venerdì, Marzo 28, 2025

Chiulo: l’ospedale africano che sorge alla fine della civiltà

L’ospedale africano Chiulo è spettatore della drammaticità della morte che inghiotte come buco nero la vita. Ma altrettanto di guarigioni inaspettate, tanto, da sembrare miracoli divini. Si combatte ogni giorno per salvare più vite possibili. Tra malnutrizione e malattia, alla fine dell’ultima strada asfaltata, si erge prepotente la struttura rossa e bianca.

L’ospedale africano fra vittime e speranza?

La considerazione del mondo fuori dal nostro circondario è fin troppo labile per molti, e palese per altri. La suddivisione di importanza allora, è data da quello che viviamo o ci prefissiamo di vivere “oltre la semina del nostro orto”, oltre confini e mari. Ed è in questo contesto che si inseriscono i volontari del mondo, coloro che attraversano oceani e tumulti per essere al servizio degli altri. Irene Del Rizzo è una Jpo in Angola e, la sua visione del mondo, non è certo la stessa di coloro che si alzano la mattina e corrono in ufficio. Il racconto dell’ospedale del Chiulo, inizia con una rappresentazione d’immagine estremamente forte. Una struttura che prepotente, tra il dissapore della vita e l’immaginario della morte, si erge alla fine di tutto; dell’ultima strada asfaltata che denota la fine, quasi, della civiltà come la conosciamo. Un lavoro che ancor prima è una dedizione verso il prossimo e l’importanza della vita di tutti: non dimenticando “l’affare africano”.



L’importanza di studiare il DNA africano


La lotta fra vita e morte

E laddove il cielo offre colori meravigliosi, dove si attende l’acqua dal cielo in grandi quantità, poiché la sete è tanta sia per il terreno che per la povera gente, ogni giorno quantità ingenti di bambini malnutriti lottano per la sopravvivenza. Talvolta i letti vicini si confondono fra l’allegria della guarigione ed il soffocamento della malattia che, inesorabile, porterà alla morte. Lavorare in questo contesto, ha bisogno di un’azione repentina, dove il pensiero è troppo lento e, la mano deve essere ancor più veloce di questo. Un luogo dove la paura di non farcela nasce come sentimento all’ordine del giorno, ma altrettanto l’ingiustizia si fa prepotente dentro l’anima dei volontari. Tra risa, pianti e lotte, la vita continua alla fine di tutto.

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