppo sono state condizionate dall’emergenza coronavirus che è arrivata anche nel Paese oceanico. L’evento nazionale organizzato proprio per ricordare le innocenti vittime degli attentati di Christchurch è stato annullato per ragioni di tutela della salute pubblica. Nonostante ciò, si sono comunque tenute delle piccole celebrazioni che hanno dimostrato quanto i residenti della cittadina neozelandese ci tenessero a non dimenticare tutti coloro che hanno drammaticamente perso la vita un anno fa. Un momento decisamente significativo ed emozionante si è tenuto quando una dozzina di motociclisti del club Tu Tangata si sono radunati dinanzi alla moschea di Al Noor e si sono prodotti nell’haka, la tradizionale danza dei guerrieri Maori. Gamal Fouda, l’imam della moschea, ha voluto ringraziare tutti i presenti, sottolineando come nel corso della giornata siano giunte sui luoghi della strage persone non solo di religione musulmana, ma di qualsiasi fede o tradizione, a dimostrazione di come tutta la comunità neozelandese si sia voluta stringere in un grande abbraccio ideale nel ricordo di quei terribili momenti.

Christchurch: cos’hanno detto i sopravvissuti?

Alla celebrazione del primo anniversario del massacro di Christchurch sono giunti anche alcuni dei sopravvissuti alle sparatorie, i quali hanno voluto lasciare delle importanti testimonianze. Mazharuddin Syed Ahmed ha ricordato che quanto accaduto lo scorso anno ha privato tante persone di parenti, cari amici e persone della propria comunità. Nonostante ciò, oggi è riuscito a vedere un aspetto positivo in questa tragica vicenda, constatando l’unione di tutta la cittadinanza e il grande amore dimostrato da tutti coloro i quali hanno voluto commemorare le vittime. L’uomo si è detto perciò orgoglioso di vivere in Nuova Zelanda. Temel Atacocugu ha rivelato che attualmente c’è più tristezza che rabbia nel ripensare alla strage di un anno fa. Ha spiegato che fin da quando si è svegliato ha sentito dentro di sé un’emozione particolare che gli ha tolto il fiato e le parole. Infatti ha concluso dicendo di non riuscire a raccontare cosa prova nel suo cuore. In merito all’annullamento della commemorazione nazionale per le 50 vittime di Christchurch, Jacinda Ardern, primo ministro neozelandese, ha dichiarato che la cancellazione dell’omaggio presso l’Horncastle Arena è stata a scopo precauzionale. Il coronavirus purtroppo è arrivato anche in Nuova Zelanda, e al momento si contano otto casi confermati. Sembra che questi contagi siano legati a persone provenienti da altri Paesi, e per questo motivo il governo ha introdotto una serie di misure restrittive per chi arriva dall’estero, nella speranza di riuscire a contenere il contagio.

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